CITTA’ DEL MESSICO, giovedì, 26 agosto 2010 (ZENIT.org).- I Vescovi del Messico hanno difeso il diritto alla responsabilità e alla libera espressione di ogni persona di fronte alle accuse di intolleranza lanciate contro i Cardinali Norberto Rivera Carrera e Juan Sandoval Íñiguez per aver criticato le unioni tra persone dello stesso sesso e l’adozione di bambini da parte di questo tipo di coppie.
“Lamentiamo che manifestando questi concetti all’opinione pubblica ci sia chi recrimina e minaccia tacciando di intolleranza, quando la tolleranza è la possibilità che tutti esprimiamo la nostra opinione e le nostre posizioni”, segnala un comunicato diffuso dalla Conferenza Episcopale Messicana.
Oltre a mettere in guardia contro gli attacchi alla libertà d’espressione, i Vescovi messicani hanno ribadito la propria opposizione al processo avviato in Messico per legalizzare il fatto che persone dello stesso sesso possano sposarsi e adottare bambini.
Secondo i presuli, l’Assemblea del Distretto Federale ha approvato questa possibilità “in modo affrettato, senza le consultazioni necessarie dei vari attori sociali e senza attendere il consenso della maggioranza, che non era d’accordo su queste unioni e soprattutto sull’adozione di bambini”.
La recente conferma della legalità di questo processo giuridico da parte della Suprema Corte di Giustizia della Nazione, inoltre, si è realizzata “senza andare in fondo alla questione”, ha lamentato l’episcopato, non nascondendo il suo “totale disaccordo nei confronti della decisione”.
“Crediamo che equiparare con il nome di matrimonio queste unioni sia una mancanza di rispetto, sia verso l’essenza stessa del matrimonio tra un uomo e una donna, come espresso dalla Costituzione del Paese all’articolo 4°, che verso i costumi e la cultura che ci hanno retto per secoli”, indica il comunicato.
“La Chiesa, della quale fanno parte tutti i battezzati, veglia sui diritti di coloro che non si possono difendere, e in questo caso i più deboli sono i bambini”.
Per i Vescovi messicani, “la coscienza ecologica, che va riunendo tanti adepti per salvaguardare le varie specie rispettandone i processi naturali, deve includere la specie umana, la più degna e consapevole del proprio sviluppo”.
L’episcopato ha quindi espresso solidarietà ai Cardinali Rivera e Sandoval, affermando che “il momento che vive il Messico richiede un dibattito di livello che ci unisca e in cui tutti i membri della società nel suo insieme affrontino i molteplici problemi che ci affliggono”.
Ha infine invitato i fedeli “a pregare Santa Maria di Guadalupe per le decisioni dei governanti e per tutti i bambini che non hanno voce ma hanno il diritto di avere una famiglia che sia per loro esempio di virtù”.
Anche altre istanze hanno levato la voce contro il processo legale per permettere il “matrimonio omosessuale” in Messico, con possibilità di adottare minori.
L’Arcivescovado di Guadalajara, ad esempio, ha pubblicato un comunicato in cui avverte che la American Psychological Association ha indicato che i bambini che crescono in una relazione omosessuale hanno il triplo delle possibilità di soffrire di depressione.
Chiede anche di considerare i diritti del bambino, che “merita la migliore opportunità di integrarsi nella società”, tenendo conto del fatto che “tutte le correnti psicologiche del mondo riconoscono che un padre e una madre sono l’ambiente migliore a questo scopo”.
“I minori sono nati dall’unione di un uomo e una donna; dall’unione di due persone dello stesso sesso non è mai nato nessuno”, indica il comunicato dell’Ufficio Stampa e Comunicazione Sociale dell’Arcivescovado.
“Per questo – conclude –, il loro sviluppo è intimamente legato alla loro origine, e questo è un loro diritto, che ora è stato trasgredito dalla Suprema Corte di Giustizia della Nazione”.