ROMA, giovedì, 31 maggio 2012 (ZENIT.org).- Storie di uomini e donne che sono riusciti a conciliare il lavoro e la famiglia. La top manager spagnola Nuria Chinchilla, il Direttore delle Risorse umane di una grande società Miriam Filella, l’imprenditore Enzo Rossi, il banchiere portoghese Josè Iglesias Soares sono stati i protagonisti della tavola rotonda moderata dal giornalista di Avvenire Francesco Ognibene dal titolo “La conciliazione di famiglia lavoro e festa: alcune buone pratiche”, una delle sessioni pomeridiane del Congresso Internazionale Teologico Pastorale, cuore del VII Incontro Mondiale delle Famiglie.
“Spesso i dirigenti non capiscono le necessità e la realtà della famiglia. Ecco il valore di una ricerca che possa fare una diagnosi della situazione dell’ azienda che può così muoversi sulla base di dati scientifici” – spiega Nuria Chinchilla, una delle due donne in Spagna nella lista “Top Ten Management”, Direttore dell’International Center for Work and Family e dello IESE Business School. “Abbiamo rilevato – continua – che là dove le aziende favoriscono la conciliazione famiglia – lavoro i dipendenti sono più produttivi e vi è un coinvolgimento nella vita aziendale del 300 per cento. Un comportamento etico e umano all’interno dell’azienda ha ripercussioni positive”.
Miriam Filella, direttrice delle Risorse Umane presso Endesa SA, ha raccontato la sua esperienza che l’ha portata a coinvolgere i dirigenti nello studio di nuove politiche familiari orientandoli “sui risultati e non sulla presenza del dipendente sul posto di lavoro”. Promossa quindici giorni prima di partorire la seconda bambina, la dott.ssa Filella spiega: “L’azienda ha messo in atto iniziative concrete per la conciliazione famiglia – lavoro: dalla consulenza medica sul posto del lavoro, al take away, alla riduzione dell’orario nei primi mesi di vita dei figli senza riduzione dello stipendio, permessi pagati per portare i bambini dal medico o a scuola”.
Enzo Rossi, proprietario dell’azienda La Campofilone, che produce pasta all’uovo, ha provato a vivere un mese con la paga media degli operai italiani. “Il 20 del mese – dice – i soldi erano già finiti ed abbiamo deciso, io e mia moglie, di aumentare lo stipendio a tutti i dipendenti di 200 euro netti”.
Josè Iglesias Soares pone l’accento sulla responsabilità sociale del singolo e delle imprese, ma anche dei governi: “Famiglie e imprese sostengono gli Stati con le loro contribuzioni fiscali, pertanto le spese dei Governi devono essere controllate, al fine di ottenere politiche famigliari e assistenziali che assicurino l’equilibrio tra vita e lavoro”.