ROMA, giovedì, 26 agosto 2010 (ZENIT.org).- La ricostruzione di Haiti, devastata dal terribile terremoto del 12 gennaio scorso, è importante, ma il primo pensiero deve essere aiutare gli abitanti del Paese a riprendersi e a cercare di ricostruirsi una vita.
L’Arcivescovo Bernardito Auza, Nunzio Apostolico per Haiti, ha annunciato che l’opera di ricostruzione delle chiese dovrebbe iniziare nei primi mesi del 2011, ma che la prima priorità della Chiesa deve essere aiutare le vittime del sisma.
“Prima di tutto dobbiamo guardare ai fedeli, e poi prenderci cura delle chiese, che devono essere costruite meglio e in modo da essere più sicure”, ha dichiarato durante una visita al quartier generale dell’associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), a Königstein (Germania).
Il Nunzio ha ringraziato ACS per il sostegno all’indomani del disastro e per “la promessa di aiuto nella ricostruzione di chiese, cappelle e seminari e per sostenere i programmi educativi ad Haiti”.
Nella capitale haitiana, Port-au-Prince, il 70% degli edifici è stato distrutto dal terremoto.
“La gente è ancora traumatizzata”, ha riconosciuto il presule. “Le parrocchie sono state disperse. Alcune persone vivono nei campi, altre si sono trasferite in altre province. Altri ancora sono andati in città in cerca di lavoro”.
Particolarmente importanti nell’opera di ricostruzione saranno le scuole, ha sottolineato il Nunzio.
“L’istruzione ha un’enorme importanza per la Chiesa, soprattutto visto che la Chiesa stessa provvede a più della metà di tutte le scuole del Paese. E’ un settore in cui la Chiesa prende molto seriamente le sue responsabilità”.
Secondo il presule, la mancanza di progressi a più di sei mesi dalla tragedia è dovuta non solo alla carenza di infrastrutture e al collasso dell’amministrazione governativa, ma anche alla diffusa corruzione.
Dopo il sisma, ha denunciato, prevale ancora una mentalità egoista, che sta ostacolando un nuovo inizio per il Paese. Per combattere questa piaga, a suo avviso, potrà essere molto utile un’istruzione migliore, più efficace.
“Per la Chiesa cattolica”, ha confessato, “l’istruzione e un’educazione cristiana sono la chiave per il vero sviluppo del Paese, soprattutto visto che le scuole gestite dalla Chiesa sono sempre state migliori delle scuole statali ad Haiti”.
Obiettivi così importanti, tuttavia, rischiano di sfumare a causa della mancanza di fondi per la costruzione degli edifici e il pagamento del personale.