di Chiara Santomiero
ROMA, mercoledì, 18 maggio 2011 (ZENIT.org).-“Una richiesta al Santo Padre di venire al santuario di Cercemaggiore e recitare insieme un rosario sotto le querce contemplando l’immagine della Madonna della Libera”. Questo, secondo le parole di mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano e presidente della Commissione per la pastorale sociale e del lavoro della Cei, l’invito recapitato “a voce” a Benedetto XVI al termine dell’Udienza generale di questo mercoledì in piazza S. Pietro.
L’Udienza – alla quale mons. Bregantini è arrivato accompagnato da 1700 fedeli della diocesi organizzati in 35 pullman – ha segnato l’inizio di un percorso di preparazione alle celebrazioni per il VI centenario (1412-2012) del ritrovamento della statua lignea di Santa Maria della Libera, custodita nel Santuario di Cercemaggiore (Cb) affidato ai padri domenicani già dal 1478.
S. Maria della Libera è patrona dei comuni dell’unione della Valle del Tammaro (S. Giuliano del Sannio, Cercepiccola, Cercemaggiore, Sepino, Mirabello) il cui presidente, nel corso dell’udienza, ha recato in dono al Papa un manufatto in tela antica (tessuto con telaio a mano) su lamine d’oro raffigurante la Vergine, prodotto da artigiani locali.
“La devozione e il culto della Madonna della Libera di Cercemaggiore – ha spiegato a ZENIT Bregantini – inizia nel 1412, a seguito del ritrovamento della statua da parte di un contadino intento ad arare un campo”. Il titolo di “Madonna della Libera” pare risalga, invece, al 663 d.C., quando i cittadini di Benevento, incoraggiati da S. Barbato, già parroco di Morcone e poi vescovo di Benevento, resistettero vittoriosamente all’assedio posto dall’imperatore bizantino Costante II, nipote di Eraclio. La “liberazione” venne attribuita alla Vergine, apparsa a S. Barbato con la croce impressa sul palmo della mano, che ebbe così, da allora in poi, il titolo di “Liberatrice” o “della Libera”. Il culto si propagò rapidamente in tutta l’area longobarda del Mezzogiorno, giungendo fino a Cercemaggiore, e numerose furono le statue scolpite e modellate su quella di Benevento.
“L’iconografia – ha aggiunto Bregantini – rappresenta la Madonna della Libera con le palme aperte levate in alto. E’ il segno dell’’eccomi’ pronunciato dalla Vergine, l’espressione della fiducia in Dio e dell’obbedienza alla sua volontà che costituiscono la strada indicata dalla Madonna ad ogni cristiano”. Sulle palme e sul collo della Libera, inoltre, sono tracciate tre piccole croci: “esse testimoniano la capacità della fedeltà fino alla passione, l’amore che non si arresta davanti alla sofferenza. Tutti possono con fiducia mettere le proprie inquietudini e i propri dolori nelle mani della Vergine, preziosa intermediaria presso suo Figlio”. “Anche san Pio da Pietrelcina – ha ricordato Bregantini – era molto devoto a questa immagine”.
Dopo l’Udienza i fedeli molisani hanno venerato le reliquie del beato Giovanni Paolo II: “per una felice coincidenza – ha affermato il vescovo di Campobasso-Bojano – proprio nel giorno in cui ricorre il suo compleanno”.
La visita si è, quindi, conclusa con la celebrazione eucaristica nella basilica di S. Pietro presieduta da mons. Bregantini: “speriamo davvero – ha concluso l’arcivescovo di Campobasso-Bojano – che il Santo Padre possa accogliere il nostro invito per una breve visita a conclusione delle celebrazioni del VI centenario del ritrovamento della statua prevista nel 2012”.