ROMA, mercoledì, 10 novembre 2010 (ZENIT.org).- Pellegrino sulle orme di Santiago, nell’Anno Santo Compostelano, Benedetto XVI ha rinnovato in Spagna il suo appello all’Europa ad aprirsi maggiormente a Dio. E’ quanto ha detto il Papa stesso questo mercoledì durante l’Udienza generale, in cui ha ripercorso le tappe salienti del suo recente viaggio apostolico a Santiago de Compostela e Barcellona.
Parlando di fronte alle circa 8 mila persone presenti nell’Aula Paolo VI, il Papa ha ricordato di essersi recato in Spagna “per confermare nella fede i miei fratelli […] come testimone di Cristo Risorto, come seminatore della speranza che non delude e non inganna, perché ha la sua origine nell’infinito amore di Dio per tutti gli uomini”.
Il Santuario della Galizia è stato meta della prima tappa del Papa “pellegrino insieme con quanti numerosissimi” si sono recati nei secoli a Compostela.
“Dando, con emozione, il tradizionale abbraccio al Santo”, ha detto il Papa, “pensavo a come questo gesto di accoglienza e amicizia sia anche un modo di esprimere l’adesione alla sua parola e la partecipazione alla sua missione. Un segno forte della volontà di conformarsi al messaggio apostolico”.
Il Pontefice ha poi ricordato di aver pregato durante la cerimonia affinché il “Cammino di Santiago” continui a mantenere “vivo il genuino significato religioso, spirituale e penitenziale, senza cedere alla banalità, alla distrazione e alle mode” e continui pure “ad essere punto di riferimento per l’Europa di oggi”, continente invitato “ad aprirsi sempre di più a Dio”.
“Conservare e rafforzare l’apertura al trascendente, così come un dialogo fecondo tra fede e ragione, tra politica e religione, tra economia ed etica, permetterà di costruire un’Europa che, fedele alle sue imprescindibili radici cristiane, possa rispondere pienamente alla propria vocazione e missione nel mondo”.
Benedetto XVI è quindi tornato con la memoria alla solenne Messa di dedicazione della Basilica minore della Sagrada Familia di Barcellona, che ha definito “un’immensa scultura in pietra, frutto della fede profonda, della sensibilità spirituale e del talento artistico di Antoni Gaudí” che “rinvia al vero santuario, il luogo del culto reale, il Cielo, dove Cristo è entrato per comparire al cospetto di Dio in nostro favore”.
La vita stessa del grande architetto catalano, ha sottolineato il Papa, fu esemplare dal punto di vista cristiano, al punto – ha affermato – che “si può dire che, mentre Gaudì lavorava alla costruzione del tempio, Dio costruiva in lui l’edificio spirituale, rafforzandolo nella fede e avvicinandolo sempre più all’intimità con Cristo”.
“Intraprese così un’intensa pratica di preghiera, digiuno e povertà, avvertendo la necessità di prepararsi spiritualmente per riuscire ad esprimere nella realtà materiale il mistero insondabile di Dio”.
Infine, il Pontefice ha ricordato la visita all’Istituto del “Nen Déu” , che si occupa dell’assistenza di bambini diversamente abili: “in quella casa, sono stato partecipe della gioia e della carità profonda e incondizionata delle Suore Francescane dei Sacri Cuori, del generoso lavoro di medici, di educatori e di tanti altri professionisti e volontari, che operano con encomiabile dedizione in quell’Istituzione”.
Quindi, ha invocato preghiere per l’incontro con i giovani di tutto il mondo in programma nella capitale spagnola: “L’anno prossimo, a Dio piacendo, mi recherò di nuovo in Spagna, a Madrid, per la Giornata Mondiale della Gioventù. Affido fin d’ora alla vostra preghiera questa provvida iniziativa, affinché sia occasione di crescita nella fede per tanti giovani”.
Nel salutare quindi i fedeli di lingua spagnola il Papa ha detto: “Chiedo al Signore che benedica copiosamente i Pastori e i fedeli di queste nobili terre, affinché ravvivino la loro fede e la trasmettano con coraggio, essendo cristiani come cittadini e cittadini come cristiani”.
Al termine dell’Udienza generale, Benedetto XVI ha poi ricevuto, nell’Auletta dell’Aula Paolo VI, Ranko Krivokapić, Presidente del Parlamento di Montenegro, accompagnato da un seguito.