ROMA, venerdì, 16 settembre 2011 (ZENIT.org).- Il Vescovo William Shomali, ausiliare di Gerusalemme e vicario del Patriarcato Latino per Gerusalemme e i Territori Palestinesi, ha chiesto preghiere per la Terra Santa e ha esortato i cristiani di tutto il mondo a rimanere vicini alla regione e alla sua popolazione.
Il presule ha parlato con un gruppo di rappresentanti dell’associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) che stava compiendo un viaggio in Terra Santa e ha ricordato loro che “il Signore ci ha detto di pregare per la pace. Gerusalemme otterrà la pace attraverso il potere di Dio, e non solo attraverso gli atti dei politici”.
La preghiera è ancor più importante in un momento in cui si temono ulteriori episodi di violenza la prossima settimana, visto che l’Autorità Palestinese vuole trasformare il suo status attuale di osservatore senza diritto di voto in quello di pieno membro delle Nazioni Unite.
Nelle prime ore di questo giovedì mattina, tre automobili sono state date alle fiamme a Beit Furik, appena fuori Nablus.
Secondo l’agenzia Reuters, il portavoce dell’Autorità Palestinese Ghassan Khatib ha riferito di un’escalation di attacchi contro i villaggi palestinesi nella West Bank da parte dei coloni israeliani.
Khatib ha dichiarato che nelle ultime due settimane ci sono stati molti incidenti, tra cui attacchi a tre moschee.
Di questo giovedì è anche la conferma che il Presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas si rivolgerà all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite venerdì 23 settembre.
In risposta a questo, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che si recherà a New York la prossima settimana per opporsi a qualsiasi mossa che possa portare al riconoscimento dell’Autorità Palestinese come 194° membro delle Nazioni Unite.
Anche se molti cristiani sono emigrati all’estero a causa dei problemi che affrontano in Terra Santa, il Vescovo Shomali, che viene da Beit Sahour, vicino Betlemme, ha sottolineato l’importanza del fatto che i fedeli restino nella regione.
“La missione e la chiamata dei cristiani è a restare in Terra Santa e a lavorare per il cambiamento”, ha detto. “Vogliamo cambiare, ma vogliamo un cambiamento pacifico”.
Il Vescovo Shomali ha poi sottolineato l’importanza delle visite a Gerusalemme e ha incoraggiato i cristiani a recarsi nella regione.
“La Terra Santa ha bisogno di voi, e voi avete bisogno della Terra Santa”, ha dichiarato.
A suo avviso, i pellegrinaggi possono aiutare i cristiani a rinnovare la propria vita e ad approfondire le Sacre Scritture.
Gaza
Il Vescovo ha anche chiesto la fine del blocco israeliano di Gaza.
Il mese scorso sono iniziati alcuni attacchi aerei su Gaza dopo che il Comitato di Resistenza Popolare aveva attaccato un autobus che trasportava soldati israeliani, uccidendo 14 persone.
In quell’occasione, padre George Hernández, parroco della chiesa della Santa Famiglia a Gaza, ha confessato ad ACS che “i bisogni della popolazione e le umiliazioni che deve sopportare quotidianamente sono insopportabili”.
Suor Davida, il cui ordine, la Congregazione delle Suore Missionarie del Santo Rosario, gestisce una scuola di 630 alunni a Gaza, ha riferito all’associazione che i bambini risentono ancora della guerra del 2008-2009.
“Durante la guerra, molte ragazze sono morte per attacchi di cuore – ha ricordato –. Ancora oggi, molti bambini reagiscono al rumore degli aerei con paura e panico”.
Il Patriarcato Latino di Gerusalemme finanzia due scuole nella parrocchia di padre Hernández, frequentate da 1.100 ragazzi e ragazze.
Come la scuola delle Suore Missionarie del Santo Rosario, questi istituti accettano gli studenti indipendentemente dalla loro religione, e infatti la maggior parte degli allievi viene da famiglie musulmane.