L'Università di Tor Vergata ospita un convegno sulla Trinità

Dal 26 al 28 maggio

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ROMA, mercoledì, 18 maggio 2011 (ZENIT.org).- “Chi pensa che nell’Università italiana non ci si occupi di teologia dovrà ricredersi”, affermano gli organizzatori del convegno dedicato alla Trinità che avrà luogo presso l’Università romana di Tor Vergata dal 26 al 28 maggio.

Più di sessanta relatori provenienti da tutta Italia si alterneranno nell’incontro, affrontando il tema dalle prospettive più diverse: “la storia del dogma e la sua formulazione, il rapporto con la filosofia e con l’antropologia, con l’arte e il femminismo, con le altre religioni e la politica”.

Pochissimi sono direttamente studiosi di teologia, assente in quanto tale nel sistema accademico italiano, ma tutti l’hanno incrociata nei loro studi.

Il convegno è stato promosso da tre giovani studiosi, Daniele Bertini, Giovanni Salmeri e Paolo Trianni, così come giovani sono molti relatori, tra cui numerosi ricercatori, dottori e dottorandi.

I relatori sono quasi tutti italiani, ma le altre aree linguistiche saranno rappresentate da tre “invitati speciali”: Anna Marmodoro, dell’Università di Oxford, il benedettino tedesco Elmar Salmann, uno dei teologi più originali degli ultimi decenni, e lo svizzero Charles Morerod, dal 2009 rettore dell’Angelicum, l’Università dei domenicani, e segretario della Commissione Teologica
Internazionale.

Il convegno non è il primo del genere, perché gli stessi organizzatori ne hanno promosso nel 2009 uno a Parma per far incontrare quanti nell’Università italiana si occupano di teologia.

“L’università italiana non prevede attualmente un approccio organico allo studio della teologia cristiana”, ha spiegato Daniele Bertini. “Naturalmente vari dipartimenti e corsi di laurea di filosofia, di filologia classica, di scienze storico-religiose, sociali e antropologiche prevedono ricerche e insegnamenti che rientrano nell’area scientifica della materia; tuttavia la mancanza di un quadro
istituzionale implica una dispersione della ricerca, dei metodi e dei temi di indagine, che sono legati per lo più agli interessi personali di studio dei singoli docenti”.

“Il convegno di Parma ha voluto mostrare la legittimità teorica e l’imprescindibilità storica della teologia per la cultura contemporanea. In effetti, un corso di laurea in discipline umanistiche senza teologia è una grossa mistificazione storica, nonché una peculiarità italiana”, ha aggiunto.

Per Giovanni Salmeri, non si tratta dei primi passi di una “teologia laica” contro quella della
Chiesa. “Sarebbe come ritenere che un convegno sul buddhismo sia un gesto polemico contro il Tibet”, ha osservato.

“Il convegno di Roma mostrerà semplicemente che anche al di fuori dei luoghi ecclesiali la teologia   è studiata con passione intellettuale: è impossibile non fare i conti con essa per esempio quando si studia filosofia, o letteratura, o arte”.

L’approccio, ha indicato, “è ovviamente più libero rispetto a quello delle Università ecclesiastiche, il più delle volte si ha uno sguardo storico e non ci si sente vincolati dal dogma”, “ma questo non significa che la tradizione cristiana venga meno apprezzata, anzi”.

Quanto al tema della Trinità, “il più teologico e intimidente di tutti”, ha confessato che ci si attendeva “che solo pochi si sarebbero fatti avanti”. “E invece abbiamo ricevuto una quantità altissima di proposte, tra le quali abbiamo fatto fatica a scegliere”.

Alcune relazioni del convegno prenderanno in considerazione la Trinità nel dialogo interreligioso.

“Pensare Dio non è una prerogativa del cristianesimo”, ha commentato Paolo Trianni, “sia perché la ‘teologia’ (di cui già parla Aristotele) lo precede, sia perché sono teologie a tutti gli effetti anche quella islamica, buddhista o indù”.

“Una riflessione teorica sulla natura della teologia cristiana chiama dunque direttamente in causa anche la coesistenza dialogica tra teologie differenti”.

Ci sono risvolti anche su un piano antropologico, ha sottolineato. “Una tale considerazione pone domande ancor più radicali, come quella sulla possibilità di ogni uomo in quanto uomo di afferrare e affermare il divino. Su questa questione la teologia cristiana non ha ancora trovato una risposta univoca”.

Attualmente, ha indicato Trianni, c’è “una forte e diffusa richiesta di riflessione teologica, che rifiuta però di ascoltarla in luoghi confessionali, a cui si guarda con pregiudiziale sospetto”.

Per questo, ha concluso, “la presenza della teologia nell’Università è per tutti una sfida e un’opportunità”.

Per ulteriori informazioni e iscrizioni, http://mondodomani.org/teologia/

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione