Nazaret, patrimonio dell'umanità?

Celebrato il primo colloquio internazionale dedicato alla città israeliana

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di Patricia Navas


NAZARETH, martedì, 7 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Dal 21 al 24 novembre si è svolto presso l’hotel Al-‘Ayn di Nazareth il primo colloquio internazionale dedicato a questa città israeliana, sul tema “Nazareth: archeologia, storia e patrimonio culturale”.

Per il Sindaco di Nazareth, Ramiz Jaraisy, questo colloquio è il primo passo verso la dichiarazione, in cui spera, di Nazareth come patrimonio mondiale dell’UNESCO, ha reso noto il Patriarcato Latino di Gerusalemme.

L’iniziativa è stata organizzata dall’Associazione Maria di Nazareth, dal Centro Internazionale Maria di Nazareth e dall’Associazione di Nazareth per la Cultura e il Turismo, con il sostegno della Commissione israeliana per l’UNESCO, del Centro Culturale francese di Nazareth e del Centro Culturale italiano di Haifa.

Tra le altre autorità, hanno partecipato alla sessione l’ambasciatore di Francia in Israele, Christophe Bigot, e il vicario patriarcale per Israele, monsignor Giacinto-Boulos Marcuzzo.

In alcune dichiarazioni a ZENIT, Omar Massalah, musulmano, segretario del Mediterranean Peace Forum e autore della proposta di chiedere all’UNESCO di dichiarare Nazareth patrimonio culturale, ha spiegato che “sarebbe il modo migliore di proteggere la città e di evitare che la trasformazione e la modernizzazione pongano fine all’anima di Nazareth”.

“Nazareth è una città unica. E’ necessario che torni ad essere una città che illumina il mondo”, ha dichiarato.

“La preparazione del dossier di candidatura di Nazareth presso l’UNESCO è un aspetto tecnico che si realizza in collaborazione tra il Comune della città e la Commissione nazionale di Israele incaricata”.

Dal canto suo, ha espresso la propria intenzione di parlare con i Paesi arabi “per sostenere la richiesta, perché non si tratta di un’iniziativa con una connotazione politica, ma di una questione culturale e di culto”.

“Per il Mediterranean Peace Forum, con sede a Parigi e che ha organizzato la sua prima sessione in Italia, a Lecce, e ne prepara un’altra a Brindisi, l’obiettivo è promuovere una cultura della pace e del dialogo, soprattutto tra i credenti, e più concretamente tra cattolici e musulmani, perché hanno molti valori comuni”.

Massalah ha affermato che la Vergine Maria, “che è venerata dai musulmani, potrebbe svolgere un ruolo di avvicinamento. Nel Corano si dice che la Vergine Maria è la donna che ha più virtù. I musulmani hanno per lei grande rispetto e grande venerazione. Credo che la Madonna sia la speranza, la pace, l’amore e la tenerezza. E’ necessario che svolga i valori che rappresenta”.

“Con il nostro Forum, anziché porre l’accento sugli elementi che ci separano sottolineiamo gli elementi che ci uniscono”, ha aggiunto.

Tesoro nascosto

L’idea di questo colloquio internazionale è nata dalla constatazione che Nazareth è per tutto il mondo un luogo conosciuto e di grande contenuto simbolico, ma il suo immenso patrimonio continua ad essere come un tesoro nascosto.

Secondo quanto ha affermato monsignor Marcuzzo nel suo intervento di apertura, la ricchezza e la varietà delle dimensioni biblica, spirituale, culturale e storica della città sono state esplorate solo da una parte molto ridotta dei suoi abitanti, dei ricercatori e dei pellegrini.

Nazareth, con la sua archeologia preistorica e le sue costruzioni europee moderne, la prima chiesa giudeo-cristiana e le Crociate fino al periodo ottomano, rappresenta per la Chiesa la fonte e l’origine, come luogo dell’Incarnazione, ha indicato il vicario patriarcale per Israele.

