La Vergine Maria ed il Concilio Vaticano II

Intervista al Segretario della Pontificia Academia Mariana Internationalis

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di Antonio Gaspari

ROMA, martedì, 31 maggio 2011 (ZENIT.org).- Sabato 4 giugno, la Pontificia Academia Mariana Internationalis organizza un seminario di studio per preparare il 23° Congresso Mariologico Mariano Internazionale sul tema “La mariologia a partire dal Concilio Vaticano II. Ricezione, bilancio e prospettive”.

Lo scopo del seminario è quello di compilare una bozza di programma del Congresso Mariologico Internazionale che si svolgerà nel 2012.

Considerando il grande interesse per le vicende che riguardano la Vergine Maria tra i fedeli cristiani e non solo, ZENIT ha intervistato padre Stefano Cecchin O.F.M., Segretario della Pontificia Academia Mariana Internationalis (http://accademiamariana.org).

Chi era Maria e qual è il suo ruolo nella storia della salvezza secondo la religione cristiana?

Padre Cecchin: Maria era la madre di Gesù. Ora, per esplicito desiderio del Cristo dalla croce, è la Madre di chi ha conformato la sua vita a Cristo: è la madre dei veri discepoli di Gesù. Il ruolo fondamentale della Vergine nella storia della salvezza è quello di aver permesso con il suo “sì” che si realizzasse l’incarnazione per mezzo della quale noi siamo stati salvati. È grazie a lei che il Figlio di Dio è divenuto nostro fratello!

Pur essendo di natura umana, i cristiani collocano Maria in una dimensione che va oltre la santità. La Vergine viene invocata come la più influente nelle intercessioni verso il Signore. Perchè?

Padre Cecchin: La santità è legata alla vicinanza con Dio. Chi più di Maria è stato vicino a Dio? Lei ha tenuto nel suo grembo per nove mesi Colui che viveva nel grembo del Padre (Gv 1,18)! O come dicono i Padri della Chiesa: “lei ha contenuto in sé Colui che neppure i cieli possono contenere”. Per questo motivo, la santità di Maria è stata recepita come la più grande, perché la più vicina a Dio, ma anche la più intima, perché “la carne di Cristo è la carne di Maria” (Sant’Agostino). Gesù e Maria godettero di una profonda intimità che li unì non solo nella carne ma anche nei sentimenti, nella fede, nella vita e nella morte. Ora lei è assunta nella gloria con il Figlio e a fianco di lui. Chi, allora, più di Maria può presentare le nostre necessità a Gesù? L’amore che abbiamo per la madre di Gesù ci infonde fiducia che lei non può non ascoltare le nostre preghiere e che stando vicino a Gesù certamente sarà da lui ascoltata. Ricordiamo il poeta che dice: Donna, se’ tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e a te non ricorre, sua disianza vuol volar sanz’ali (Paradiso 33).

Maria è donna ed è bellissima. In che modo può essere un esempio di virtù per i nostri tempi? Molte donne affermano di vedere Maria come troppo alta e troppo lontana dalla realtà terrena. Lei che ne pensa?

Padre Cecchin: La devozione del passato aveva rivestito la Vergine di mantelli preziosissimi, di corone regali, ecc., dimenticando piano piano la sua umanità. La svolta antropologica del Concilio Vaticano II ha fatto riscoprire la “donna di Nazaret” nella sua piena umanità. In lei troviamo, a fianco di Gesù, una donna pienamente realizzata, ma solo dopo aver accolto la volontà di Dio che si rivelava a lei nel suo costante cammino di fede che la rivela quale vera discepola di Cristo. In Maria troviamo tutte le espressioni dell’umanità che accoglie un figlio che la carica di responsabilità, che lo fa crescere, che lo educa, ecc. e rimasta vedova, lo vede andarsene da casa, amato ma anche incompreso, sino alla croce. Che c’è di più terribile per una madre se non il vedere un figlio innocente che muore? Il riscoprire l’umanità di Maria, la sua missione di educatrice dell’uomo Gesù (con tutte le sue rilevanze psicologiche ecc.), ci fa confidare in lei non solo come una amica che comprende la nostra situazione umana, ma anche come un modello che ci mostra che è possibile vivere il vangelo in pienezza.

Sono innumerevoli i fenomeni di devozione alla Madonna. Milioni di persone la pregano ogni giorno. Che ne pensa di fenomeni come quello che accade a Mejugorjie?

Padre Cecchin: Ogni dono che viene da Dio è grazia. Ma esso non può essere una aggiunta al dono della Rivelazione che è già contenuto nella Sacra Scrittura ed è rettamente interpretato dalla Chiesa. Personalmente io trovo Dio, Maria e i santi nella liturgia della Chiesa, che molti dovrebbero riscoprire come luogo ordinario dove Dio si manifesta! Poi anch’io amo i santuari, luoghi di pellegrinaggio a cui ogni tanto fa bene andare per ritemprare lo spirito.

La vostra Accademia sta preparando il 23° Congresso Mariologico Mariano Internazionale sulla mariologia a partire dal Concilio Vaticano II. Può illustracene i contenuti e le finalità? 

Padre Cecchin: Il 4 giugno ci sarà un seminario presso la Pontificia Università Antonianum (via Merulana 124, Roma) in preparazione a questo evento, chiamato anche il “Concilio dei cultori di mariologia”. Ogni 4 anni i vari mariologi del mondo si ritrovano in questo Congresso per mettere insieme i risultati delle loro ricerche sulla Vergine Maria. In questo seminario cercheremo di approntare il tema e come vogliamo affrontarlo per delineare anche quali possono essere i campi di ricerca per il futuro della mariologia.

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ZENIT Staff

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