di Paola De Groot – Testoni
AMSTERDAM, lunedì, 7 maggio 2012 (ZENIT.org) – Il Museo della Bibbia (Bijbelsmuseum) di Amsterdam sta vivendo una fase di trasformazione: da museo didattico si sta trasformando in un vero centro vivo e vitale, dove accolto in una vera casa, uno splendido palazzo patrizio, il visitatore può scoprire il ruolo fondamentale della Bibbia in tutti gli aspetti dell’arte e della cultura nella civiltà occidentale.
Questo processo viene anche sottolineato dall’esposizione attuale La fede nella natura, che ha l’ambizione di fornire qualche chiave di lettura ragionata e corretta sull’arte pittorica del XVII secolo e sulle sue implicazioni religiose. Unisce infatti alla bellezza dei fiori il messaggio morale della Bibbia, attraverso il linguaggio simbolico delle nature morte. Per capire meglio questo processo e tutte le sue implicazioni, intervistiamo Judikje Kiers, dall’ottobre 2009, direttrice del Museo.
Quando e come nasce questo museo?
Judikje Kiers: Questo museo nasce nel XIX secolo, per poter finalmente mostrare l’ampia collezione che un reverendo olandese aveva accumulato nel corso dei decenni: si trattava non solo di esemplari della bibbia ma anche di frammenti archeologici e di ricostruzioni di oggetti biblici come per esempio il modello del Tempio di Salomone. Molto presto divenne una mostra itinerante che veniva mostrata nel paese con fini didattici. Solo più tardi tutto il materiale venne ospitato in un museo vero e proprio, inizialmente a Utrecht e, dal 1975, qui ad Amsterdam, in una delle più belle case patrizie dell’Herengracht risalente al 1662, una casa ricca di storia e di arte, con splendidi decori ed affreschi.
In questo momento, il Museo della Bibbia di Amsterdam, sta vivendo una fase di trasformazione, qual è lo scopo che vi siete prefissati?
Judikje Kiers: Vorremmo che il museo prendesse realmente vita e diventasse una casa aperta al pubblico, dove i nostri visitatori, sempre numerosissimi, possano trovare proprio l’accoglienza della casa e tutte le informazioni necessarie circa l’influenza della Bibbia nella nostra vita quotidiana e nella nostra cultura occidentale. La nostra storia, la pittura, la musica: tutto è stato influenzato dalla religione e dalla Bibbia e anche ora, nella vita di tutti i giorni, possiamo trovarne ovunque le sue tracce. Il compito del nostro museo è proprio quello di aiutare le persone che ci visitano a riconoscere che tutta la nostra cultura è impregnata del contenuto della Bibbia, vorremmo formare una connessione tra la storia biblica e la vita attuale, tra la religione e la cultura. Una casa meravigliosa come questa, situata proprio nel centro storico, può essere davvero il luogo ideale per combinare tutte queste funzione: ritrovarsi a discutere e a dibattere su questi argomenti ma anche godere della bellezza estetica dell’arte ispirata dalla Bibbia. In questo momento abbiamo un’esposizione nella quale sono presenti tutti questi aspetti: mostriamo una stupenda collezione di quadri del XVII secoli raffiguranti composizioni floreali provenienti da una collezione privata. Questa esposizione mostra perfettamente come in quel secolo le persone pensassero che la fede e la bibbia facessero normalmente parte della vita, al contrario di noi che spesso le separiamo. Queste composizioni a noi contemporanei sembrano fortemente realistiche, in quanto tutti i tipi di fiori sono disponibili tutto l’anno. Per le persone di allora questo era impossibile, i bouquet di fiori qui magistralmente dipinti, sono quindi prettamente composizioni simboliche che portano un messaggio morale riflettendo, ad esempio, la Vergine Maria o qualche particolare passo biblico. Diventa quindi una mostra che combina la bellezza delle composizioni floreali con i loro messaggi e significati nascosti e ne rivela al pubblico i codici simbolici, correlati alla fede.
Il Museo della Bibbia è supportato da oltre 10.000 donatori, un numero veramente notevole. In questo periodo di transizione da museo didattico a centro di incontro e dibattito sulla Bibbia, qual è il loro ruolo?
Judikje Kiers: Una splendida tradizione del Museo della Bibbia è questo incredibile numero di donatori. Ogni anno offrono un contributo finanziario ma sono anche un sostegno personale visitandolo loro stessi e portando con loro altri visitatori. La maggior parte di questi sono credenti: credono in Dio e in quello che c’è scritto nella Bibbia e sono favorevoli a questa trasformazione, da museo didattico ad centro vivo nel centro di Amsterdam, dove si aiuta il visitatore, attraverso mostre e dibattiti, ad entrare in maniera più approfondita nei temi biblici.
C’è stata anche la proposta di cambiare il nome del Museo e togliere la parola Bibbia, ma voi avete rifiutato. Perché?
Judikje Kiers: Nella nostra cultura la Bibbia è talmente importante che credo che debba essere citata nel nome del Museo stesso. Questo Museo è un museo tematico e il tema centrale è proprio la Bibbia. Il punto è come possiamo sviluppare questo tema, come possiamo riflettere sulla Bibbia e come possiamo metterla in connessione con gli aspetti della vita e con i libri delle altre religioni monotematiche come la Torah e il Corano. Possiamo ampliare il tema ma il punto centrale deve restare la Bibbia e per questo la vogliamo mantenere anche nel nome.