“Non siamo fatti solo di terra, siamo fatti anche di Cielo!”

Monsignor Lambiasi alla Messa di apertura del Meeting di Rimini

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di Antonio Gaspari

ROMA, domenica, 22 agosto 2010 (ZENIT.org).- “Gesù è venuto a comunicarci che non siamo fatti solo di terra, siamo fatti anche di Cielo”. Lo ha detto monsignor Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini, nel corso dell’omelia della Messa di apertura del XXXI Meeting per l‘amicizia fra i popoli, che si è aperto a Rimini domenica 22 agosto.

Impressionante la partecipazione alla tradizionale Messa di apertura del Meeting. Dodicimila persone, tra donne, bambini, famiglie, disabili, volontari, sacerdoti, con una grande maggioranza di giovani, si sono messe in cammino per raggiungere il padiglione centrale.

Il padiglione si è riempito in un batter baleno, così sono stati attivati dei video giganti nelle diverse sale della fiera per permettere al popolo del Meeting di assistere alla Messa.

Al momento della comunione, proprio come alla fine di un pellegrinaggio, una fila di sacerdoti e religiosi, si è dispiegata nelle sale della Fiera per portare l’Eucaristia.

Perfetta la coreografia, con canti e suoni mentre nei video si susseguivano immagini di arte sacra. Le preghiere dei fedeli sono state lette nelle diverse lingue.

Anche la Prima lettura sembrava scritta apposta per l’evento. Dal libro del profeta Isaia (66, 18b-21) il Signore dice: “Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue, essi verranno e vedranno la mia gloria”.

Nel corso dell’omelia il Vescovo di Rimini ha spiegato che “la felicità è desiderio di Dio” e facendo riferimento al tema del Meeting “quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore” ha spiegato che “il cuore dell’uomo è come una goccia di rugiada che riflette l’intera volta del cielo”.

“Circoscritto nei suoi limiti, illimitato nelle sue aspirazioni”, ha aggiunto monsignor Lambiasi, il cuore umano risulta però “malato di una grave patologia: il narcisismo”.

“Il peccato delle origini – ha sottolineato – ha ferito il cuore dell’uomo, facendolo ripiegare su se stesso e illudendolo di poter trovare una felicità tutta per sé, senza do e senza gli altri”.

“Quando l’uomo cade vittima del poter essere felice da solo, si autocondanna all’infelicità”, ha precisato il Vescovo di Rimini.

A prova di una rinnovata unità ecclesiale, monsignor Lambiasi, che dal febbraio 2001 al 2007 è stato assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana (AC), ha citato Don Giussani, fondatore e ispiratore di Comunione e Liberazione, il movimento che ha dato vita al Meeting, e che negli anni Settanta veniva contrapposto all’AC.

“Acuto esploratore delle abissali profondità del cuore umano”, ha detto monsignor Lambiasi di don Giussani, “ha messo magistralmente in luce la dinamica del desiderio della felicità”.

Il Vescovo di Rimini ha concluso rilevando che “il regno di Dio non è un privilegio per pochi raccomandati di lusso; è un dono. E un dono non si merita, ma si accoglie”.

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ZENIT Staff

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