“Insieme nella missione per aprire nuovi cammini”: è il titolo del convegno missionario organizzato dalla Commissione regionale per la cooperazione tra le chiese (Conferenza Episcopale Calabra) e svoltosi presso Briatico, il 21-22 giugno scorsi. Il convegno si è aperto con la preghiera e riflessione di mons. Giuseppe F. Morosini, presidente della Commissione e vescovo di Locri-Gerace, e con il saluto di mons. Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea.
“Vogliamo rilanciare la missionarietà nelle parrocchie — ha evidenziato mons. Morosini — e noto con immenso piacere la partecipazione oggi, al nostro convegno, di tutte le diocesi calabresi con tanti partecipanti di giovane età”.
Mons. Renzo ha riproposto ai convenuti alcuni passaggi dell’omelia “missionaria” di papa Francesco tenuta in occasione della Pentecoste: “Sono tre le parole legate all’azione dello Spirito: novità, armonia, missione. La novità ci fa sempre un po’ di paura. Ma, in tutta la storia della salvezza, quando Dio si rivela porta: Noè costruisce un’arca deriso da tutti e si salva; Abramo lascia la sua terra con in mano solo una promessa; Mosè affronta la potenza del faraone e guida il popolo verso la libertà; gli Apostoli, timorosi e chiusi nel cenacolo, escono con coraggio per annunciare il Vangelo.” .
I diversi relatori hanno messo in luce, infatti, che uno degli aspetti operativi della pastorale missionaria è l’animazione: tenere desta la coscienza sul fatto che la Chiesa è universale e missionaria, aperta al mondo e ai popoli, e che suo compito fondamentale è l’evangelizzazione: offrire a ciascuno il Vangelo di Gesù.
Don Paolo Martino, segretario della Commissione, si è soffermato sull’importanza di costituire meglio gli uffici missionari e l’animazione in ciascuna diocesi : l’ufficio missionario deve avere un ruolo importante perchè la “nuova evangelizzazione” ci deve portare non tanto a gestire l’esistente, quanto all’annuncio del Cristo per una fede davvero adulta
Don Alberto Brignoli, vice-direttore dell’Ufficio di Cooperazione Missionaria C.E.I., ha presentato il Vademecum missionario, un nuovo strumento utile per dare spazio all’animazione missionaria nelle diocesi, dove sempre più presenti sono sacerdoti “stranieri”: «Avere un clero proveniente da diverse nazioni o etnie è in sé una enorme ricchezza culturale e spirituale. La missione oggi è sempre più intesa come reciprocità, come cooperazione fra Chiese»
Don Brignoli si è inoltre soffermato su “Strumenti e metodi per un percorso di pastorale e di animazione missionaria”. Don Valentino Sgotti, direttore e Vanna Ceretta, coordinatrice del CDM di Padova, hanno relazionato su “Lavorare insieme nella corresponsabilità”, “Formare per rinnovare” e “Scambiare doni nella trasparenza”. L’ufficio di Padova è uno dei più ben strutturati e ha quindi potuto fornire ai convenuti strumenti dinamici per essere presenti cristianamente nel nostro tempo. Tra gli interventi dei partecipanti appartenenti all’ arcidiocesi di Catanzaro-Squillace , don Pino Fiorenza, direttore dell’Ufficio missionario, ha sottolineato che, seppure la chiesa sia ormai presente con le sue missioni in tutto il mondo, occorre nella missionarietà adottare un nuovo stile che, andando al di là della semplice plantatio ecclesiae, scopra il valore della comunione e della cooperazione, perché anche la comunità che “riceve” la missione ha a sua volta qualcosa da dare. A seguire, l’intervento di Anna Rotundo ha messo in luce quanto sia proficuo il lavoro che si può fare in senso missionario con i giovani che sono molto coinvolti e partecipi quando si offrono loro opportunità concrete di impegno a favore delle persone più svantaggiate e povere; Sara Lioi e Anna Gangale hanno evidenziato la realtà dei diversi centri missionari, all’interno dei gruppi di lavoro che si sono costituiti durante il convegno in cui sono state protagoniste tre parole chiave: formazione, cooperazione, animazione.
Mons. Morosini ha ricordato ai convenuti che “Cristiani non si nasce, ma si diventa”, come diceva Tertulliano: l’amore di Dio per il mondo è la bella notizia da proclamare sempre, di nuovo, in tutti i popoli.