La famiglia al centro dello sviluppo sociale e civile

di Antonio Gaspari

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ROMA, mercoledì, 10 novembre 2010 (ZENIT.org).- “Non so se se si chiamerà ‘quoziente familiare’, o ‘fattore famiglia’, o altro ancora ma so certamente che il nuovo fisco dovrà tener conto del numero dei componenti della famiglia in modo che le famiglie con figli o con situazioni di fragilità possano ricevere un concreto ed indispensabile aiuto in termini di riduzione della pressione fiscale e di accesso agevolato ai servizi”. Con queste parole il sottosegretario alle Politiche della Famiglia Carlo Giovanardi ha aperto l’8 novembre la Conferenza nazionale della Famiglia, in corso di svolgimento al Milano Convention Center.

Organizzata dal Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme all’Osservatorio nazionale sulla Famiglia e al relativo Comitato Tecnico Scientifico la Conferenza Nazionale della Famiglia è una grande occasione di incontro tra le amministrazioni pubbliche centrali, regionali e locali, le associazioni, il privato sociale, le imprese, le organizzazioni dei lavoratori nella prospettiva di delineare gli obiettivi e gli strumenti delle più efficaci politiche per la famiglia.

“La famiglia è vitale e resta un riferimento essenziale in un momento di incertezza – ha spiegato Giovanardi –. Protegge i figli, gli anziani, i componenti più deboli. E’ centro di legami di solidarietà oltre che di affetti”.

“Questa funzione della famiglia – ha aggiunto il sottosegretario – va sostenuta, certamente: non si può chiedere alla famiglia di supplire alle mancanze del sistema di welfare, ma va anche apprezzata e valorizzata più di quanto normalmente si faccia”.

Circa le critiche che si ripetono in merito alla legge sulla procreazione assistita, Giovanardi ha spiegato che “scienza e biotecnologie possono togliere ai figli il diritto di nascere all’interno di una comunità d’amore con una identità certa paterna e materna. Questa comunità è stata la scelta del legislatore italiano con la legge 40”.

“Ma questa scelta – ha proseguito – viene contestata da chi in nome del desiderio di genitorialità ritiene lecito e possibile ricorrere all’acquisto dei fattori della riproduzione procurandosi sul mercato materiale genetico in vendita e trovando terze persone che si prestano o a dare l’utero in affitto o donatori che possano dar vita all’embrione”.

Per questo motivo “la rottura della diga costituita dalla legge 40 – ha sottolineato – aprirebbe la porta a questi inquietanti scenari, tornando ad un vero e proprio Far West della provetta dove fin dal primo momento il concetto costituzionale di famiglia andrebbe irrimediabilmente perduto”.

Giovanardi ha infine affrontato il più gravoso dei problemi italiani e cioè il crollo della natalità conseguente anche alla riduzione della nuzialità. A questo proposito, le statistiche ci dicono che nel 2008 sono stati celebrati 246.613 matrimoni contro i 419.000 del 1972 (4 ogni 1000 abitanti contro 7,7 ogni 1000 abitanti); mentre il tasso di natalità è di 1,42 figli per donna, ben al disotto della crescita zero che è pari al 2,1 figli per donna.

A illustrare la gravità dei dati demografici è stato il prof. Gian Carlo Blangiardo, docente di Demografia all’Università la Bicocca di Milano. Secondo Blangiardo siamo di fronte a una grave forma di mutazione demografica “del tutto impensabile solo qualche decennio fa”.

I sostenitori della bomba demografica avevano calcolato che l’Italia nel 2000 avrebbe raggiunto i 65 milioni di popolazione con una densità di 214 abitanti per chilometro quadrato. Invece nel 2010 gli abitanti sono poco più che 60 milioni e la densità è di 180 persone per Kmq.

Nessuno aveva previsto uno squilibrio così marcato tra giovani e anziani. Dal 1971 gli anziani sono raddoppiati e i giovani diminuiti di 6 milioni. Le famiglie sono cresciute di 9 milioni ma si sono ristrette di dimensioni, scendendo sotto la soglia dei 3 componenti. La media attuale parla di 2,4 componenti di media con mezzo figlio per coppia.

Per uscire fuori da una crisi così profonda e complessa, il prof. Pierpaolo Donati, Ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Bologna, ha proposto un piano nazionale che rivoluzionerà il fisco e le politiche sociali.

In particolare il noto sociologo ha sottolineato una politica per l’equità sociale verso la famiglia che si fonda sulla sussidiarietà e sulla solidarietà. Sussidiaretà pubblica per affiancare le famiglie senza sostituirsi ad esse e solidarietà come ragnatela di aiuti, una sorta di welfare ‘sostenibile e abilitante’.

A questo proposito il prof. Donati ha citato esempi virtuosi e funzionanti come il “distretto famiglia” del Trentino ed il “quoziente Parma”.

In termini di interventi concreti e immediati, il Governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha illustrato l’istituzione del fondo ‘Nasko’ che stanzia un aiuto continuo per i primi tre anni alle gestanti e future mamme in difficoltà economica, a patto che non abortiscano.

Formigoni ha anche spiegato che la Regione più ricca d’Italia sta lavorando per rendere il quoziente familiare un principio trasversale a tutte le politiche.

In questo contesto il ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, ha annunciato di aver dato i fondi del proprio Dipartimento per le politiche di conciliazione lavoro-famiglia a favore dell’impiego delle donne.

Il Presidente del Forum delle Associazioni Familiari, Francesco Belletti, ha dichiarato di considerare “molto positiva come punto di partenza la bozza del piano per la famiglia redatta dal gruppo di lavoro del sottosegretario Giovanardi”.

“Apprezziamo la priorità posta sulle misure fiscali – ha rilevato Belletti – nel cui ambito noi proponiamo il ‘Fattore famiglia’ che va oltre in quoziente familiare perchè moltiplica un livello minimo di reddito non tassabile per un fattore proporzionale al carico familiare”.

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ZENIT Staff

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