La BBC prepara una copertura “equilibrata” della visita papale

La realtà smentisce la retorica

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di Edward Pentin

ROMA, luglio 2010 (ZENIT.org).- Quando Mark Thompson, direttore generale della British Broadcasting Corporation, si è recato a Roma a febbraio per preparare la copertura della visita che il Papa realizzerà in Gran Bretagna a settembre, ha negato che la BBC avesse una tendenza innata contraria alla Chiesa cattolica.

Insieme ad altri dirigenti della BBC, crede che la copertura, come gran parte della sua programmazione, sia rispettosa ed equilibrata, e che i programmi sulla Chiesa siano di grande qualità. Man mano che si avvicina la visita del Papa, che cosa c’è di vero in questo?

A giudicare dai programmi che sono già stati resi pubblici e dalle voci su quelli previsti, purtroppo, non molto.

Secondo un buon numero di fonti, si pensa che la BBC deluderà molti cattolici quando diffonderà un programma fissato perché coincida con la visita del Papa, dal 16 al 19 settembre. Il contenuto del programma continua ad essere segreto, ma alcune fonti informative affermano che sarà un dramma di 90 minuti che sottopone a giudizio il Pontefice, accusato di coprire gli abusi sessuali perpetrati da sacerdoti.

La BBC si mostra molto riservata su queste voci. Una portavoce mi ha detto il 21 luglio che i programmi si fanno coincidere con la visita di Stato, ma non può fornire dettagli – neanche in relazione al possibile contenuto – per “motivi di programmazione”. Non ha neanche fornito informazioni su tutti i programmi collegati alla visita papale che sono stati già diffusi.

Il programma più importante diffuso finora in relazione alla visita è stato un dramma della BBC Radio 4 sul Cardinale John Henry Newman, che il Santo Padre beatificherà a Birmingham il 19 settembre.

Chiamato Gerontius, Newman è stato interpretato dall’attore Derek Jacobi, ma la rappresentazione non aveva niente a che vedere con il progresso dell’anima verso il purgatorio, né sottolineava l’importanza nella vita della gente delle grandi opere teologiche di Newman. Si è invece concentrato sulla sua stretta amicizia con fr. Ambrose St. John – un’amicizia che i difensori dei diritti omosessuali dicono che fosse di carattere omosessuale, ma che gli esperti di Newman dimostrano come un semplice affetto fraterno.

Analizzando l’opera sul Catholic Herald, l’autore Francis Phillips ha scritto: “A metà di un dialogo senza incoraggiamento, melodrammatico tra Newman e il suo angelo custode, una giovane voce maschile dichiara: ‘La Chiesa cattolica romana è omofobica!’. Si deduce, inoltre, che il motto di Newman, ‘Dall’ombra alla verità’, possa essere un codice del suo desiderio di uscire allo scoperto”. Phillips ha proposto la lettura del maggiore esperto di Newman, padre Ian Ker.

Al di là dei programmi direttamente collegati alla visita papale, la BBC ha diffuso alcuni prodotti degni di lode. A marzo, Radio 4 ha trasmesso Heart and Soul, un eccellente documentario sulla sofferenza e su come si può giungere a una comprensione personale della resurrezione di Cristo. Nello stesso mese, la BBC News ha offerto un articolo molto equilibrato del corrispondente dal Vaticano Gerry O’Connell sulla gestione della crisi degli abusi sessuali.

Appena velata

La maggior parte dei programmi continua tuttavia a tradire le tendenze dominanti della BBC laicista. Anche se è stato compiuto uno sforzo per chiedere a molti cattolici di pensiero ortodosso di apparire nei programmi di notizie, la maggioranza tende ad essere di cattolici dissidenti. Gli altri vengono ostacolati, come è accaduto il 5 aprile, quando il filosofo e politico cattolico Rocco Buttiglione ha partecipato al programma Radio 4’s Today per discutere sulla crisi degli abusi sessuali. Buttiglione ha compiuto una difesa energica ed equilibrata, ma è stato costantemente interrotto dal presentatore John Humphrys.

Padre Tim Finigan, sacerdote inglese e blogger, ha riassunto il problema quando ha scritto a maggio di un messaggio di posta elettronica interna della BBC che gli era stata inviato. “La BBC sta organizzando un dibattito sul cristianesimo”, ha scritto sul suo blog The Hermeneutic of Continuity. “Chi prenderanno a questo scopo? Un professore di storia e difensore dei diritti degli omosessuali, che descrive la propria posizione religiosa attuale come quella di un agnostico o ateo con uno sfondo di anglicanesimo, e un accademico musulmano”.

