Tutto è possibile a chi crede, purché la sua preghiera sia umile, forte e coraggiosa. Lo ha detto questa mattina, papa Francesco durante la messa da lui presieduta a Santa Marta, alla presenza di alcuni dipendenti della Radio Vaticana, accompagnati dal direttore, padre Federico Lombardi.

Nel Vangelo di oggi (Mc 9,14-29), Gesù rimprovera l’incredulità ad alcuni discepoli, che non riescono a guarire un ragazzo. È l’atteggiamento in cui cadono molti cristiani quando mantengono un “cuore chiuso” che “vuole avere tutto sotto controllo”.

Quando i discepoli domandano al Maestro il perché della loro fallita guarigione, Gesù risponde che quella “specie di demoni non si può scacciare in alcun modo se non con la preghiera”.

Nessuno di noi è completamente immune all’incredulità, ha proseguito il Papa. Affinché Gesù possa compiere un miracolo, è necessaria una preghiera “umile e forte”, che “ci coinvolga tutti”.

Di seguito il Santo Padre ha riferito un episodio miracoloso accaduto in Argentina: la guarigione di una bambina di 7 anni data per spacciata. Il papà della piccola, in preda ad una apparente “pazzia”, decide di recarsi presso il santuario mariano di Lujan, distante 70 km, per chiedere una grazia alla Madonna.

Giunto alle 9 di sera al santuario, il poveruomo lo trova chiuso e scoppia in lacrime, continuando a pregare per tutta la notte, stringendo la cancellata di ferro con le mani: questo padre “lottava con Dio”, per ottenere la guarigione della figlioletta, ha commentato papa Francesco.

Rientrato in ospedale alle 9 della mattina seguente, l’uomo apprende dalla moglie, ancora incredula, della guarigione della bambina: una guarigione inspiegabile agli occhi della medicina, della scienza e della ragione.

“I miracoli ci sono”, ha commentato a tal proposito il Papa: per ottenerli, tuttavia, è necessario “pregare col cuore”, e “lottare per arrivare a quel miracolo”, di certo non con la “preghiera per cortesia” di chi promette ad altri un Pater noster o un’Ave Maria e poi se ne dimentica.

Una “preghiera coraggiosa” fu, ad esempio, quella di Abramo, che “lottava con il Signore per salvare la città”, quella di Mosè e di tante altre persone dotate di grande fede.

“La preghiera fa miracoli ma dobbiamo credere!”, ha proseguito il Pontefice. Ad ogni preghiera, possiamo chiedere a Dio: “Credo, Signore, aiuta la mia incredulità”. In questo modo sarà possibile pregare “con il cuore”, per le “guerre”, per i “rifugiati” e per tutti i drammi che agitano il mondo di oggi.