La semente gettata

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, sabato, 22 settembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Siamo alle ultime battute della prima lettera ai Corinti, e Paolo lancia l’annuncio della risurrezione con l’immagine del seme, che in modo diverso troviamo anche nel Vangelo. Siamo fatti per la vita, e la pienezza della vita ci è data solo da Cristo e dal suo Spirito. Non basta il corpo mortale che abbiamo a farci vivere per sempre. Come la semente, il “corpo animale” deve prima morire per risorgere come “corpo spirituale”, attraversato cioè dalla presenza dello Spirito Santo che ci rende simili all’uomo “celeste”, cioè a Cristo stesso.

Meditazione

La parabola del seme, raccontata da Gesù, indica che Dio è in dialogo con l’uomo. Un dialogo ha bisogno di due interlocutori. Il primo è Dio che lancia la semente. Il secondo è la terra, che la accoglie e la fruttifica. Neanche il seme più potente può crescere sopra l’asfalto. È vero che i semi attecchiscono anche negli interstizi delle rocce e nelle fessure delle antiche cattedrali, fiorendo in robusti germogli: questo indica che a Dio basta anche un piccolo spazio umano per fecondare e far fruttificare una vita. Ma la grazia non agisce mai a senso unico. In realtà il fiore più bello della grazia germoglia quando l’uomo stesso collabora, quando il dono di Dio viene raccolto fino a sbocciare nella libertà e nella fantasia delle persone. È venuto Gesù, ha incontrato e chiamato, uomini e donne hanno alzato il capo e hanno imparato a vivere, amando, donando, tessendo rapporti di umanità riconciliata. Anche san Paolo parla della semente gettata, ma un semplice chicco di grano non ha possibilità di vivere per sempre. La potenza di Dio, la forza della risurrezione di Cristo, la grazia dello Spirito Santo ci fanno vivere e rivivere. Quando il seme viene gettato, si confonde con la terra, sembra anch’esso un grumo di terra. Occorre che marcisca e muoia, per arrivare a germogliare e a rivivere. Gesù, seme gettato nel profondo della terra umana, è germogliato nella risurrezione. Quando Gesù viene seminato in noi, nel Battesimo, nei sacramenti e attraverso tutta la vita della Chiesa, ci rende partecipi del suo destino di morte e risurrezione. La sua morte e la sua vita diventano il nostro stesso percorso e il nostro destino: Egli è la semente che ci ridesta, ci risana, ci fa vivere.

Preghiera

Rendimi, Dio mio, umile senza finzione, lieto senza dissolutezza, triste senza sconforto, maturo senza rigidità, pronto senza leggerezza, verace senza doppiezza, timorato di Te senza disperazione, speranzoso senza presunzione, ammonitore del prossimo senza ipocrisia e suo edificatore con la parola e con l’esempio senza orgoglio (San Tommaso dAquino).

Agire

Mi impegno a gettare qualche semente nel cuore delle persone che incontro attraverso le parole del Vangelo, o anche a sostenere con un’offerta in denaro un’opera missionaria.

Meditazione del giorno a cura di Don Angelo Busettotratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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