E se servono ancora prove del fatto che la BBC non può trattare la fede con la serietà che merita, Cristina Odone, ex editrice di The Catholic Herald, ha scritto il 29 aprile sul Telegraph di essersi irritata quando la BBC ha inviato un comico a intervistarla sullo scandalo degli abusi sessuali tra i sacerdoti e questi ha passato la maggior parte del tempo prendendosi gioco della fede. “La BBC potrebbe farlo con un musulmano? Con un ebreo? Con un indù?”, si è chiesta. “Ovviamente no”.

Quando ho scritto della piega della BBC a febbraio, ho concluso che tra il personale direttivo il sentimento anticattolico non era così dominante – anche se esiste senz’altro in alcuni settori – come l’incapacità del suo personale, per la maggior parte secolarizzato, di prendere sul serio la fede.

La Chiesa d’Inghilterra tende ad essere d’accordo. All’inizio di quest’anno, ha criticato la copertura della BBC della religione in generale come “non abbastanza buona”, e ha espresso la propria preoccupazione per il fatto che la trasmissione delle questioni religiose venga messa da parte. Anche uno degli ex presentatori della BBC sulle questioni religiose, Roger Bolton, si è lamentato in un discorso di marzo del fatto che la prospettiva religiosa nelle notizie è “sorprendentemente assente, sia nelle trasmissioni che dietro le quinte, nelle discussioni interne di redazione”.

Criticare la BBC è facile e si fa spesso. Un amico che lavora per l’azienda si lamentava di recente del fatto che prendersela con la “BeeB” è simile al “tirare pesci in un barile – anche se il tiro dei pesci nel barile non è uno sport così popolare”. D’altronde, le catene pubbliche di tutto il mondo sono oggetto di accuse simili.

Cultura della morte

Si potrebbe tuttavia argomentare che la piega della BBC contro la Chiesa cattolica ha una sfumatura più grave e sinistra dei normali errori di un organismo pubblico di radiodiffusione, collegata non solo a un malessere nell’azienda, ma a uno più generale diffuso tra le élites del Paese e forse nella cultura britannica nel suo insieme. La BBC, in fondo, non è l’unico organismo di radiodiffusione del Regno Unito a colpire la Chiesa: con notevole e tuttavia sorprendente sfacciataggine, Channel 4 ha chiesto all’attivista dei diritti degli omosessuali Peter Tatchell di mettersi alla guida di un documentario su Benedetto XVI.

Si dice però che la BBC soffra soprattutto di un modo di pensare impregnato di secolarismo, che abbraccia la cultura della morte – o almeno simpatizza con esse –, considerando l’aborto, il femminismo radicale, l’agenda omosessuale, la contraccezione, l’eutanasia, o una scienza contraria all’etica come la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Si dice anche che sia generalizzato il consumo di droghe tra i suoi dipendenti.

Eventi tragici recenti tra i dipendenti della BBC sembrano corroborare questa opinione. Ray Gosling, un presentatore esperto ed esponente di spicco dei diritti degli omosessuali, ha ammesso a febbraio che alcuni anni fa ha asfissiato il suo ex amante uomo che stava morendo di Aids. Ha detto che aveva fatto un patto con l’uomo per porre fine alla sua vita. Poco dopo la sua confessione in diretta, è stato arrestato perché sospettato di omicidio e poi rimesso in libertà su cauzione, anche se le indagini continuano.

Negli ultimi due anni, tre giovani presentatori della BBC sono morti in circostanze poco comuni. La vicenda più recente è quella di Kristian Digby, apertamente gay, morto
misteriosamente a febbraio a 33 anni.

Nel 2006, Benedetto XVI ha insistito sull’importanza di dire “no” all’attuale cultura della morte, un’“anticultura” che, ha detto, si manifesta in cose come la fuga nelle droghe. Si tratta di una “fuga dal reale nell’illusorio, in una felicità falsa che si mostra nella menzogna, nella truffa, nell’ingiustizia, nel disprezzo dell’altro”.

Ha anche detto che la cultura della morte “si mostra in una sessualità che diventa puro divertimento senza responsabilità, che diventa una ‘cosificazione’ dell’uomo, che non è più una persona, ma diventa una merce, una cosa”.

Come antidoto, ha sostenuto il “sì” della cultura della vita: la fedeltà ai Dieci Comandamenti, che non sono divieti, ma una visione di vita.

Possiamo forse sperare che la BBC e altri settori dei mezzi di comunicazione del Regno Unito si rendano conto della saggezza e della pertinenza delle parole del Santo Padre durante la sua visita in Gran Bretagna.

Sia nell’impresa che in altre parti del Paese, sono senz’altro necessarie.

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Edward Pentin è uno scrittore freelance che vive a Roma. Può essere contattato scrivendo a epentin@zenit.org

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ZENIT Staff

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