A Palermo la risposta della scuola ferita

Una riflessione sul “vile attentato” di Brindisi

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di Giuseppe Adernò

ROMA, venerdì, 25 maggio 2012 (ZENIT.org) – I ventimila studenti, che hanno partecipato il 23 maggio alla Giornata della legalità a Palermo nel ricordo del XX anniversario della strage di Capaci, nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie e la sua scorta, hanno dato la risposta concreta al vile attentato di Brindisi che ha colpito per la prima volta la scuola e gli studenti, seminando terrore e paura.

Hanno partecipato alla manifestazione anche le compagne di Melissa ed hanno letto pensieri di sogni troncati e speranze infrante. Alle due navi della legalità, simbolicamente battezzate con i nomi “Giovanni” e “Paolo”, il prossimo anno si auspica di poter aggiungere anche un’altra nave intitolata a “Melissa”, vittima innocente di una tragedia che non ha precedenti.

La scuola, da sempre luogo sicuro e protetto, è stata ferita ed offesa nella sua immagine di palestra di democrazia e luogo di educazione integrale dell’uomo e del cittadino.

Colpire la scuola, presidio di legalità, hanno dichiarato diversi uomini politici, è stato come colpire il cuore della società ed ora che si vede il cuore colpito si auspica che vengano presi i dovuti provvedimenti per non farla morire di solitudine.

Il Ministro Francesco Profumo, nell’accorata lettera inviata agli studenti ha promesso e si è impegnato, dicendo “vedrete che non sarete lasciati soli”. “I terribili fatti di oggi sono un segno di debolezza e d non di forza di chi li ha colpiti”, ha detto.

Il Presidente Napolitano ha assicurato che “i colpevoli di tali strage non resteranno impuniti”.

Non si può cedere alla paura e chiudersi nel guscio dell’indifferenza, hanno detto con i fatti i numerosi studenti di tutta Italia, presenti al lungo corteo che si è concluso presso l’Albero Falcone, simbolo della lotta alla mafia.

E’ stato richiesto al Ministro Profumo di restituire alla scuola italiana l’ora di Educazione Civica, anche con il nome di “Cittadinanza e Costituzione”, ma come ora di lezione autonoma, obbligatoria per tutti e anche come materia per la quale si assegna un voto da scrivere in pagella, così da considerare l’educazione alla legalità un impegno e un dovere per tutti e non un semplice progetto. affidato alla buona volontà di alcuni docenti e quindi destinato solo ad alcuni studenti.

Mentre proseguono le indagini sui fatti di Brindisi l’invito a “Reagire”, più volte ripetuto in queste ore, non può restare legato all’emozione del momento, ma si esprime con il forte impegno dei singoli studenti e delle famiglie e della scuola nel mostrare coraggio e coerenza ai valori, come lo hanno dimostrato da veri testimoni i numerosi “martiri” e “servitori dello Stato” uccisi da mani assassine per eseguire ordini e progetti di mafie conto lo Stato e contro l’uomo.

g.aderno@alice.it

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ZENIT Staff

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