Cosa sarebbe il mondo senza famiglie?

Il Presidente di “Cristiani per servire” sottolinea le famiglie per l’amorevole cura dei deboli

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di Franco Previte,
Presidente di “Cristiani per servire”

ROMA, venerdì, 18 maggio 2012 (ZENIT.org).-Sul tema “La Famiglia, il Lavoro e la Festa” si terrà a Milano dal 29 maggio al 3 giugno 2012 il “7° incontro Mondiale delle Famiglie”.

I testi della catechesi realizzati dalla Diocesi di Milano e dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, rappresentano, come ha detto il Cardinale Tettamanzi, “un’occasione propizia per ri-lanciare e ri-saldare le sfide che trent’anni fa l’Esortazione Apostolica Familiaris Consortio e l’Enciclica Laborem Exercens di Giovanni Paolo II° ci hanno consegnato” e allo stesso tempo “innervare il cammino di tante Diocesi in tutto il mondo e diventare un riferimento utile non soltanto per le iniziative della Pastorale Familiare e del Lavoro”, ma avrà l’opportunità “di vivere sfide che sono esattamente quelle di ogni Famiglia”.

E’ necessario considerare che la Famiglia non è solo quella dove “imperano” i problemi di una società, dove il rapporto fra i coniugi è “amorevole”, dove si “educano” alla legalità i propri figli, dove si “rispettano” i genitori anziani, ma è anche Famiglia quella dove si “curano” i propri membri disabili ed ammalati!

Forse oggi i temi etici e della morale proposti all’osservanza delle norme sono “allentati” e nessuno vuol essere vincolato e nessuno si sente responsabile di ogni “cosa”, tutti vogliono farci “conoscere qualche cosa” . In poche parole si assiste ad una solidarietà un po’ superficiale, “condensata” da una esteriorità e da un relativismo “smodato”, come avverte spesso il Santo Padre Benedetto XVI°, privi entrambi da ogni esteriorità, da ogni substrato profondo.

L’etica moderna forse è un invito a trasgredire, a volte i mass media “spingono” in anomala maniera verso un senso non di libertà, ma di libertinaggio, mentre una volta (oh! che rimpianti) esisteva la virtù di “frenare” o quella della “equità”, giustizia non a rigor di legge, ma con una certa ragionevole moderazione.

Oggi assistiamo all’affermarsi del fenomeno della frammentarietà e per questo è difficile e spesso vana la ricerca di un “senso” e “non pochi si chiedono se abbia ancora un senso porsi una domanda sul senso”, scrisse il Beato Giovanni Paolo II° nella Lettera Enciclica Fides et Ratio, una degradazione della ragione senza ricercare la verità (punto 81 capitolo VII°).

Questo “passo” del Beato ci invitava e ci invita tutt’ora a raccogliere ed esaminare la realtà in tutta la sua drammaticità, perché oggi il cittadino che continua nella strada della morale ha il timore di perdere quei diritti che fanno parte dell’etica civile, cioè il rispetto della dignità della persona.

La nostra società sta affrontando una crisi di civiltà. In questo contesto la famiglia soffre di più, ma rimane il punto fermo da cui ripartire.

Se si distrugge la famiglia, come si può riconquistare quei valori morali indispensabili per costruire un futuro di civiltà?

Nei momenti difficili della vita non possiamo restare sul monte delle nostre congetture ed estraniarsi dal mondo, ma è necessario il coraggio di prendere coscienza della nostra povertà interiore e del nostro egoismo. (Oh! quanto ce né !)

Bisogna difendere la vita, la libertà, la famiglia affinché non si abbatta definitivamente ciò che resta della nostra società.

La famiglia, deve restare oggi salda e dare continuità alimentando amore e speranza.

Questa deve essere la sintesi di un più moderno concetto di libertà, di azione, di proposizione, di convivenza civile che costituisce il senso della vita, il rispetto della dignità umana e della libertà.

Con le parole del Beato Giovanni Paolo II°: “Andiamo avanti con speranza”!

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ZENIT Staff

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