La New Age si insinua inconsciamente nella la vita dei giovani

Una religiosità senza dogmi e senza vertice

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di José Luis Vázquez Borau*

MADRID, giovedì, 26 maggio 2011 (ZENIT.org).- Sebbene, come dice il rapporto della Fundación Santa María, “Dio è il grande assente nelle famiglie spagnole, in un momento segnato da stili di vita consumistici e edonistici, incentrati nel piacere”, nella vita dei giovani si insinua inconsciamente, come un grande fiume che scorre attraverso molti canali, la New Age, che si presenta come una tipica forma di sensibilità religiosa contemporanea, come una nuova religiosità.

Non si tratta di un movimento religioso, di una religione o di una setta nel senso sociologico, ma di una rete globale che collega centri e gruppi che tra loro hanno in comune alcuni temi di riferimento e che non propone alcun vincolo stabile, permanente o gerarchico come nei movimenti. Ciò che dà vita alla rete della New Age è lo spirito “alternativo” alla tradizione religiosa dominante in Occidente, che è quella cristiana, e la speranza di una nuova era, l’era dell’Acquario, che subentrerà all’era dei Pesci.

Il grande movimento che si cela oggi sotto la New Age è formato dal Movimento del potenziale umano (MPU) e dalla Psicologia transpersonale, che può condurre a esperienze di carattere irreale, assurdo, fantastico o semplicemente fraudolento. Questo mondo dell’occulto e del soprannaturale a buon mercato sta diventando l’ultima moda della religiosità attuale.

Come orizzonte troviamo nuovamente un’inaspettata fiducia nella condizione umana, nel potenziale della mente e nelle enormi possibilità di autorealizzazione che invitano la persona a trascendere il suo io individuale e a incontrare dimensioni mistiche nell’inconscio.

La New Age propone teorie e dottrine su Dio, sull’essere umano e sul mondo, incompatibili con la fede cristiana. Inoltre la New Age è sintomo di una cultura in profonda crisi ed è al contempo una risposta sbagliata a tale crisi. Senza testi sacri e senza un vertice, la New Age appare come un mare senza fondo, in cui ognuno naviga a proprio modo, combinando lo spiritismo con l’astrologia, le tecniche alternative di meditazione e di terapia con un ottimismo sull’universo, poiché la materia appare come una grande vibrazione energetica spirituale che trasforma tutto, che collega tutto inconsciamente e che dirige tutto verso un fine più alto e sublime. Si potrebbe dire che la New Age, riprendendo idee di altri movimenti, vecchi e nuovi, è soprattutto un “clima”, un atteggiamento che esprime lo sforzo, l’intenzione, di dare soluzione – attraverso una mentalità postmoderna – ai problemi religiosi e al contempo a quelli ecologici, personali, privati e cosmici.

La New Age accusa il Cristianesimo di carenza in esperienze di vita, di sfiducia rispetto alla mistica, di incessanti esortazioni morali e di esagerata insistenza sull’ortodossia della dottrina. Il movimento insegna, inoltre, che il fondamento della vera religiosità è più l’esperienza e il sentimento che la ragione e l’autorità. Esso offre, infine, tecniche, cammini e modi di avvicinamento alla divinità.

È per questo che è necessario dare una formazione solida, nelle famiglie e nei centri educativi in generale, perché i giovani abbiano la capacità di discernimento e possano resistere ai tanti e così vari inviti che si presentano solitamente in modo molto seducente. Occorre al contempo offrire ai giovani delle nostre comunità un’autentica esperienza religiosa perché possano essere veri testimoni del Vangelo.

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*José Luis Vázquez Borau è laureato in filosofia e teologia, è membro de la Red Iberoamericana de Estudio de las Sectas (RIES) e si dedica in particolare allo studio delle religioni. È autore di più di cinquanta opere di filosofia, antropologia, spiritualità, sette e biografie di personaggi.

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ZENIT Staff

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