SANTIAGO, mercoledì, 11 maggio 2011 (ZENIT.org).- La Conferenza Episcopale del Cile ha presentato il Protocollo di fronte a Denunce contro Chierici per abusi di minori, e ha annunciato la conformazione del Consiglio che si incaricherà di dirigere le politiche di prevenzione degli abusi sessuali e di offrire aiuto alle vittime.
Il Vescovo ausiliare di Valparaíso e segretario generale della Conferenza, monsignor Santiago Silva, ha spiegato che per i Vescovi difendere i minori ed evitare l’abuso sessuale è un dovere che deriva dalla missione e dall’esempio che ha dato loro lo stesso Gesù Cristo, nel cui nome servono i fedeli.
“Vogliamo fare quanto è necessario – con carità, ma con giustizia – per evitare i mali che derivano dalle gravi mancanze che alcuni ministri della Chiesa possono commettere contro i più piccoli, e soprattutto quelle collegate al sesto comandamento, che offendono Dio, provocano un gravissimo danno all’unità della Chiesa e scandalizzano il Popolo di Dio, in modo particolare i più amati da Gesù, i più piccoli e i più poveri, rappresentando anche un profondo attentato al bene comune”, ha aggiunto.
Ribadendo che nel sacerdozio non c’è posto per quanti abusano di minori e non c’è alcun pretesto che possa giustificare questo crimine, monsignor Silva ha sottolineato l’“impegno totale” dei presuli per “vegliare incessantemente affinché questi crimini gravissimi non si ripetano”.
Il Protocollo approvato dai Vescovi aggiorna un testo simile del 2003 in base alle nuove norme della Santa Sede e alle esperienze vissute dalla Chiesa in Cile. Come ha reso noto il portavoce della Conferenza, Jaime Coiro, tra le novità principali il documento amplia la possibilità di ricevere “notizie” (non solo denunce formali scritte e firmate) e promuove le indagini su queste per verificarne l’attendibilità.
Il documento afferma che per compiere l’indagine previa potrebbe essere designata una persona diversa dal Promotore di Giustizia, anche un laico o una laica con la dovuta preparazione.
Riduce poi in modo consistente l’esigenza di formalità che possano ritardare la causa, e sottolinea la necessità dell’accompagnamento delle eventuali vittime.
Dal canto suo, l’avvocato Ana María Celis ha sottolineato che, tra le materie che si affrontano per la prima volta, il Protocollo rimarca la necessità di indagare anche se il crimine è caduto in prescrizione. Propone anche un ventaglio di possibili misure da adottare di fronte a denunce, e specifica il procedimento per l’invio delle informazioni alla Congregazione per la Dottrina della Fede.
Come conseguenza delle norme recenti della Santa Sede, il Protocollo recepisce l’ampliamento del termine di prescrizione e la possibilità di derogarlo, facilitando così il chiarimento della verità e la giustizia.
Il testo approvato dai Vescovi è chiaro nei suoi riferimenti al rispetto e alla dovuta collaborazione con i processi di fronte ai tribunali della Repubblica, ricordando l’obbligo anche giuridico di denunciare quando si esercitano alcune funzioni, ad esempio nel caso dei direttori di strutture educative.
Jaime Coiro ha sottolineato che “in sintesi il Protocollo promuove il fatto che da parte della Chiesa si faciliti l’indagine su tutti i fatti che giungono a conoscenza delle autorità ecclesiastiche in un tempo ragionevole, senza richiedere troppe formalità e accogliendo la collaborazione dei laici”.
Un altro annuncio che la Chiesa ha reso noto questo martedì è quello relativo alla creazione del Consiglio nazionale della Conferenza Episcopale Cilena per la Prevenzione di Abusi contro Minori e l’Accompagnamento delle Vittime.
Questo organismo dipenderà direttamente dal Comitato Permanente della Conferenza Episcopale e avrà il compito di proporre, orientare, supervisionare e valutare le sue politiche di prevenzione degli abusi sessuali e di aiuto alle vittime, che saranno implementate in ogni Diocesi.
La sua missione non resterà circoscritta ai casi relativi a chierici, ma sarà aperta come servizio alla società nel suo insieme, per collaborare al superamento di questo grave problema.
Il Consiglio sarà presieduto da monsignor Alejandro Goic, Vescovo di Rancagua e vicepresidente della Conferenza Episcopale.