Card. Barbarin: la misericordia, chiave per il dialogo interreligioso

Il primate delle Gallie partecipa a un pellegrinaggio islamo-cristiano

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VIEUX-MARCHÉ, lunedì, 25 luglio 2011 (ZENIT.org).- La Misericordia, che è il nome di Dio, rappresenta una parola chiave per il dialogo tra musulmani, ebrei e cristiani, sostiene il Cardinale Philippe Barbarin, Arcivescovo di Lione.

Il primate delle Gallie ha presieduto questa domenica la Santa Messa nella cappella dei Sette Santi di Efeso, nella piccola località di Vieux-Marché, nella Diocesi bretone di Saint Brieuc (Francia), nel contesto del pellegrinaggio islamo-cristiano che si celebra da 60 anni in questo luogo.

“Perché la parola ‘misericordia’ è scomparsa dalle labbra dei cattolici?”, si è chiesto nell’omelia il porporato, nato 60 anni fa a Rabat (Marocco) e che ha avuto sia in Africa che in Medio Oriente e in Francia continue opportunità di entrare in contatto con i musulmani.

“Perché la utilizziamo così poco? Perché abbiamo paura di usarla? Mi sorprende, perché nella Bibbia appare ovunque, e sarebbe un concetto meraviglioso per il dialogo interreligioso”, ha dichiarato.

Riferendosi all’importanza di questo concetto, ha ricordato che il popolo ebraico ha ricevuto la vocazione “di essere servitore della Misericordia di Dio in tutte le Nazioni”.

Dall’altro lato, ha aggiunto analizzando l’islam, “questa parola appare in ciascuna delle sure del Corano, che inizia sempre con l’invocazione a Dio misericordioso”.

“Anche nel Vangelo è presente ovunque”, ha ricordato. “Non so perché l’abbiamo messa da parte”.

“Forse ad alcuni sembra passata di moda, ma esce dalle labbra di Cristo, esce dalle labbra della Vergine Maria quando canta il Magnificat, o si ritrova nel Cantico di Zaccaria, che è la nostra preghiera di ogni mattino. Allora perché non la utilizziamo?”, si è chiesto il porporato.

Il Cardinal Barbarin ha quindi ricordato che la misericordia è anche la grande eredità lasciata nel suo pontificato da Giovanni Paolo II, ed evocando il suo pensiero ha affermato che “misericordioso non è solo un aggettivo che possiamo attribuire a Dio. La Misericordia non è solo una delle qualità di Dio, che è anche creatore, potente… La Misericordia – ha detto il Papa – è davvero il suo nome”.

“Questa frase potrebbe essere di grande utilità nel dialogo profondo, seguendo il registro dell’amore di Dio, con i nostri fratelli credenti di altre religioni”, ha suggerito.

Il Cardinal Barbarin ha concelebrato la Messa con il Vescovo di Saint Brieuc, monsignor Denis Moutel, in presenza di rappresentanti della comunità musulmana e di migliaia di fedeli, che non entrando nella cappella hanno seguito la Messa dall’esterno.

Il pellegrinaggio di cristiani e musulmani a questo tempio affonda le sue radici nei santi “dormienti” ai quali è dedicata: i sette cristiani di Efeso del III secolo vittime della persecuzione dell’imperatore Decio.

Secondo una tradizione ripresa da un canto popolare bretone, dormirono per circa 200 anni e poi riapparvero vivi. Il Corano li menziona nella sura 18.

Constatando la relazione tra il canto e la sura, Louis Massignon (1883-1962), uno dei più grandi islamologi del XX secolo, decise di invitare esponenti musulmani al pellegrinaggio annuale alla cappella, nel 1954, quando iniziava la guerra tra Francia e Algeria. Quest’anno il pellegrinaggio ha battuto i record di partecipazione.

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ZENIT Staff

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