Il pensiero di san Josemaría Escrivá in tre volumi

Nel libro “Vita quotidiana e santità”

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di Carmen Elena Villa

ROMA, lunedì, 13 dicembre 2010 (ZENIT.org).- “Vi chiedo semplicemente di toccare il cielo con la testa: ne avete il diritto perché siete figli di Dio”, diceva san Josemaría Escrivá de Balaguer. “Ma che i vostri piedi, le vostre piante, siano ben sicure per terra, per glorificare il Signore Creatore Nostro, con il mondo e con la terra e con il lavoro umano”, avvertiva il fondatore dell’Opus Dei.

Una frase che condensa il suo pensiero: la santificazione nella vita quotidiana, nel lavoro proprio di ciascuno. Per questo occorre coltivare il rapporto con Dio. “San Josemaría diceva che così come una casa non può avere riscaldamento senza la caldaia, non si può avere santità senza momenti forti di preghiera mentale”, ha detto Javier López a ZENIT.

I sacerdoti Javier López, di Madrid, ed Ernst Burkhart, di Vienna hanno realizzato, nell’arco di 10 anni, un lavoro di ricerca sui principali scritti del santo, per condensarli in tre volumi e presentare per la prima volta un riepilogo sistematico di teologia spirituale, con numerosi testi inediti. Si tratta del libro “Vida cotidiana y santidad en las enseñazas de san Josemaría”, di cui è da poco stato pubblicato il primo volume di 624 pagine.

Entrambi i presbiteri appartengono alla prelatura dell’Opus Dei e sono professori di teologia spirituale presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma. Hanno conosciuto san Josemaría negli anni Sessanta e hanno vissuto con lui negli anni Settanta.

La santità è per tutti

Per il professor Ernst Burkhart, il messaggio del santo Escrivà “vale per tutti”. Per questo motivo “non abbiamo voluto includere nel titolo del libro il nome Opus Dei, perché la gente comprenda l’universalità del messaggio”, secondo quanto ha riferito a ZENIT.

Come ha scritto il Papa Benedetto XVI, “san Josemaría Escrivá nella sua predicazione sulla chiamata universale alla santità” è stato “come un raggio di luce che scaturisce dalla Parola di Dio” (Esortazione apostolica Verbum Domini, n. 48). “Il libro si rivolge in particolare ai fedeli laici e ai sacerdoti secolari per incoraggiarli alla santità nella vita quotidiana”, osserva il sacerdote viennese.

“Ci siamo incentrati su tre punti del suo messaggio: il primo è che il cardine centrale della santità in mezzo al mondo è la santificazione del lavoro professionale; il secondo è che la filiazione divina, sapersi figli di Dio, è il fondamento della vita cristiana; il terzo è che il cristiano deve aspirare all’ideale dell’essere contemplativo nelle faccende della sua vita ordinaria”.

Il professor Javier López sottolinea che l’attualità del messaggio di san Josemaría è compatibile con la sua continuità rispetto alla tradizione della Chiesa: “Apprezza i grandi maestri della vita cristiana, è affezionato a santa Teresa di Gesù, a san Bernardo di Chiaravalle, a santa Caterina da Siena e altri dottori della Chiesa. Tra gli autori che cita più spesso vi sono Sant’Agostino e San Tommaso d’Aquino”.

“Il suo apporto lo vediamo come una vera manifestazione dello Spirito Santo”, aggiunge Javier López. “Crediamo che la novità del suo insegnamento risieda nella spiritualità laicale”.

Per san Josemaría è stato sempre molto chiaro che non esistono santi di seconda categoria. Ci sono abbastanza fedeli della prelatura, di diversi stati di vita nel cammino verso gli altari. Oltre al successore di san Josemaría, monsignor Alvaro del Portillo, ci sono, tra gli altri, un ingegnere svizzero, un medico guatemalteco, una coppia sposata di spagnoli, un’amministratrice domestica, Dora del Hoyo, che sono morti in fama di santità.

Libertà dei figli di Dio

Un tema fondamentale nel pensiero di san Josemaría è quello della libertà. Nel secondo volume di questo compendio vi si dedica ampio spazio. Si trattano punti come la grazia e la libertà nella vita spirituale; volontà, ragione e sentimento nell’esercizio della libertà; il rispetto per la persona e la sua libertà; gli impegni cristiani come sentiero di libertà.

Il professor Burkhart sottolinea l’importanza della libertà nelle “opzioni temporali, in tutto ciò che è opinabile in ambito economico o politico e persino in quello teologico”. Sostiene che per san Josemaría la libertà “deve essere promossa e apprezzata e non si può imporre un’uniformità incolore. È qualcosa di molto tipico del suo pensiero”.

Santità

Per il professor Burkhart, 65 anni, costituisce un valore aggiunto per questa ricerca l’aver conosciuto personalmente il santo Escrivà de Balaguer: “Quando lo ascoltavo mi era più facile poi pregare”, afferma.

E sottolinea alcune delle sue virtù: “Era molto umano, divertente, affettuoso e preoccupato per tutti noi. Celebrava la messa con grande intensità”.

“Ricordo una volta – aggiunge Javier López – che Ernst suonava il violino durante un momento di convivialità. Alla fine, san Josemaría gli ha chiesto da quanti anni suonava e lui gli ha risposto da circa venti, quotidianamente. Allora ha osservato che così bisognava fare nella vita cristiana: insistere giorno dopo giorno, con l’aiuto divino, per affinare i dettagli e assomigliare sempre più a Gesù Cristo”. 

San Josemaría era convinto che “nessuna persona è un verso sciolto”, ma che tutti facciamo parte “della stessa poesia che Dio scrive con il concorso della nostra libertà”.

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ZENIT Staff

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