Benedetto XVI: l’evangelizzazione non è un progetto umano e sociale

All’assemblea del Consiglio Superiore delle Pontificie Opere Missionarie

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ROMA, domenica, 15 maggio 2011 (ZENIT.org).- “La Chiesa è missione” e l’evangelizzazione “richiede amore per l’annuncio e la testimonianza”. E quanto ha detto questo sabato Benedetto XVI nel ricevere in udienza i partecipanti all’assemblea ordinaria del Consiglio Superiore delle Pontificie Opere Missionarie.

Durante l’udienza alla quale ha preso parte per la prima volta il nuovo Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, l’Arcivescovo Fernando Filoni, il Papa ha sottolineato che nell’evangelizzazione è fondamentale “la dimensione trascendente della salvezza offerta da Dio in Cristo”.

Nel suo indirizzo di saluto l’Arcivescovo Filoni ha ringraziato il Papa per il suo magistero missionario che “ci richiama continuamente a porre in Cristo, Parola incarnata di Dio, la ragione della nostra vita cristiana e dell’annuncio esplicito che dobbiamo farne al mondo”.

“La parola del Verbo incarnato difatti ci coinvolge non soltanto come destinatari della rivelazione divina, bensì come suoi annunciatori”, ha aggiunto citando l’Esortazione apostolica postsinodale di Benedetto XVI “Verbum Domini”.

Nel suo discorso il Pontefice ha ricordato che “ogni cristiano dovrebbe fare propria l’urgenza di lavorare per l’edificazione del Regno di Dio”, soprattutto oggi che “nuovi problemi e nuove schiavitù emergono nel nostro tempo, sia nel cosiddetto primo mondo, benestante e ricco ma incerto circa il suo futuro, sia nei Paesi emergenti”. Dove “anche a causa di una globalizzazione caratterizzata spesso dal profitto, finiscono per aumentare le masse dei poveri, degli emigranti, degli oppressi, in cui si affievolisce la luce della speranza”.

Di fronte a questa realtà, ha proseguito, “la Chiesa deve rinnovare costantemente il suo impegno di portare Cristo, di prolungare la sua missione messianica per l’avvento del Regno di Dio, Regno di giustizia, di pace, di libertà, di amore”.

Si tratta infatti di “trasformare il mondo secondo il progetto di Dio con la forza rinnovatrice del Vangelo”, gettando le reti “nel mare della storia per portare gli uomini verso la terra di Dio”.

Tuttavia per fare ciò “è necessario che i singoli cristiani come le comunità credano veramente che ‘la Parola di Dio è la verità salvifica di cui ogni uomo in ogni tempo ha bisogno’”.

Inoltre, chi annuncia il Vangelo “deve rimanere sotto il dominio della Parola e deve alimentarsi dei Sacramenti: è da questa linfa vitale che dipendono la sua esistenza e il suo ministero missionario”. La Parola, in particolare, “deve essere testimoniata e proclamata esplicitamente”, anche se “ciò comporta la persecuzione”.

L’evangelizzazione, infatti, “richiede amore per l’annuncio e la testimonianza, un amore così totale che può essere segnato anche dal martirio”. Una dimensione, questa, che “è parte della sua stessa vita, come lo è stato per Gesù”.

“I cristiani non devono avere timore – ha concluso –, anche se ‘sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede’”.

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ZENIT Staff

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