ROMA, martedì, 3 maggio 2011 (ZENIT.org).- Questo martedì a Roma si tiene il seminario di studio “Parola e parole” che l’Azione cattolica italiana ha programmato quale occasione di approfondimento culturale in vista della prossima assemblea nazionale dell’Associazione, che si svolgerà a Roma dal 6 all’8 maggio prossimo sul tema “Vivere la fede, amare la vita. L’impegno educativo dell’Ac”.
Al centro dei lavori del seminario di studio il rapporto tra Chiesa cattolica e comunicazione che verrà analizzato con l’aiuto di mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, e di mons. Domenico Pompili, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, i quali interverranno sul tema “Intelligenza della fede, nuovi media e nuova comunicazione”.
Seguirà un Focus dedicato a “I volti della comunicazione” nel quale esperti ed operatori del mondo dei media proporranno la loro esperienza sul campo: Michele Sorice (sociologo della comunicazione e direttore del Cmcs della Luiss), Marco Tarquinio (direttore del quotidiano «Avvenire»), Paolo Bustaffa (direttore dell’Agenzia «Sir»), Vania De Luca (giornalista di «Rainews24» e presidente Ucsi-Lazio). Modererà gli interventi Rosario Carello, conduttore della trasmissione «A sua Immagine» di Rai 1.
“Il rapporto tra la Chiesa cattolica e l’universo dei media – affermano gli organizzatori dell’iniziativa in una nota – ha da sempre fatto registrare un ampio ventaglio di valutazioni teoriche e prese di posizione pratiche, da quelle più critiche a quelle più prudenti, fino a vere e proprie ventate di entusiasmo. Si è passati da un antico atteggiamento di diffidenza alla rivendicazione, da parte della comunità cristiana, del diritto/dovere di fare uso dei media per portare avanti la propria missione evangelizzatrice”.
“Con l’aiuto dei nostri ospiti – aggiunge la nota – si cercherà di andare oltre la teoria e la prassi, che soprattutto nell’ultimo decennio (gli anni della Rete e della diffusione dei Social Network) hanno riarticolato il rapporto più che secolare tra la Chiesa cattolica e gli strumenti della comunicazione sociale, evidenziandone non poche contraddizioni”.
In particolare verrà analizzata “la condizione dei tanti laici cristiani impegnati all’interno di una realtà mondana come quella del sistema dei media nel suo complesso e delle sue istituzioni, pubbliche e private, che con evidenza richiede loro non solo professionalità e deontologie specifiche, ma anche l’esercizio di una serie di virtù morali e intellettuali”.