ROMA, mercoledì, 2 maggio 2012 (ZENIT.org) – “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Con queste parole del Mahatma Gandhi che hanno il sapore di una sfida, 2.500 giovani italiani al 42° Meeting di Loppiano si sono fatti domande ed hanno delineato progetti per ridare speranza.
A chi? “Ai miei amici che dubitano del futuro, che non hanno un lavoro, a chi vuole farla finita, a chi non ha più il coraggio di rischiare, a chi dice che tanto non cambierà mai nulla” spiega Luca di Cuneo, uno dei Giovani per un Mondo Unito dei Focolari (GMU), organizzatori della manifestazione.
In un collegamento streaming mondiale con centinaia di giovani di oltre 150 città del globo si è fatto il punto sulle azioni di fraternità in corso, privilegiando in le testimonianze di chi vive in situazioni estreme, di guerra e violenza, come i giovani della Siria. “Un giorno – racconta Sami – uno di noi era al lavoro quando sono iniziate le sparatorie. Tra la gente in fuga ha visto una mamma con i suoi figli che, terrorizzati, non sapevano cosa fare, e piangevano.
È corso ad aiutarli, prendendo un bambino nelle braccia e rimanendo con loro finché sono arrivati al sicuro. Tornando a casa, dentro di sè, ha avvertito una grande gioia: certo, era una piccola cosa ma anche questo era uno dei ponti verso un mondo più unito e solidale”.
Sono centinaia i progetti di ogni tipo che i GMU portano avanti ovunque: dai programmi di aiuto agli ultimi, alla partecipazione in politica, all’impegno nelle scuole e nelle università, nello sport. E hanno come minimo comune denominatore “Immettere in ogni cellula della società il germe della reciprocità.
Nel pomeriggio ben 9 forum hanno impegnato i giovani nei campi più spinosi e accattivanti del vivere umano oggi: il senso dell’impegno politico, la sfida dell’orizzonte multiculturale, famiglia e crisi, la capacità di fare scelte personali e collettive. “Capisco che la mia vita passa per questi mondi – spiega Giorgia di Caserta, per la prima volta al Meeting – ho partecipato al forum sulle città multiculturali e mi porto via questo: tutto dipende da me, inclusione o esclusione sociale compresa”.
Al Meeting del 1° maggio i GMU hanno lanciato il Genfest, manifestazione mondiale che si svolgerà a Budapest dal 31 agosto al 2 settembre prossimi aperta ai giovani che vogliono immettere la fraternità nel circuito della propria vita ed oltre.
Dal Meeting parte anche un’azione mondiale: il UNITED WORLD PROJECT, spiega Jacopo, uno degli organizzatori: “Ci impegnerà per un anno a raccogliere migliaia di firme in tutti i nostri Paesi: ogni firma sarà un impegno, un patto che stringeremo, una rete che crescerà per innescare un cambiamento concreto a partire dalla nostra vita per incidere nell’economia, lavoro, mass media, sport, politica”.
Poi un secondo passo: la creazione di un Osservatorio mondiale permanente di fraternità universale presso l’ONU. “Con la rete mondiale di persone che stiamo costruendo vogliamo monitorare le “scelte di fraternità” di singoli cittadini o di interi popoli e promuoverne l’idea in tutti i modi possibili, dare il nostro contributo a farne crescere la cultura, fino a renderla sempre più visibile e riconoscibile anche delle istituzioni politiche internazionali”.
I GMU a New York hanno già preso contatto con le Nazioni Unite per presentare il progetto. L’obiettivo è ottenere che l’Osservatorio della fraternità universale venga riconosciuto come mattone fondamentale per la pace e lo sviluppo dei popoli.