MANILA, venerdì, 9 settembre 2011 (ZENIT.org).- L’Arcivescovo di Cebu, monsignor José Palma, ha esortato i cattolici a mantenere una ferma opposizione al disegno di legge sulla salute riproduttiva nelle Filippine.
In una processione a Cebu per celebrare la natività di Maria, il presule ha sottolineato che l’atteggiamento della Chiesa nei confronti di questo progetto “non è negoziabile”, come riferisce la Conferenza Episcopale delle Filippine.
Il disegno di legge “promuove e legalizza gli anticoncezionali come mezzo di controllo della natalità (anticoncezionali orali, preservativi, pillola abortiva, sterilizzazione)”, hanno spiegato i Vescovi in una lettera pastorale il 15 maggio.
I Vescovi hanno rimarcato che questi strumenti hanno “gravi conseguenze sulla vita umana, soprattutto nel caso delle madri, delle madri potenziali e delle nuove vite umane”.
Dall’altro lato, hanno affermato che questo cammino aiuta a “stabilire una mentalità e un sistema di valori basato sul secolarismo, sul materialismo, sull’edonismo e sull’individualismo”.
Rottura
Il dovere di “rispettare i nostri principi e valori” ha motivato alcuni mesi fa la rottura del dialogo tra la Chiesa e il Governo filippino nella negoziazione del documento ufficiale sulla salute riproduttiva.
“Dobbiamo metterci dalla parte degli insegnamenti e dei principi, come richiede la nostra missione”, hanno spiegato i Vescovi in una lettera al Governo, firmata dal presidente della Conferenza Episcopale, monsignor Nereo Odchimar.
I critici della nuova legge di oppongono all’uso di fondi pubblici per offrire anticoncezionali in modo gratuito, perché siano distribuiti nelle scuole pubbliche e private.
Secondo gli attivisti pro-vita, il Governo filippino ha ricevuto circa 900 milioni di dollari da organizzazioni come UNFPA, USAID e AUSAID per approvare il documento, che sfrutta il pretesto di raggiungere gli Obiettivi del Millennio e alleviare la povertà.