Sin dall’elezione di papa Francesco, tra le case editrici si è scatenata la gara alle pubblicazioni di libri sul nuovo capo della Chiesa Cattolica.
In Jorge Mario Bergoglio. Francesco. Insieme (Piemme), Andrea Tornielli, vaticanista del quotidiano La Stampa, esordisce con la descrizione dell’annuncio del nuovo Papa, poi, in un paio di capitoli, si sofferma in una retrospettiva sul pontificato di Benedetto XVI e sull’arrivo dei cardinali per il conclave che ha eletto papa Francesco.
Tornielli dedica poi gran parte del libro alla descrizione della vita del nuovo papa in Argentina, partendo dall’emigrazione dei suoi nonni dall’Italia.
Per Jorge Mario Bergoglio il momento della definitiva scoperta della propria vocazione sacerdotale arrivò a diciassette anni, durante una confessione nella sua parrocchia.
Dopo l’ordinazione, il futuro papa fu impegnato in molteplici attività accademiche e pastorali. Riguardo al periodo della dittatura militare in Argentina (1976-1983), Tornielli osserva che le accuse, secondo le quali Bergoglio non avrebbe sufficientemente protetto due confratelli gesuiti dai militari e di aver collaborato con il regime, erano “false” e “costruite su dichiarazioni per sentito dire”.
Attraverso una serie di aneddoti sulle esperienze di vita di Bergoglio, Tornielli lo descrive come un uomo molto vicino alle persone, preoccupato dei loro problemi. Ne viene fuori il profilo di un sacerdote (poi diventato vescovo), semplice, affabile e saggio.
Secondo Tornielli, la sua vicinanza alla gente comune, in particolare ai poveri e ai malati, è stato un tratto caratteristico degli anni trascorsi come arcivescovo di Buenos Aires.
Tra gli altri libri recentemente pubblicati, vi sono un paio di traduzioni dallo spagnolo di alcune conversazioni. Il cielo e la terra (Mondadori), registra una serie di dialoghi tra l’arcivescovo di Buenos Aires e il Rabbino Abraham Skorka, originariamente pubblicati in Argentina nel 2010.
Numerosi argomenti di queste conversazioni di allora, sono emerse in tempi più recenti nelle affermazioni di papa Francesco. Ad esempio, il demonio è stato tra i molti temi esaminati, ed è un argomento che appare con una certa frequenza nei discorsi del nuovo papa.
Il demonio è una realtà, aveva detto alcuni anni fa il futuro pontefice, “ma il suo più grande successo in quest’epoca è stato quello di far credere che non esiste”.
“Uccidere nel nome di Dio è blasfemo”, disse Bergoglio nel libro citato: questa frase l’ha recentemente ripetuta come papa. Nel saggio a quattro mani con il Rabbino Skorka, l’affermazione viene pronunciata nel contesto della comprensione delle altre religioni.
Uccidere nel nome di Gesù, ha spiegato, trasforma l’esperienza religiosa in qualcosa di ideologico.
Il cardinale Bergoglio aveva rigettato anche ciò che lui stesso ha definito “la concezione liberale della religione”, ovvero qualcosa di consentito soltanto nei luoghi di culto e l’eliminazione della religione al di fuori di questi luoghi. L’uomo religioso integrale, ha spiegato, è un giusto e la giustizia religiosa crea cultura.
“La cultura creata da un uomo o da una donna che loda il Dio vivente, non è la stessa cultura creata dall’idolatra”, ha affermato Bergoglio.
In seguito, in una sezione dedicata all’educazione, il cardinale Bergoglio torna sul tema della cultura e afferma che le scuole devono includere in ciò che insegnano la visione religiosa del mondo, altrimenti priverebbero gli studenti di un’eredità culturale e religiosa.
Un altro libro che fa luce sul background dell’attuale papa è Papa Francesco. Il nuovo papa si racconta (Salani), a cura dei giornalisti Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti.
Dopo il capitolo iniziale, riguardante la famiglia e i primi anni di vita del futuro papa, le conversazioni si spostano sulla Chiesa e sulla situazione in Argentina.
In un capitolo sulla sfida dell’evangelizzazione, il cardinale Bergoglio mette in guarda dai sacerdoti che diventano amministratori, senza essere dei veri pastori. Il clero e, in generale, i cattolici devono uscire e cercare la gente, non rimanere confinati nel recinto della loro comunità.
Bergoglio mette anche in guardia dalla clericalizzazione della Chiesa, osservando che i laici hanno un potenziale che di cui non si approfitta pienamente.
I giornalisti gli chiedono se la Chiesa non esiga troppo dai suoi fedeli, in particolare per ciò che riguarda la morale sessuale. La Chiesa predica – risponde il porporato – ciò che è il meglio per le persone e le rende complete e felici.
In ogni caso, aggiunge, la morale sessuale non è il fulcro del messaggio cristiano, che è, piuttosto, il fatto che Dio si è fatto carne, ha sofferto, è morto ed è tornato alla vita.
In uno dei capitoli conclusivi, che esamina le problematiche sociali e politiche dell’Argentina, il futuro papa parla del bisogno di perdono, con riferimento al fermento politico che viveva il suo paese.
Bergoglio osserva che è molto difficile perdonare senza far riferimento a Dio, “perché la gente ha la capacità di perdonare solo se fa la personale esperienza di ricevere il perdono”.
Questi e altri libri ritraggono una persona con una profonda vita spirituale, che riesce a combinare la saggezza, una grande sensibilità verso i bisogni delle persone, la semplicità e l’umiltà. Qualità che sono diventate ampiamente evidenti nel breve periodo trascorso dalla sua elezione.