Approvati gli Statuti della Comunità Cattolica Shalom

Il cardinal Rylko consegna il decreto di approvazione definitva ai fondatori

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ROMA, martedì, 15 maggio 2012 (ZENIT.org) – Venerdì scorso, 11 maggio, presso il Pontificio Consiglio per i Laici, la Comunitá Cattolica Shalom ha ricevuto il decreto di approvazione definitiva dei suoi Statuti.

La consegna del decreto e del testo finale degli statuti da parte delcard. Stanislao Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, è avvenuta alla presenza di sua Ecc. Mons. Josef Clemens; di Mons. Miguel Delgado; del fondatore e della cofondatrice della Comunità Cattolica Shalom, Moysès Louro do Azevedo Filho e Maria Emmir Oquendo Nogueira e di alcuni missionari Shalom in rappresentanza del Brasile e dei Paesi in cui la comunitá è presente .

“Ogni movimento ecclesiale quando nasce è un piccolo seme che possiede dentro di sé il desiderio di annunciare Cristo fino agli estremi confini della terra” ha dichiarato il cardinale Stanislaw Rylko durante l’atto di consegna e lettura del decreto.

“Credo che sia stato anche questo il vostro desiderio di 30 anni fa – ha aggiunto – quando eravate un piccolo gruppo di giovani tutti animati dallo stesso desiderio: portare Cristo agli altri giovani, al mondo intero. Questa profezia oggi si é realizzata ora siete presenti in 16 Paesi del mondo”.

Oggi, ha proseguito il poporato, “la Chiesa, vi dá questo sigillo definitivo di autenticità del vostro carisma, un atto di fiducia e di amore nei vostri confronti, e vi ringrazia per la vostra opera di evangelizzazione in questi 30 anni. Allo stesso tempo vi augura che, fedeli al vostro carisma, possiate continuare con rinnovato impegno e crescente generosità a servire la Chiesa stessa e l’umanitá intera”.

“Questo di oggi non è un punto di arrivo ma di partenza; la Chiesa vi incoraggia, vi manda e vi dice: andate e annunciate il Vangelo al mondo intero” ha infine esortato il cardinal Rylko.

A seguire, ha preso la parola Moyses Azevedo, fondatore della Comunitá Cattolica Shalom, che si é rivolto ai presenti dicendo: “Nella persona dei superiori di questo Dicastero, che è la ‘casa dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità’, vorrei ringraziare il Santo Padre. Il ‘nuovo concetto di annunciatori’ dei movimenti e nuove comunità trova necessariamente il suo sostegno nel detentore di un ministero ecclesiale universale, nel Papa, quale garante dell’invio missionario e dell’edificazione dell’unica Chiesa”.

Citando l’allora Cardinale Ratzinger, nel congresso mondiale dei movimenti ecclesiali del 1998, Azevedo ha affermato che “il papato non ha creato i movimenti, ma è stato il loro essenziale sostegno nella struttura della Chiesa, il loro pilastro ecclesiale”.

Ritornando col pensiero agli inizi della Comunitá, il fondatore ha poi raccontato di uno speciale incontro, nel Congresso Eucaristico Nazionale del 1980, che cambió la sua vita: “L’incontro tra me, un giovane di vent’anni e il successore di Pietro, il nostro indimenticabile BeatoGiovanni Paolo II. Ero stato scelto per offrire qualcosa al Papa, in nome dei giovani, e davanti a Dio e a lui, non volevo offrire altro se non tutta la mia vita in favore dell’evangelizzazione. Prima di tutto l’evangelizzazione dei giovani, e, con loro, di tutti gli uomini lontani da Cristo e dalla Chiesa”.

Lì, ai piedi di Cristo e ai piedi del successore di Pietro, Azevedo ha ricordato di aver ricevuto “una grazia che non potevo prevedere, e che ancora oggi è molto più grande di noi. Da quell’incontro è scaturita la grazia che, due anni dopo, nel 9 luglio dell’82, avrebbe fatto nascere la Comunità Cattolica Shalom”.

“In questi trent’anni abbiamo fatto un lungo percorso – ha proseguito -. L’azione dello Spirito Santo, attraverso le grazie e le sfide, e con la costante cura pastorale della Chiesa, ci ha sempre accompagnato fino a questo momento. I nostri Statuti sono il frutto di questo cammino che il Signore ha percorso insieme a noi: il cammino della pace, le cui fondamenta si trovano nel Vangelo di Giovanni (Gv 20,19-29)”.

In questo brano evangelico, infatti, il Risorto che è passato per la croce, “incontra i suoi discepoli e comunica loro lo Shalom, la pace” ha spiegato infine il fondatore. “Gesù gli fa contemplare il suo cuore aperto, soffia su di loro lo Spirito Santo e li invia come un solo corpo, testimoni della Sua Risurrezione”.

E proprio percorrendo questo cammino che si snodano i tre pilastri su cui si basa la Comunitá cattolica Shalom: contemplazione, unità ed evangelizzazione.

 

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ZENIT Staff

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