Card. Bagnasco: “Guai a perdere il senso dell’unità”

A conclusione della 63ma Assemblea generale dei vescovi italiani

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di Chiara Santomiero

ROMA, venerdì, 27 maggio 2011 (ZENIT.org).-“L’unità nazionale, celebrata quest’anno, è un valore imprescindibile a cui non si può rinunciare”: lo ha ribadito questo venerdì a Roma il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), il cardinale Angelo Bagnasco, nella conferenza stampa conclusiva della 63ma Assemblea generale dei vescovi italiani.

“Guai – ha affermato Bagnasco – a perdere il senso dell’unità non solo politica e gestionale, ma soprattutto inteso come appartenenza profonda a un unico popolo”. Anche il federalismo, secondo il cardinale “deve essere al servizio dell’unità”.

Un richiamo ad una chiarezza di identità è stato rivolto da Bagnasco anche all’Unione europea; l’emergenza umanitaria che si sta vivendo a Lampedusa – rispetto alla quale la popolazione “sta offrendo a tutti un grande esempio a non aver paura degli stranieri” costituisce per l’Europa “un appuntamento con la storia”. E’ il momento di “interrogarsi su cosa vuole essere: l’Europa delle procedure o la casa per tutti, rispettosa delle culture e delle tradizioni diverse, che si pone nel Mediterraneo e nel mondo con una sua identità?”.

Convegno ecclesiale 2015

L’Assemblea dei vescovi – alla quale hanno preso parte 231 membri e 18 presuli emeriti, insieme a 22 rappresentanti delle Conferenze episcopali europee, alcuni delegati ed esperti – ha messo al centro la riflessione sulle modalità secondo le quali articolare nel decennio corrente gli Orientamenti pastorali “Educare alla vita buona del Vangelo”. A questo proposito, Bagnasco ha annunciato che una prima tappa importante di questo cammino sarà il Convegno ecclesiale del 2015 dedicato a “Educazione cristiana e città” che si propone il coinvolgimento “di tutte quelle realtà o agenzie educative come la scuola, le associazioni sportive, le associazioni che costituiscono presenze di grande impatto nella città e insieme alle quali i vescovi vorrebbero riflettere”.

Abusi sessuali da parte dei sacerdoti

Non poche le preoccupazioni che hanno toccato l’Assemblea a partire dalla “piaga infame”, come l’ha definita nella sua prolusione Bagnasco, degli abusi sessuali compiuti da ministri ordinati. “Com’è stato possibile non accorgersi di nulla? – ha ripetuto l’arcivescovo di Genova rispondendo a una domanda dei giornalisti sul caso del parroco di Sestri Ponente don Riccardo Seppia, arrestato con l’accusa di pedofilia e cessione di stupefacenti -. C’è la triste, tristissima possibilità per ogni persona di vivere una schizofrenia esistenziale” e di poter sostenere “doppie o triple vite, continuando a far bene il proprio ‘lavoro’”.

“Si possono vivere le cose della fede – ha aggiunto Bagnasco – senza vivere la fede”. Quando questo accade, quando non ci sono “segnali, voci, semplici allusioni da parte della stessa comunità cristiana”, ci si può trovare “con un fulmine a ciel sereno”. E’ importante, secondo Bagnasco, “non escludere la possibilità a priori, come a volte si tende a fare” e soprattutto “intervenire tempestivamente, al primo fumus che di solito precorre queste situazioni”.

A questo proposito, Bagnasco ha segnalato che le prossime Linee guida in materia di abusi sessuali da parte di ministri ordinati che la Cei pubblicherà in ottemperanza all’invito della Congregazione della dottrina della fede a tutte le conferenze episcopali del mondo di “tradurre” nel proprio contesto quelle emanate dalla stessa Congregazione, conterranno “nero su bianco l’invito per i vescovi di richiedere alle persone le dovute denunce o segnalazioni”.

Le nuove Linee guida (che devono essere presentate entro maggio del 2012) potranno richiedere altresì ai vescovi di comunicare alla Cei la situazione delle singole diocesi – finora conosciuta solo dalla Congregazione della dottrina della fede con la quale il vescovo gestisce un rapporto diretto sui casi che gli si presentino – così “da avere un quadro dettagliato, da poter anche presentare fatta salva la debita riservatezza”.

Vertenza Fincantieri

“Preoccupazione non piccola” è per Bagnasco la situazione della Fincantieri, sulla quale nei giorni scorsi i vescovi liguri hanno diffuso una nota, che coinvolge “non solo Genova e molte persone e famiglie”. Tuttavia l’arcivescovo di Genova ha espresso “fiducia nella capacità di affrontare in maniera unitaria e propositiva la questione da parte dei responsabili di Fincantieri e dei sindacati in modo da salvaguardare l’occupazione pur a fronte di innovazioni e aggiustamenti imprenditoriali forse richiesti dai tempi che viviamo”.

Politici cattolici

Unanime è stato, da parte dei vescovi “l’impegno a investire energie per formare una nuova generazione di amministratori e politici appassionata al bene comune”. “In molte diocesi – ha spiegato Bagnasco – esistono scuole di formazione orientate all’inserimento nella vita pubblica locale” che offrono “un approfondimento sistematico della dottrina sociale della Chiesa”. Per queste è in programma “un incontro di confronto e programmazione di quelle realtà che fanno capo ad aggregazioni e associazioni, in particolare Retinopera”. A seguire c’è l’intenzione di “favorire un incontro di scuole e gruppi a carattere diocesano”.

Tenendo conto che “come ha ricordato spesso il Santo Padre, per i cattolici non c’è un partito ma un terreno unitario”. Niente “cattolici allo sbando come si sente dire”, quindi, ma “un terreno unitario che è costituito dai valori fondamentali: la promozione della vita dall’inizio fino al termine naturale, la famiglia costituita dal vincolo oggettivo del matrimonio religioso o civile di un uomo e una donna, la libertà educativa”. E’ tanto più urgente una formazione cristiana alla politica seria e motivata “perché ci vuole in politica una fede pensata la quale richiede perseveranza e lavoro”.

Infatti “non tutto può essere consegnato all’opinabile” e per questo ci sono “i valori non negoziabili: si arriva a un limite in cui l’opinione e l’esperienza non sono più il criterio primo, ma occorre un parametro oggettivo rispetto alla cosa di cui si discute anche quando questa è un valore etico”.

“Giuseppe Toniolo – ha ricordato il cardinale a proposito di esempi per i politici cattolici come il prossimo beato – parlava di santità. Tutto il popolo cristiano deve camminare spedito su vie di santità. Questo ci indica il Papa: non un intimismo spiritualista”.

Una caratteristica che deve essere recuperata dai politici cattolici, sull’esempio di Toniolo e La Pira è “la capacità della visione d’insieme, di una coniugazione dell’universale con il particolare ispirata dalla fede”.

Ripartizione otto per mille

La 63ma Assemblea generale della Cei ha preso atto che la somma relativa all’otto per mille dell’Irpef assegnata alla Chiesa cattolica per il 2011 risulta pari a euro 1.118.677.543,49.

L’Assemblea ha quindi approvato la seguente ripartizione: 467.877 milioni di euro per le esigenze di culto e pastorale; 360.800 milioni per il sostentamento del clero; 235.000 milioni per interventi caritativi e 55.000 milioni per accantonamento a futura destinazione per culto, pastorale e carità.

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ZENIT Staff

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