Così Papa Francesco ha introdotto la recita dell’Angelus, oggi domenica 30 giugno.
Facendo riferimento alla parole del Vangelo (Lc 9,51-62), il Vescovo di Roma ha precisato che nel decidere di andare a Gerusalemme Gesù sa di andare verso la meta finale.
“Alle persone che incontra e che gli chiedono di seguirlo, – ha aggiunto il Papa – dice chiaramente quali sono le condizioni: non avere una dimora stabile; sapersi distaccare dagli affetti umani; non cedere alla nostalgia del passato”.
Lui fa la volontà del padre e chiede ai suoi discepoli di annunciare senza imporre nulla “Gesù non impone mai, – ha sostenuto – Gesù è umile, Gesù invita. Se tu vuoi, vieni. L’umiltà di Gesù è così: Lui invita sempre, non impone”.
In questo contesto, papa Francesco ha spiegato che Gesù ha un grande rispetto della coscienza di ognuno. Lui non è telecomandato, ha preso la decisione insieme al Padre. “Tutto questo ci fa pensare. Ci dice, ad esempio, l’importanza che, anche per Gesù, ha avuto la coscienza: l’ascoltare nel suo cuore la voce del Padre e seguirla. “E nel Padre Gesù trovava la forza e la luce per il suo cammino”.
“In quella decisione Gesù era libero” – ha sottolineato il Pontefice – e “Gesù vuole noi cristiani liberi come Lui”, ha aggiunto.
Per papa Francesco Dio non vuole cristiani deboli, che non hanno volontà, ‘telecomandati’, incapaci di creatività.
“Gesù ci vuole liberi – ha ripetuto – e questa libertà dove si fa? Si fa nel dialogo con Dio nella propria coscienza. Se un cristiano non sa parlare con Dio, non sa sentire Dio nella propria coscienza, non è libero, non è libero”.
Il papa ha messo in guardia a non avere un atteggiamento egoista che risponde solo a quello che mi interessa, mi piace e mi conviene. “La coscienza – ha precisato – è lo spazio interiore dell’ascolto della verità, del bene, dell’ascolto di Dio; è il luogo interiore della mia relazione con Lui, che parla al mio cuore e mi aiuta a discernere, a comprendere la strada che devo percorrere, e una volta presa la decisione, ad andare avanti, a rimanere fedele”.
A questo proposito ha citato un esempio meraviglioso del rapporto della coscienza con Dio e cioè papa Benedetto XVI, che “quando il Signore gli ha fatto capire, nella preghiera, quale era il passo che doveva compiere. Ha seguito, con grande senso di discernimento e coraggio, la sua coscienza, cioè la volontà di Dio che parlava al suo cuore. E questo esempio del nostro Padre fa tanto bene a tutti noi, come un esempio da seguire”.
Altro esempio di questo rapporto con Dio è Maria che “ascoltava e meditava nell’intimo di se stessa la Parola di Dio. (…) che seguì il suo Figlio con intima convinzione, con ferma speranza”.
Il Pontefice ha concluso invocando l’aiuto di Maria “a diventare sempre più uomini e donne di coscienza, liberi nella coscienza, perché è nella coscienza che si dà dialogo con Dio; uomini e donne, capaci di ascoltare la voce di Dio e di seguirla con decisione”.