Si può vivere la straordinarietà del Vangelo nell'ordinarietà della Vita

Valerie Regnier, della Comunità di Sant’Egidio, racconta come ha imparato a vivere concretamente l’amore per gli altri

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Nel corso della Veglia di Pentecoste del 18 maggio 2013, prima dell’incontro di Papa Francesco con i movimenti, le nuove comunità, le associazioni e le aggregazioni laicali in pellegrinaggio alla Tomba dell’Apostolo Pietro, ci sono state diverse testimonianze. Riportiamo quella di Valerie Regnier della comunità di Sant’Egidio. Nata nel 1973 a Parigi è dirigente del settore medico sanitario. Sposata, nel 1995 ha incontrato Sant’Egidio di cui oggi è responsabile per la Francia. Nella sua vita l’incontro con i poveri le ha fatto scoprire una nuova dimensione missionaria.  

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Valeire Regnier: Ho sempre pensato che sia una grande ricchezza che le persone vivano insieme e che la diversità umana sia portatrice di grande umanità per il mondo. Era il sentimento fortissimo che portavo nel cuore ma che non  riuscivo a vivere concretamente nella mia città a Parigi.

Era molto confusa nel mio cuore e nel mio animo e difficilmente era comprensibile sia a me che agli altri. Ero di buona volontà ma sola. Avevo un reale desiderio di costruire con gli altri un mondo migliore, più umano, con più amore soprattutto per i più poveri, i più vulnerabili quelli che sono ai margini della società.

Grazie a Dio ho incontrato una comunità cristiana che mi ha proposto di vivere il Vangelo. Mi proponeva di vivere quel sogno straordinario che confusamente era nel mio cuore e di viverlo in una vita ordinaria. Senza bisogno di andare all’altro capo del mondo. I poveri erano lì alla mia porta, alle porte di Parigi.

Che scoperta! Anziani soli a casa che aspettavano una visita, persone senza casa al centro di Parigi accanto alla cattedrale di Notre-Dame che hanno bisogno soltanto di amore, di riconoscenza, che si concretizza nell’incontro sulla strada in cui vivono. Bambini e giovani della periferia, sperduti ai piedi delle torri, che hanno ritrovato la speranza grazie a scuole della pace nelle quali imparano a vivere insieme la pace e la solidarietà

Ho imparato a vivere concretamente l’amore per gli altri, in particolare per i più poveri, come se fossero la mia famiglia, attraverso la preghiera comune, la frequentazione quotidiana della Parola di Dio e l’amicizia autentica e vera.

Che gioia poter vivere questa realtà, scoprire che è possibile vivere insieme umanamente e spiritualmente nella grande Parigi secolarizzata. La preghiera, i poveri, la pace: ecco ciò che cambia il mondo. Si, il mondo può cambiare! Si può vivere la straordinarietà del Vangelo nell’ordinarietà della Vita.  

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ZENIT Staff

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