ROMA, venerdì, 22 giugno 2012 (ZENIT.org) – Sabato 16 giugno, alle ore 16,20, è volata in cielo Enrichetta Beltrame Quattrocchi, figlia dei Beati Luigi e Maria, sorella di Suor Cecilia, don Tarcisio e Padre Paolino.
Enrichetta è venuta alla luce il 6 aprile 1914, dopo una gravidanza, la quarta, che si è svolta senza problemi fino al quarto mese, ma poi si è rivelata a grave rischio di morte per quei tempi, con emorragie continue per placenta previa.
Un ginecologo di fama decretò in quella occasione una duplice sentenza di morte e consigliò senza mezzi termini l’interruzione della gravidanza, per salvare almeno la madre. A fronte dei tali fondati timori, Luigi e Maria, diafana e anemizzata, incrociarono i loro sguardi impietriti, li puntarono sul Crocifisso che dominava la parete e, in totale sintonia di fede, opposero il loro inequivocabile “no”. Era un sì alla vita di Enrichetta.
Don Tarcisio racconta: “Il ginecologo, interdetto e disorientato, in piedi al capezzale di Maria, si rivolge a nostro padre con una replica ancora più esplicita e impietosa: ‘Ma non si rende conto, avvocato, che in questo modo lei si dispone a restar vedovo con tre bambini a cui provvedere?’ (…) Ancora un incrocio di sguardi velati dalle lacrime trattenute a fatica, e senza esitazioni il no rimane no!”.
Enrichetta aggiunge: «La risposta negativa data al ginecologo coinvolgeva quasi più nostro padre che la mamma: le conseguenze, infatti, previste dal medico avrebbero pesato moltissimo sì sulla mamma, che avrebbe sacrificato la sua ancor giovane vita, ma mi pare ancor più su nostro padre, che privato della sposa che amava quasi più di se stesso, avrebbe dovuto pensare a tirare su i tre piccoli virgulti di 8, 6 e 4 anni».
Redi Maghenzani, il regista dello spettacolo “Un’aureola per due” descrive la scena: “Una cappa di piombo incombe su tutta la famiglia. Unica fonte di luce la illimitata fiducia in Dio e nella santissima Vergine. La piena, totale comunione dei due cuori si fa più salda che mai”. Infatti quel periodo fu considerato a distanza da tutta la famiglia come una riserva di grazie, tant’è che quando Enrichetta ricordava alla mamma le sofferenze patite per la sua nascita, Maria la correggeva lodando piuttosto la prodigalità di Dio.
Enrichetta, la figlia che non doveva nascere, è stata molto longeva (98 anni compiuti) e soprattutto è rimasta al fianco dei genitori, assistendoli fino alla morte, nella sua consacrazione laica a Dio. E’ stata anche un richiamo luminoso per i fratelli, don Tarcisio e Padre Paolino, quando i genitori non c’erano più e la casa di via Depretis continuava ad essere meta di amici, ammiratori, sposi desiderosi di vivere una più profonda spiritualità coniugale e familiare.
Non pochi a Roma ricordano Enrichetta come professoressa di storia dell’arte negli istituti superiori, come volontaria della Croce Rossa, dell’ACISJF (l’Associazione Cattolica Internazionale al Servizio della Giovane – Protezione della Giovane) e della San Vincenzo.
Dal giugno 2010 Enrichetta ha voluto fortemente e sostenuto l’associazione ispirata ai suoi genitori, a servizio delle famiglie, denominata AMARLUI, con un’impronta di spiritualità laicale e sponsale. Ci ha chiamato a presiederla investendo fiducia soprattutto nel buon Dio e nell’assistenza dei suoi genitori.
Con lei l’associazione ha organizzato una riuscita manifestazione nel decimo anniversario della Beatificazione, 25 novembre 2011, in Campidoglio, presenti, tra gli altri, Mons. Luciano Suriani, Maria Voce presidente del Movimento dei focolari, Salvatore Martinez, presidente del Movimento dei carismatici.
Enrichetta ha testimoniato in innumerevoli occasioni la sua gioia per aver sperimentato gli infiniti doni scaturiti dall’unità d’amore e di fede tra i genitori, nel loro forte attaccamento al Cristo e alla Chiesa. Lo ha fatto in modo speciale tutte le volte che si commuoveva ascoltando gli attori che leggevano brani delle lettere di Maria e Luigi, accompagnati dalle musiche di Giacomo Maria Danese. Faceva di tutto per raggiungere, salvo impedimenti, le diverse città in cui veniva rappresentato lo spettacolo (oltre 65 volte).
Al termine dell’ultima rappresentazione, in occasione del Decimo anniversario della Beatificazione il 25 novembre 2011 alla Domus Pacis, (organizzato in sintonia con l’Ufficio Famiglia della CEI), Enrichetta concludeva: «La loro vita di coppia è stata caratterizzata da una gara di rispetto, di dedizione, di reciproca amorevole dipendenza e ubbidienza, in una comune ricerca del “meglio” dell’altro, a livello eminentemente spirituale, in una sintonia di anime nella quale lo stesso concetto di ubbidienza veniva superato da una trascendente esigenza di carità, proiettata, da una parte e dall’altra alla realizzazione di quanto potesse essere di maggior gradimento e di maggior bene per l’altro, anche nell’amorevole esercizio della correzione fraterna, o di sinceramente umile consultazione».
Ora che Enrichetta ha raggiunto i suoi in Paradiso, molti desiderano onorare tutta la famiglia, in quanto tale, per aver vissuto e testimoniato una sorta di santità collettiva, ciascuno a suo modo e nella specifica vocazione. L’associazione Maria e Luigi, da lei tanto desiderata, continuerà a fare la sua parte per rafforzare la rete già esistente con gruppi in 20 diocesi e con contatti con una quindicina di Paesi all’estero.