ROMA, domenica, 5 dicembre 2010 (ZENIT.org).- La convivenza umana si fonda sul rispetto dei diritti di ciascuno. E’ quanto ha detto questo sabato il Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone nel presiedere a Karaganda, in Kazakhstan, la Santa Messa nella cattedrale di San Giuseppe edificata dai fedeli nel 1978, durante il periodo sovietico.
Con questa celebrazione il porporato ha concluso la sua visita alla comunità cattolica di oltre 200 mila fedeli di questa repubblica situata nel cuore dell’Asia centrale con oltre 15 milioni di abitanti, in larga maggioranza musulmani. Nei giorni scorsi, inoltre, ha partecipato al vertice dell’Osce ad Astana.
Per i cristiani – ha ricordato il Cardinale Tarcisio Bertone durante l’omelia – l’Avvento è un tempo di attesa e di speranza, di ascolto e di riflessione, ma è anche un’occasione per testimoniare la carità “nell’amore fraterno e nel servizio ai poveri, ai malati, agli esclusi” e per essere “artefici di riconciliazione e di pace”.
La festa del Natale che si avvicina, ridesta negli uomini “una meravigliosa speranza nel progetto di Dio” che si realizza in Gesù. Tuttavia, ha continuato, “chi vuole trovare Dio, deve continuamente camminare interiormente, andare in una direzione diversa da quella che ci indica una mentalità materialista, individualista, edonista”.
I cristiani, ha aggiunto, devono riflettere nel periodo di Avvento sulla necessità di cambiare mentalità. Perché “chi vuole essere degno del nome cristiano deve continuamente ‘cambiare mentalità’” e trasformare “il modo di pensare”, per “superare l’illusione che l’uomo abbia solo una dimensione orizzontale, visibile, e diventare sensibili e attenti nei confronti della sua dimensione verticale, dell’invisibile”.
Ecco quindi che la missione di ogni sacerdote è di annunciare il Vangelo, di preparare la strada del Signore e non la propria, affinché “ogni fedele possa vivere l’incontro personale con Cristo risorto”.
Il cristiano – ha sottolineato infine il Segretario di Stato – “deve inserirsi nell’ambiente sociale in cui vive, in una realtà talvolta difficile, testimoniando l’amore di Dio”. E il rispetto dei diritti di ciascuno, anche se di convinzioni personali diverse, è “il presupposto di ogni convivenza autenticamente umana”.