CITAZIONI

Is 66,10-14c: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9apphccb.htm  

Gal 6,14-18: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9a0iyqf.htm  

Lc 10,1-12.17-20: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9abttmj.htm 

Seguendo l’itinerario della vita pubblica di Cristo, iniziato già domenica scorsa, la Chiesa ci propone nell'odierna pagina evangelica una realtà che è anche una urgenza: l’istituzione missionaria, di cui Gesù si fa carico, per poter portare la buona novella a tutti i popoli.

I testi liturgici presentano questo tema in tutti i suoi aspetti: le missioni come impegno della Chiesa, come responsabilità di coloro ai quali è affidato tale mandato, come responsabilità di coloro ai quali è rivolto l’annuncio.

In poche parole possiamo affermare che la Chiesa tutta è chiamata da Cristo ad essere missionaria.

Gesù aveva scelto i dodici Apostoli in quanto, essendo a lui più vicini, avrebbero dovuto essere i suoi più diretti collaboratori nella predicazione del Vangelo; in seguito sembra quasi che il Signore abbia voluto organizzare ancor meglio il ministero della Parola, per cui si è preoccupato di scegliere e radunare altri settantadue discepoli da inviare due a due avanti a sé, in ogni città, paese e luogo dove stava per recarsi.

Ci troviamo, per così dire, davanti ad un gruppo considerevole di annunciatori della Parola, quasi un piccolo esercito, almeno per quel tempo, che avrebbe dovuto conquistare pacificamente i vari popoli al Regno di Dio.

Ma Gesù sembra sottolineare che, mentre stava per dare inizio alla sua opera evangelizzatrice, quel  drappello in realtà era piuttosto piccolo per poter raggiungere tutti i popoli. E lo fa affermando: “la messe è abbondante, ma sono pochi quelli che vi lavorano".

Infatti, la messe sono tutti gli uomini, l’umanità intera, e Dio vuole che il suo dono sia senza riserve e cioè venga destinato a tutti, e per tutti ci sia la possibilità della salvezza, pervenendo alla conoscenza della verità, di accogliere la misericordia e l’amore di Dio.

Per raggiungere questa meta, Gesù si serve di uomini, chiama dei collaboratori, invia gli annunciatori del messaggio, i ministri della sua Parola che salva.

Nella sua infinita sapienza ed onnipotenza, il Signore avrebbe ben potuto utilizzare altri mezzi, ma ha preferito offrire il dono della salvezza ad ogni uomo coinvolgendo l’uomo stesso nel movimento di diffusione e di espansione del Vangelo.

Il problema della evangelizzazione e della nuova rievangelizzazione è, per la Chiesa, assolutamente prioritario, e mentre il tempo scorre diventa sempre più urgente e più attuale, in quanto i valori cristiani si vanno affievolendo, quando non spegnendo, nelle coscienze degli uomini; il senso religioso, naturale e spontaneo, educato e reso adulto nel contesto della fede cristiana si va perdendo evaporando nel contesto di una atmosfera generale diffusa mediaticamente.

Il Vangelo dovrebbe di nuovo essere annunciato e riscoperto per procedere ad un’evangelizzazione in cui tutti i cristiani si devono sentire coinvolti, e non solo coloro che partono per Paesi lontani, ma anche coloro che, rimanendo nelle proprie città, debbono avvertire l’urgenza della coerente professione della propria identità e del dare ragione della propria fede.

Importante, quindi, è che l’annuncio del Regno sia credibile e la testimonianza sia convincente, perché offerta non solo a parole ma con le opere. E per essere credibili occorre essere credenti!

È un impegno, questo, che richiede coraggio in quanto occorre essere liberi, liberi per poter affrontare le difficoltà di andare contro corrente. Coraggio di chi sa di poter contare su Gesù, come quei primi inviati che, pur essendo inesperti e sprovveduti, credettero e partirono.

Era Lui il pensiero dominante mentre andavano sussurrandone in cuore il nome, ad ogni incontro. E la loro sorpresa fu grande quando, invece della ferocia dei lupi, sperimentarono la sottomissione dei demoni.

La potenza di Cristo operava prodigi attraverso coloro che non pensavano di esserne capaci. Quindi il discepolo del Signore può annunciare il Vangelo a condizione di avere una fede solida in Colui che lo ha mandato. Solo la fede autentica ottiene la vittoria nell'opera missionaria.

È quanto San Paolo afferma nella seconda lettura, riponendo nella Croce di Cristo tutta la sua fiducia. Per mezzo della Croce di Cristo il mondo è stato vinto e la morte e la resurrezione di Gesù dimostrano che la logica che il  mondo segue, e sulla quale fonda la speranza del successo, è ormai superata. Ciò che conta è essere raggiunto e rinnovato da Cristo per diventare nuova creatura.

Infatti, è aggrappandoci a Cristo che troviamo la pace di Dio e la sua misericordia.

Di questa pace si fa promotore il gioioso annuncio di Isaia nella prima lettura, descrivendo la gioia che inonderà la nuova Gerusalemme allorquando Dio, come tenera madre, si prenderà cura dei suoi abitanti ritornati ormai dalle dure esperienze dell’esilio. È evidente nel brano di Isaia il concetto che la pace, aspirazione suprema dell’umanità, è dono di Dio prima che conquista faticosa dell’uomo. Essa non può essere raggiunta stabilmente se Dio stesso non ne costituisce il fondamento. Chi annuncia il Vangelo è sicuramente un messaggero di questa pace.

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PREGHIERA DEI FEDELI 

Introduzione del celebrante

Signore Gesù, siamo da te chiamati e mandati, e ci rivolgiamo a te con la fiducia dei discepoli e dei figli.

1. Signore Gesù, anche oggi tu mandi avanti a te i discepoli a preparare la tua venuta; donaci la grazia di vivere la nostra vita come una missione di testimonianza e di annuncio,

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA

2. Donaci o Signore di imparare da Papa Francesco: attraverso la sua vita e dalla sua parola che ci aprono alla luce della fede; attraverso i suoi gesti che ci richiamano alla carità e all’accoglienza;

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA

3. Sostieni o Signore i propositi e le iniziative di quanti nel mondo operano per la pace, la fraternità e la giustizia; ti preghiamo per i cristiani che vivono in condizioni difficili,

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA

4. Ti affidiamo o Signore tutte le iniziative dell’estate con i ragazzi, i giovani, le famiglie; ti affidiamo la nostra comunità; donaci di vivere da laici maturi per testimoniare il vangelo nella società anche tra i non credenti,

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA

Conclusione del celebrante

O Signore, che ci vuoi bene, la tua grazia sostenga le nostre invocazioni, in unione con i nostri fratelli nella Chiesa.