Pubblichiamo, in una nostra traduzione, il discorso di Ludovine de La Rochère, Presidente di La Manif Pour Tous, pronunciato a Parigi nella Spianata des Invalides in occasione della grande manifestazione di domenica 26 maggio 2013 contro la legge sul “Matrimonio per tutti”.
***
Carissimi,
folla immensa radunata qui, grazie! Grazie a tutti i sostenitori de La Manif pour Tous, a Parigi, nelle nostre regioni; e ai suoi portavoce, prima tra tutti Frigide Barjot. Voi avete reso la nostra Manifestazione possibile Per Tutti.
Grazie agli intellettuali, ai giuristi, ai sindacalisti, agli scienziati, ai membri della comunità medica, ai responsabili politici che si sono impegnati al nostro fianco. Hanno avuto il coraggio di sfidare il pensiero unico.
Grazie soprattutto a voi, francesi della metropoli, d’oltremare e dell’estero!
Avete avuto l’energia che serviva per sollevarvi ieri e oggi. E vi solleverete ancora domani!
Siamo molti milioni ad aver sfilato pacificamente durante questi lunghi mesi d’inverno contro la legge Taubira, la PMA per tutti, la GPA e l’omofobia. Non abbiamo rotto alcun vetro, non una bottiglia, né bruciato un’automobile! Niente!
Non siamo né un movimento politico né un movimento confessionale, né una coalizione di indignati omofobi.
I nostri avversari hanno fatto di tutto per farlo credere. Ma hanno fallito, perché è sotto gli occhi di tutti che la nostra causa è aperta a tutti coloro che si preoccupano soprattutto del diritto e del benessere dei bambini, è evidente che non siamo mossi se non dall’interesse, dall’equilibrio e dalla felicità della famiglia.
Siamo qui, sempre molto numerosi, perché i nostri valori fondamentali e universali ci radunano.
La verità è che non abbiamo la stessa concezione dell’uguaglianza dei nostri oppositori. La nostra idea, maggioritaria nel paese, è che è importante soprattutto l’uguaglianza dei bambini, l’uguaglianza davanti al diritto di avere un padre e una madre, ovvero una origine e una figliolanza reali, non falsi. Attorno a questa idea si raccolgono atei, cristiani, ebrei, musulmani, gente di destra e di sinistra, etero e omosessuali. Per tutti, la verità che dobbiamo al bambino è sacra. Non vogliamo che la menzogna sia la trama stessa della vita dei bambini di questo paese, non vogliamo che trionfi l’ideologia di genere.
Perciò, poiché i nostri oppositori non ci comprendono, rifiutano il dibattito, ci accusano e ci calunniano.
Ma questa volta siamo noi nel vento, a dispetto del senso dalla storia. Perché non cerchiamo uno pseudo senso alla Storia, stavolta la scriviamo!
Tutte le generazioni sono qui, e fra loro quella dei padri, delle madri, quella della giovinezza, ciascuna veglia su di noi, sulla Francia, in silenzio, pacificamente.
Sì, siamo rivolti verso l’avvenire; sì, abbiamo fiducia nell’avvenire; sì, costruiamo l’avvenire e per questo manifestiamo. Vogliamo un mondo migliore, non il migliore dei mondi.
Che cosa abbiamo scoperto nel corso di questo lungo cammino? Che non siamo soli! Non siamo più soli, isolati, considerati di cattivo gusto, tradizionalisti o conservatori – mentre gli altri sarebbero illuminati, mentre sono nella irrealtà.
Sì, la Francia si è svegliata!
Abbiamo realizzato una mobilitazione storica. La Manif pour Tous è il più grande movimento sociale che la Francia abbia conosciuto dal maggio del ’68. Prendiamo consapevolezza di ciò che abbiamo compiuto: siamo una forza sociale, potente, determinata, organizzata. Il successo è dovuto principalmente a tre ragioni: il nostro essere disinteressati (pensiamo alle generazioni future), la nostra preoccupazione di proteggere il più debole, il nostro rispetto per l’altro.
Domani non sarà mai più lo stesso.
*
Ora che ci siamo sollevati in massa, domandando semplicemente di essere ascoltati, di riflettere su questa legge non solo sociale ma legge di civiltà – secondo le stesse parole della signora Taubira – quale è stata la risposta del presidente della Repubblica, del governo e dei parlamentari?
L’accondiscendenza, l’arroganza e il rimprovero.
