Il Papa ricorda la beatificazione di suor Maria Serafina

Fondatrice dell’Istituto delle Suore degli Angeli

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ROMA, domenica, 29 maggio 2011 (ZENIT.org).- Questa domenica, al momento dei saluti ai pellegrini presenti in piazza San Pietro per la recita del Regina Cæli, Benedetto XVI ha rivolto un pensiero gioioso a suor Maria Serafina del Sacro Cuore di Gesù (al secolo Clotilde Micheli), beatificata sabato a Faicchio, un piccolo paese del Beneventano.

“Mentre ricordiamo il centenario della sua nascita al Cielo – ha detto il Santo Padre –, ci rallegriamo con le sue figlie spirituali e con tutti i suoi devoti.

A presiedere la solenne cerimonia di beatificazione a nome del Papa, il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che nell’omelia ha ricordato le parole che Madre Serafina era solita dire alle sue consorelle: “Siate sempre angeli di luce e carità, per condurre le anime a Dio con le due ali della parola e del buon esempio”.

Nata a (Trento) l’11 settembre 1849 e morta a Faicchio il 24 marzo 1911, la neo Beata – secondo quanto riferito dalla Radio Vaticana – incoraggiava a essere angeli sulla Terra, perché gli angeli, nei cieli, sono i più vicini a Dio, ne contemplano il Volto.

La contemplazione della Santissima Trinità attraverso l’Eucarestia e l’azione e l’aiuto ai fratelli nella carità operosa sono i due pilastri attorno a cui ruota l’operato delle religiose dell’Istituto delle Suore degli Angeli, fondato dopo varie peripezie nel 1891.

Il carisma trinitario dell’Istituto, ha detto il Cardinale Angelo Amato, fa sì che le suore siano chiamate a “un’adorazione perenne della Trinità, come gli Angeli. Per questo le suore degli Angeli sono impegnate sia nelle scuole, negli ospedali, nelle parrocchie, sia nelle missioni ad gentes. È un carisma di carità universale che, però, sgorga dal profondo della preghiera e dell’Adorazione eucaristica”.

“Madre Serafina fu una donna forte – ha raccontato il porporato –, coraggiosa e umile. In quest’anno 2011, che commemora i 150 anni di unità d’Italia, Madre Serafina è una donna autenticamente ‘italiana’. In lei c’è armonia tra le virtù della gente del Nord – laboriosità, coraggio, perseveranza – e le virtù della gente del Sud, come entusiasmo, creatività, letizia”.

Questo suo peregrinare le valse, tra le consorelle, il soprannome di “Pellegrina di Dio”. Sul suo esempio le Suore degli Angeli, sospinte dallo Spirito, hanno fondato moltissime case di missione in tutto il mondo, in cui sta fiorendo il seme dell’evangelizzazione e che sono oggi un segno di speranza, vista la vivacità delle vocazioni.

“Della Beata Serafina del Sacro Cuore – ha detto infine –, oltre che la sua santità, di grande attualità è la sua disponibilità a seguire la vocazione che Dio le aveva affidata. Un invito anche a noi a non mettere ostacoli alla chiamata del Signore, anche nella vita sacerdotale e religiosa e anche nella vita familiare”.

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ZENIT Staff

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