Il suo discorso ha riflesso l’entusiasmo di tutti i partecipanti di fronte alla ricchezza di Nazareth, di cui bisogna prendere coscienza e che si deve far conoscere, ha detto.

Sessione intensa e fruttuosa

All’entrata del simposio c’era un’esposizione di immagini, antiche e recenti, dei luoghi più suggestivi della città.

Più di 20 persone – cristiane, ebree e musulmane – sono intervenute alle due giornate e mezza di lavori.

Tra loro figuravano padre Eugenio Alliata, OFM, archeologo dello Studium Franciscanum di Gerusalemme, Omar Masalha, ex direttore del Dipartimento francese dell’UNESCO, Pierre Perrier, esperto in tradizioni orali orientali nel Vangelo, e il professor Renzo Ravagnan dell’Istituto Veneto per i beni culturali, che ha restaurato molti luoghi di Nazareth, di recente la Grotta dell’Annunciazione.

Gli esperti hanno presentato le dimensioni spaziali e storiche di Nazareth davanti a un pubblico non troppo numeroso, ma molto attento e fedele.

Hanno anche affrontato lo stato e il programma futuro degli scavi archeologici, il progetto turistico adeguato per Nazareth, gli studi storici e artistici sull’attuale Basilica e la vecchia chiesa, le pagine sconosciute della storia del XX secolo, l’origine ancora misteriosa del nome di Nazareth e i suoi numerosi derivati.

L’incontro ha incluso anche una visita, guidata da Sharif Safadi, ad alcuni dei tesori locali, tra cui la Tomba del Giusto, del I secolo, le facciate e gli interni delle grandi case tradizionali ottomane e la Fontana di Maria (emblema della città).

Il percorso è terminato con la casa dell’epoca di Gesù scoperta nel 2009 al Centro Internazionale Maria di Nazareth.

La direttrice degli scavi a nome dell’Autorità per le Antichità di Israele, Yardenna Alexandre, ha affermato che la casa può essere fatta risalire senza dubbio al I secolo.

Il Centro Internazionale Maria di Nazareth

L’associazione francese Maria di Nazareth, promotrice del colloquio, ha voluto offrire una valutazione dello stato attuale del sapere storico e archeologico su Nazareth ora che sta terminando la costruzione del Centro Internazionale Maria di Nazareth, la cui apertura è prevista per il 25 marzo 2011.

Il Centro, costruito nel centro storico di Nazareth, vicino alla Basilica dell’Annunciazione, ha la vocazione di far scoprire e amare Nazareth e il suo ricco messaggio eterno, soprattutto Maria, nel luogo dell’Annunciazione e dell’Incarnazione, e dare a tutto ciò una proiezione internazionale.

La gestione del Centro, l’accoglienza e la formazione biblica e spirituale saranno affidate alla Comunità Chemin Neuf.

Il diacono Marc Hodara, di questa Comunità, coordinatore di questo progetto per anni, ha ricordato con gratitudine il sostegno ricevuto dalle dodici Chiese di Terra Santa e l’aiuto delle grandi famiglie di Nazareth e di monsignor Marcuzzo, che ha accompagnato il progetto fin dall’inizio con grande costanza e apertura.

La Comunità Chemin Neuf, che ha il carisma speciale di lavorare per l’unità e la riconciliazione, ha sottolineato lo spirito di concordia e di buona volontà di tutti i partecipanti al colloquio.

Unità di Nazareth

Il sindaco di Nazareth ha chiuso il colloquio esprimendo la volontà che si pubblichi un libro con tutte le conferenze pronunciate durante i suoi lavori.

Ha anche informato del progetto municipale di concedere una borsa di studio di 10.000 dollari annuali a un ricercatore che dedichi a Nazareth una tesi di dottorato.

Gli organizzatori del colloquio hanno sottolineato il successo dell’incontro e sperano di programmare una nuova sessione il prossimo anno.

“Abbiamo iniziato con il desiderio di un sapere unitario su Nazareth e ci siamo trovati con l’unità di Nazareth”, ha rimarcato monsignor Marcuzzo.

Con informazioni di Jesús Colina

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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