È possibile sposarsi prima civilmente e poi in chiesa?

Risponde padre Edward McNamara, L.C., professore di Teologia e direttore spirituale

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Un lettore statunitense ha posto la seguente domanda a padre Edward McNamara:

La mia fidanzata vuole sposarsi con rito religioso cattolico. Lei è cittadina irlandese ed io statunitense. Per motivi burocratici, stiamo pensando di sposarci prima civilmente negli USA e successivamente con rito cattolico in Irlanda. Temiamo però che la cerimonia civile possa compromettere il matrimonio religioso. Il sacramento del matrimonio è molto importante per noi. Non vogliamo rovinare tutto. Dunque la nostra domanda è se la Chiesa permette di essere sposati civilmente prima di unirsi  in matrimonio con rito religioso?– E.U., Arlington, Massachusetts (USA)

Pubblichiamo di seguito la risposta di padre McNamara:

Un primo principio da tenere presente è che la Chiesa non riconosce la validità del matrimonio civile tra due cattolici. Tutti i cattolici sono tenuti a seguire le procedure descritte nel Diritto canonico, anche se in casi speciali il vescovo ha l’autorità di dispensare da alcuni requisiti.

La questione del rapporto fra matrimonio civile e celebrazione sacramentale dipende dalle leggi di ogni Paese. Generalmente, le possibilità sono due:

La prima situazione è quella in cui il matrimonio religioso, di solito, ha effetti civili. Questo è il caso degli Stati Uniti, Irlanda, Italia e di molti altri Paesi. In ogni Paese c’è un iter particolare da seguire davanti alle autorità civili, ma alla fine c’è una sola cerimonia nuziale.

Ci sono alcuni casi in cui la Chiesa celebra un matrimonio con effetti soltanto sacramentali. Ad esempio, quando una coppia già unita in matrimonio civile successivamente desidera regolarizzare la sua situazione davanti a Dio. In questo modo potranno partecipare pienamente alla vita della Chiesa e, in particolare, saranno nuovamente in grado di ricevere la Comunione.

Nelle situazioni menzionate sopra, in cui la celebrazione religiosa ha effetti civili, il matrimonio civile non è una valida opzione per un cattolico. Allo stesso tempo, una precedente unione civile non è, come tale, un impedimento per una coppia che vuole unirsi in matrimonio sacramentale.

Diversa è la situazione in quei Paesi in cui il rito religioso non è civilmente riconosciuto. In questi casi di solito ci sono due “feste di nozze”, una civile e l’altra religiosa. Questo è il caso di molti Paesi europei e latino-americani.

Nella maggior parte dei casi la celebrazione civile precede quella religiosa. L’intervallo tra le due cerimonie può essere di solo alcune ore, alcuni giorni ma anche di più. Dal momento che la Chiesa non riconosce il rito civile, i cattolici non dovrebbero iniziare la vita coniugale se non dopo la celebrazione sacramentale.

Anche se non riconosce il matrimonio civile, in alcuni Paesi le autorità ecclesiastiche non consentono la celebrazione religiosa se non dopo il matrimonio civile. Si tratta soprattutto di una scelta pastorale per garantire la piena protezione legale di entrambi i partner, e il mantenimento di eventuali figli in caso di rottura e separazione.

Se tale precauzione non venisse presa, una persona – uomo o donna – potrebbe ritrovarsi vincolata in coscienza dall’unione matrimoniale ma con limitati mezzi di ricorso legale per quanto riguarda la custodia dei figli, beni o altre responsabilità condivise derivanti dal loro matrimonio.

Per quanto riguarda il caso particolare del nostro lettore, penso che se adempie bene i suoi compiti legali e fornisce tutta la documentazione necessaria, non vi sia alcun motivo per cui un matrimonio religioso civilmente riconosciuto in Irlanda non venga riconosciuto legalmente negli Stati Uniti.

Comunque, se esistono delle difficoltà particolari (per esempio se l’iter burocratico del matrimonio in un altro paese comporta delle difficoltà, dei tempi e dei costi sproporzionati alle possibilità della coppia), allora si può consultare il proprio vescovo locale per poter svolgere la parte civile nel proprio paese.

***

I lettori possono inviare domande all’indirizzo  liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.

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ZENIT Staff

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