Come va posizionata la croce sull'altare?

Risponde padre Edward McNamara, L.C., professore di Teologia e direttore spirituale

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Nella sua rubrica settimanale, padre Edward McNamara risponde alla domanda inviata da un lettore brasiliano:

Quando c’è la croce sull’altare, deve essere rivolta verso il celebrante o verso il popolo? Ho notato molte varianti con motivazioni diverse. Vorrei una risposta “ufficiale”. Grazie mille! – Diacono J.R.M., Bauru, Stato di São Paulo (Brasile)

Ecco la risposta di padre McNamara:

Questo è un problema relativamente nuovo, visto che prima della riforma liturgica, l’intera assemblea – sacerdote e popolo – era rivolta verso l’altare e il crocifisso.  Le indicazioni nell’Ordinamento Generale del Messale Romano (OGRM) sono scarse per quanto riguarda la direzione della figura di Cristo sulla croce:

“308.Inoltre vi sia sopra l’altare, o accanto ad esso, una croce, con l’immagine di Cristo crocifisso, ben visibile allo sguardo del popolo radunato. Conviene che questa croce rimanga vicino all’altare anche al di fuori delle celebrazioni liturgiche, per ricordare alla mente dei fedeli la salvifica Passione del Signore”.

Il n°129 del Cerimoniale dei Vescovi  raccomanda che la croce portata in processione venga collocata presso l’altare “in modo che sia la croce stessa dell’altare”.  Se tuttavia una croce è già presente, allora la croce della processione viene riposta fino alla fine della Messa. 

Prendendo spunto dal manuale di liturgia di mons. Peter Elliott, potremmo aggiungere che la croce deve essere collocata immediatamente dietro o appesa sopra l’altare. Deve apparire al popolo come visibilmente legata all’altare. Elliott commenta: “Il crocifisso liturgico non serve in primo luogo per la devozione privata del celebrante, ma è un segno in mezzo all’assemblea eucaristica, proclamando che la Messa è lo stesso Sacrificio come il Calvario”.

Quindi, a rigor di termini, il crocifisso dell’altare è in rapporto con l’altare, e non al sacerdote, e per questo motivo il corpus normalmente è rivolto verso l’altare.

In effetti, le rubriche del Cerimoniale dei Vescovi in ​​uso prima del Concilio Vaticano II – il quale aveva già previsto la possibilità dell’altare versus populum – mentre raccomandano che la croce sia visibile a tutti, prescrivevano anche che il corpus venisse posizionato in modo che si rivolgesse all’altare (cum imagine sanctissimi Crucifixi versa ad interiorem altaris faciem). 

Sin dai primi inizi del pontificato di Papa Benedetto XVI, un crocifisso è stato posizionato al centro dell’altare verso il luogo del sacrificio. Papa Francesco ha mantenuto finora questa pratica. 

Alcuni autori hanno suggerito un crocifisso per l’altare con una figura su entrambi i lati. Anche se attualmente non sembrano esistere norme che vietano tale pratica, ciò non era permesso prima del Concilio.

Alcuni manuali liturgici preconciliari raccomandavano invece l’uso di altre immagini sul lato della croce rivolto al popolo, come ad esempio il simbolo del pesce o un’altra immagine del Redentore, tipo il “Buon Pastore” o il “Re dei Re”.

Per ciò che concerne la visibilità, molti sinodi locali avevano fissato una minima grandezza verticale di 40 centimetri e orizzontale di 22 centimetri, anche se in pratica la croce dell’altare è spesso più grande.

Un decreto di Benedetto XIV (1740-1758) aveva anche stabilito che un’altra croce non è necessaria, se un grande crocifisso è dipinto o scolpito come parte di una pala di altare.

Per le attuali circostanze liturgiche la flessibilità delle norme permette varie soluzioni: il grande crocifisso posto permanentemente dietro o sopra l’altare, la croce processionale, una croce sopra l’altare o un crocifisso più grande, ma mobile in un supporto, collocato vicino all’altare e rivolto verso di esso, rimanendo comunque visibile ai fedeli.

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I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.orgSi chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.

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ZENIT Staff

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