Terzo annuncio della passione

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Gesù annunciò per la terza volta il suo futuro, usando la formula che diverrà nella professione di fede cristiana: “Dopo tre giorni risorgerà”. San Marco ci presenta Gesù che “cammina davanti ai suoi discepoli”, ai quali indirizza costantemente i suoi insegnamenti. E mentre il Signore parla della passione, Giacomo e Giovanni gli chiedono di sedere, nella sua gloria, uno alla sua destra e uno alla sua sinistra. Volevano fare cioè i ministri di quel regno di cui avevano sentito parlare. Questa richiesta rivela l’immaturità della loro fede, perché ignorano il precedente discorso di Gesù sulla donazione assoluta di sé per entrare nel regno di Dio.

Meditazione

Mentre sale verso Gerusalemme, Gesù, che voleva preparare gli Apostoli alla sua morte, per la terza volta chiaramente parla del mistero pasquale, cioè della sua passione, morte e risurrezione. Gli Apostoli pensavano ancora a uno sbocco trionfale della vita di Gesù e non potevano accettare una fine ingloriosa del Maestro. Eppure Gesù aveva cercato di prepararli a questo momento e tante volte aveva detto che il Figlio dell’uomo era a servizio del piano di amore del Padre, che per lui prevedeva la morte e la risurrezione e per noi la salvezza. Condizione necessaria per fare spiritualmente il cammino di morte e risurrezione del Signore per il suo discepolo è prendere la propria croce e mettersi alla sua sequela. La testa degli Apostoli era altrove, a un regno che Gesù doveva edificare e in cui avrebbero avuto una parte consistente di potere. Ma Gesù li richiama alla realtà. Essere suoi discepoli significa prendere la propria croce e seguirlo. Alla risurrezione, gli Apostoli, e quindi tutti noi, sarebbero arrivati solo attraverso la morte. E poi Gesù offre un insegnamento che deve contrassegnare la vita dei suoi discepoli: l’autorità è servizio. Chi sta più in alto nella Chiesa e nella società civile deve servire di più, non spadroneggiare e trattare gli altri come sudditi. Il modello rimane Gesù stesso, “che non è venuto per farsi servire ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.

Preghiera

«Mio Dio, fa’ che io mi consideri sempre come il servo di tutti, servo delle anime e servo dei corpi per fare il maggior bene possibile alle une e agli altri, servo nell’obbedire ogni volta che potrò farlo, servo nel prendere l’ultimo posto, servo non nel farmi servire ma nel servire i fratelli. O mio Dio, io sono il tuo servo e il tuo schiavo: fare la tua volontà è il mio cibo» (C. de Foucault).

Agire

Abbiamo sempre la disponibilità al servizio. Siamo accoglienti con i nostri fratelli e le nostre sorelle, veniamo incontro ai loro bisogni spirituali e anche materiali, se c’è bisogno. Solo così possiamo prendere parte alla Risurrezione di Gesù.

Meditazione del giorno a cura di monsignor Michele De Rosa, vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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