Confermata l'assistenza medica per i pellegrini della GMG

Respinta la minaccia della Procura generale di Rio di sospendere i servizi medici per i pellegrini della GMG, in quanto si tratta di “un evento privato” religioso ed esoso per le casse dello Stato

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La Procura generale dello Stato di Rio de Janeiro (MPE) ha minacciato, lo scorso martedì 9 luglio, la sospensione dei servizi medici per i pellegrini della Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà dal 23 al 28 di questo mese.</p>

La motivazione è che si tratta di un “evento privato” per cui la sanità pubblica non è chiamata a dare assistenza medica. I servizi sanitari, inoltre, sono già stati assunti mediante gara pubblica e – secondo l’accusa – costeranno alle casse cittadine circa 4 milioni di dollari, calcolando l’assistenza pre-ospedaliera, fissa e mobile negli eventi che si svolgeranno a Copacabana e Guaratiba.

Di fronte a tale sfida, il Comitato Organizzatore Locale della GMG, presieduta dall’Arcivescovo di Rio mons. Orani Tempesta, ha protestato con due affermazioni che respingevano la tesi dell’“incontro privato”, minacciando anche la sospensione parziale o totale della Giornata.

Il Comitato ha sottolineato la collaborazione di tutte le sfere pubbliche per la realizzazione della Giornata. Rio si è candidata infatti con il patrocinio della Presidenza della Repubblica, del Governo dello Stato e della Prefettura, come per i due grandi eventi sportivi: la Coppa mondiale e le Olimpiadi.

Giovedì 11 luglio, il giudice responsabile Nalin Roseli ha sospeso l’accusa della Procura generale di Rio con una sentenza di primo grado, dando quindi ragione agli organizzatori della GMG. La separazione tra Chiesa e Stato non esime il Comune a pagare per alcuni servizi da fornire ai partecipanti della manifestazione, “anche se questa ha connotazioni religiose” ha detto il giudice. “Ciò – afferma la sentenza – non significa alcuna distrazione dei fondi, né confonde la divisione tra Stato e Chiesa”, dal momento che non richiede di “usare le risorse pubbliche a vantaggio di questa o quella religione”.

Il giudice ha ricordato inoltre che negare l’assistenza sanitaria, come prevede il Ministero Pubblico, “può generare uno scenario di assoluta insicurezza e screditare il paese, oltre a pregiudicare la certezza delle migliaia di persone che parteciperanno all’evento di Rio che saranno programmati servizi per garantire la loro salute”.

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ZENIT Staff

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