Professano di essere uomini e donne di dialogo, all’ascolto – ma non sono che parole. Non siamo stati ricevuti che per qualche minuto dal presidente della Repubblica così come da Erwan Binet, il relatore della legge all’Assemblea nazionale;
Ma mai dal primo ministro Jean-Marc Ayrault, mai dal ministro della Giustizia Christiane Taubira e dal ministro della famiglia Dominique Bertinotti, mai da Jean-Pierre Michel, relatore della legge al Senato, che oltretutto ci ha insultati, accusandoci di omofobia.
A questo rifiuto del dialogo, il governo ei suoi sostenitori hanno aggiunto violenza, e arbitrio. Alcune manifestazioni sono state vietate, bambini innocenti, madri di famiglia e pacifici anziani sono stati spruzzati di gas, il 24 marzo; alcuni tratti sono stati proibiti, alcuni che indossavano magliette di Manif pour Tous sono stati arrestati e a una madre di famiglia è stata fatta violenza sotto l’occhio di un prefetto che non ha mosso, disonorandolo, il corpo della prefettura; alcune persone che facevano delle veglie pacifiche sono state arrestate, guardate a vista; degli escursionisti partiti da Rennes per riunirsi a noi sono stati molestati, controllati tutti i giorni … Che scandalo!
Il loro crimine? Vestirsi, manifestare pacificamente, stare svegli alla sera ascoltando la lettura di grandi testi o la dottrina della non violenza. È questa la democrazia del signor Ayrault, di Valls e della signora Taubira?
Noi abbiamo manifestato rispettando le leggi della Repubblica, loro hanno reagito come l’apparato di uno Stato totalitario; e sto pesando le mie parole.
Siamo ancora in una vera democrazia?
Dopo aver arbitrariamente cambiato la definizione della parola matrimonio, il potere non ha smesso di mentire sulle cifre della manifestazione; ha ordinato al CESE di dichiarare irricevibili 700.000 petizioni raccolte in 3 settimane, evento senza precedenti in tutta la Quinta Repubblica. Mentre la nostra costituzione lo vieta, deputati e senatori hanno approvato la legge seguendo le istruzioni di voto imposte dal potere, tratto caratteristico dei regimi dittatoriali. Solo pochi eroi hanno resistito alla pressione, come Bruno Nestore Azerot! Al Senato, c’è stata manomissione, e abbiamo assistito non ad un voto, ma ad un furto con destrezza. Una negazione della democrazia di cui parte dell’opposizione è stata, per la sua passività, complice.
Signore e signori eletti, dove era la vostra libertà di coscienza quando avete votato questa legge chiamata a cambiare la nostra civiltà, dove era il coraggio con cui vi siete astenuti? Dove era il vostro onore?
I nostri avversari agiscono così perché hanno paura, perché la legge che hanno votato è una legge iniqua scritta sotto la pressione della lobby LGBT – Pierre Bergé, ultra-minoritaria in seno alla comunità omosessuale, e loro lo sanno.
Agiscono così perché sono i rappresentanti di un tempo antico, passato, quello delle ideologie mortifere, quello in cui l’Uomo crede che gli sia tutto permesso, non tenendo conto dell’umanità che lasceranno ai loro figli.
Ma noi non ne possiamo più!
Ci dicono sempre in modo perentorio che questa legge è sociale, che è una legge di progresso. Ma come possiamo crederlo? Di quale progresso parlano? Il loro, probabilmente: quello del commercio del corpo, degli uteri in affitto, quello della menzogna; sì, voi non lo sapete ma potrete avere orami due padri e due madri, poiché ciò che la natura non permette, loro lo autorizzano, perché sono novelli Prometeo.
Non molto tempo fa ne avremmo riso: oggi ne piangiamo, ne siamo indignati!
Lanciato sul piano inclinato della trasgressione, più nulla li ferma, loro, i falsi profeti del progresso e della modernità.
Se parlano di natura e di ecologia, brandeggiano il
principio di precauzione.
Ma quando si tratta dell’uomo, allora il principio di precauzione scompare e, insieme, anche ogni precauzione.
Hanno la bocca piena dell’espressione “parità uomo/donna”: c’è bisogno di parità nei consigli di amministrazione, c’è bisogno di un apparato di governo paritario, di una Assemblea nazionale paritaria; ma che il matrimonio sia luogo di parità, che un bambino sia cresciuto da un uomo e da una donna, oh, che strana idea!
