Secondo quanto si legge in una nota diffusa questo lunedì dalla Sala Stampa vaticana, la decisione della Segreteria di Stato sarebbe arrivata, in particolare, dopo le numerose reazioni seguite alla pubblicazione del rapporto di 341 pagine sugli abusi commessi da almeno 19 sacerdoti tra il 1996 e il 2009 in questa diocesi della contea di Cork.
Intervenendo il 20 luglio alla Camera bassa del Parlamento irlandese, il premier Enda Kenny aveva criticato aspramente il Vaticano, affermando che il Rapporto evidenzia “la disfunzione, la disconnessione e l’elitarismo che dominano la cultura del Vaticano. Lo stupro e la tortura di bambini sono stati minimizzati per sostenere, invece, il primato delle istituzioni, il suo potere e la sua reputazione”.
Il Primo ministro irlandese aveva quindi affermato che “per la prima volta un rapporto sugli abusi sessuali del clero ha messo in luce un tentativo della Santa Sede di frustrare un’inchiesta in una repubblica democratica e sovrana, e questo tre anni fa soltanto, non tre decenni fa”.
Nel fare eco a queste critiche il Ministro degli esteri irlandese, Eamon Gilmore, aveva dichiarato di attendere una risposta da parte del Vaticano in “tempi ragionevoli” o comunque “non oltre la fine di agosto”.
In seguito è intervenuto sulla vicenda il direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi, il quale aveva confermato che la Santa Sede avrebbe risposto “opportunamente” alle questioni sollevate del Governo irlandese sulla vicenda.
Il portavoce vaticano ha quindi auspicato che “il dibattito in corso su temi così drammatici si sviluppi con la necessaria obiettività, in modo da contribuire alla causa che deve stare maggiormente a cuore a tutti, cioè la salvaguardia dei bambini e dei giovani e il rinnovamento di un clima di fiducia e collaborazione a questo fine, nella Chiesa e nella società, come auspicato dal Papa nella sua Lettera ai cattolici dell’Irlanda”.
Da parte sua, l’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin, in un’intervista alla Radio nazionale Rte, aveva respinto le accuse secondo cui il Vaticano avrebbe incoraggiato i Vescovi a non denunciare gli abusi alle autorità ufficiali, sottolineando che nella diocesi di Cloyne sono state ignorate le norme del 2001, volute dall’allora Cardinale Joseph Ratzinger.
Il Primate d’Irlanda aveva poi ricordato come lui stesso abbia consegnato personalmente 70 mila documenti alla Commissione d’inchiesta Murphy, denunciando tutti i casi di dichiarazioni di abuso alla polizia irlandese.
In una risposta orale, secondo quanto riferito dalla Radio Vaticana, padre Ciro Benedettini, vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede, ha spiegato questo lunedì che “il richiamo del Nunzio ha lo scopo principale di permettere una consultazione con chi lavora sul posto da parte della Segreteria di Stato e degli altri Dicasteri coinvolti, al fine di preparare la risposta ufficiale della Santa Sede al Governo irlandese”.
Padre Benedettini ha poi sottolineato che “il richiamo del Nunzio, essendo una misura cui raramente la Santa Sede fa ricorso, denota la serietà della situazione, la volontà della Santa Sede di affrontarla con obiettività e determinazione, nonché una certa nota di sorpresa e rammarico per alcune reazioni eccessive”.
Infine, ha concluso, si tratta di una decisione che va interpretata “nella linea di una volontà della Santa Sede finalizzata ad una seria e fattiva collaborazione”.