La beata Angela da Foligno e il Sacro Cuore

Tra le profonde esperienze spirituali della Beata francescana, messe poi per iscritto, vi fu una particolare attenzione al cuore di Cristo

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Nel Memoriale, ossia il testo composto da un frate Minore, è possibile conoscere quanto meditò e visse la beata Angela da Foligno. Infatti la penitente francescana trasmetteva la sua esperienza spirituale che venne riconosciuta di particolare valore e così fu messa per iscritto. Tra i tratti caratterizzanti la vicenda della beata Angela vi è l’attenzione particolare al cuore di Cristo, in cui si trovano in una mirabile sintesi due aspetti che spesso appaiono incomponibili, ossia amore e verità.

Entrai nel dolore della Madre di Cristo e di San Giovanni e li pregai di ottenermi un segno sicuro, per poter avere sempre in mente la passione di Cristo. Mentre si verificavano queste cose, nel sonno mi fu mostrato il cuore di Cristo e sentii dire: “In questo cuore non c’è menzogna, ma tutte cose vere”. Mi sembra che ciò sia avvenuto, perché avevo preso in giro un predicatore.

Ultimamente di nuovo, mentre ero in preghiera, improvvisamente mi furono rivolte queste parole molto piacevoli: «Figlia mia, cara a me molto più di quanto io lo sia a te, mio tempio, mia delizia, il cuore di Dio onnipotente sta ora sul tuo cuore». Io, ascoltandole, gustai un piacere divino molto più grande di quello sperimentato in passato. Anche tutte le membra del corpo provarono questo diletto e svenni. Egli aggiunse: «Dio onnipotente ti ama tanto, più di qualsiasi altra donna della tua città, e si compiace in te ed è soddisfatto di te e della tua compagna. Fate in modo che la vostra vita sia luce per tutti coloro che la vogliono contemplare. Per quelli che ammirano tale luce e non agiscono, ci sarà un duro giudizio».

L’anima capì che esso sarà spietato più per le persone istruite che per quelle ignoranti, perché loro, attraverso la Scrittura, conoscono le cose di Dio e tuttavia le disprezzano. «Tanto grande è l’amore che Dio onnipotente ha posto in voi, che sta continuamente con voi, senza però concedere questi piaceri, e i suoi occhi ora vi guardano». Con gli occhi dell’anima mi sembrò di vedere quegli occhi, che mi dilettarono più di quanto possa dire, e mi dispiace che ora noi raccontiamo così, per burla, queste cose.

Allora, sebbene la gioia fosse grande, mi tornarono in mente i miei peccati e mi resi conto che in me non c’era alcun bene. Pensai anche di non aver mai fatto qualcosa di gradito a Dio e mi ricordai dei dispiaceri che gli avevo procurato e ritenni così di dover dubitare delle cose tanto grandi che mi venivano dette.

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Pietro Messa

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