Ormai diremo loro: fermatevi! Ascoltate il popolo, discutiamo, riflettiamo. Ma non vogliono.
Allora, voi, signor presidente della Repubblica, che siete il garante dell’unità dei Francesi, smettetela di essere sordo e cieco, smettete di dividere i Francesi, smettete di far montare la collera in tutto il paese.
*
L’ora è grave.
Di fronte alla menzogna, all’iniquità che questa legge consacra, sì, l’ora della resistenza è suonata.
Si tratta dell’umanità e del suo futuro, si tratta dell’uomo e della donna, si tratta dei nostri bambini e delle loro libertà.
Anche noi, noi siamo indignati! È il motivo per cui abbiamo lanciato l’appello del 18 maggio 2013.
Il nostro compito è immenso, ma è essenziale. Siamo tanti in Francia e anche all’estero. Il mondo intero ci guarda, perché ancora una volta i Francesi hanno osato alzarsi contro la tirannia di una minoranza e dei suoi complici.
Vi annuncio, così come a coloro che ancora credono che stiamo per arrenderci, che continueremo la lotta in tutta la Francia!
Senza una risposta rapida e adeguata del Presidente della Repubblica al raduno di oggi, preparatevi ad intraprendere ulteriori azioni nei giorni e nelle settimane a venire.
Ancora, la Manif pour Tous ora sarà presente durevolmente nel panorama francese ed europeo. Parteciperemo attivamente alla vita della città con le nostre convinzioni e valori.
Manif pour Tous ha 3 missioni per proteggere ciò che consideriamo essere la chiave di volta della nostra società: le famiglie, e voglio dire proprio le famiglie.
La sua prima missione: abolire la legge Taubira e, se non sarà da domani, allora dopodomani.
E ci batteremo per evitare le sue conseguenze immediate: la PMA e la GPA.
La sua seconda missione: sostenere tutti gli uomini e donne di coraggio e buona volontà che difenderanno questi valori nella Città: sindaci, assessori, membri di corpi intermediari, tutti coloro che prenderanno la parola nei dibattiti pubblici contro il matrimonio per tutti.
La sua terza missione: battersi per il riconoscimento della realtà dell’essere umano maschio o femmina, per difendere i deboli.
Continueremo senza sosta a difendere il matrimonio uomo-donna, la generazione padre-madre-figlio, le famiglie, cellule fondamentale di ogni società, luoghi per eccellenza della solidarietà, fonti di tutte le risorse umane ed economiche della società.
Combatteremo contro l’ideologia di genere, il fondamento della legge “matrimonio per tutti”. Noi interverremo contro la sua diffusione, soprattutto a scuola; promuoveremo inchieste, pubblicheremo studi, saremo attivisti.
Perché la Manif pour Tous è ormai incontenibile, continuerà a svilupparsi, a strutturarsi, a pesare ulteriormente sul dibattito pubblico. A questo scopo, l’adesione sarà aperta ai suoi sostenitori nel mese di giugno.
*
La legge oggi è promulgata: è detta l’ultima parola? La speranza deve scomparire? La sconfitta è definitiva? No!
Il nostro movimento di opposizione, enorme ondata, non si fermerà, semplicemente perché è nato da un rifiuto innato, profondo, di una legge basata su una menzogna che riguarda tutti Francesi.
Rifiutiamo che la politica francese sia distolta dall’essenziale: le preoccupazioni urgenti dei cittadini che, oggi, fanno fronte ad una situazione economica e sociale drammatica.
Qualsiasi cosa succeda la fiamma della resistenza francese non deve spegnersi e non si spegnerà: essa è chiamata a rafforzarsi e a svilupparsi ancora di più. Continuerà a costruire questa diga che, sola, fermerà l’ondata di progetti che minano il bene comune, il futuro della società, i valori della Francia, il rispetto dell’Uomo e la vera democrazia.
Tenetevi pronti.
Le generazioni future dipendono da noi.
Non si abbandonerà nulla, mai, mai, mai!
Viva l’Umanità!
Viva la Francia!
(Traduzione dal francese di Chiara Mantovani)
Testo originale del Discorso: http://www.lamanifpourtous.fr/fr/toutes-les-actualites/561-discours-de-ludovine-de-la-rochere-presidente-de-lmpt
(Fonte: sito dell’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa)