HAGI, lunedì, 19 luglio 2010 (ZENIT.org).- Un gruppo di fedeli della Chiesa a Hagi, nella prefettura giapponese di Yamaguchi, ha ringraziato i monaci del monastero buddista di Houonji per la protezione che la comunità che lo abitava nel XVII secolo offrì ai cristiani perseguitati.
Il gesto ha avuto luogo il 4 luglio scorso in un atto interreligioso celebrato nello stesso monastero di Houonji, durante una visita del gruppo di cattolici, ha reso noto l’agenzia Ucanews.
Il monaco buddista Toshiaki Namba ha spiegato ai visitatori che nel monastero è stata scoperta una stanza segreta collegata al salone principale attraverso un tunnel che conduce ai campi situati dietro il tempio.
In questa stanza segreta si crede che si siano rifugiati i cristiani perseguitati, che i monaci buddisti proteggevano cantando per evitare che qualcuno potesse sentire il rumore da fuori.
Il tempio è uno dei vari luoghi del Giappone collegati ai primi cristiani del Paese.
Di fatto, sono stati eretti vari monumenti ai cristiani perseguitati nei templi buddisti di tutto il Paese. Anche i cattolici hanno ricordato in vari modi quei cristiani.
Il cristianesimo era già presente nella prefettura di Yamaguchi all’inizio del XVI secolo, quando San Francesco Saverio visitò la zona.
Il signore feudale a quell’epoca sostenne la Chiesa nascente; la persecuzione religiosa iniziò con il cambiamento di regime.
Il 4 luglio scorso, il gruppo di cattolici ha espresso la propria gratitudine ai suoi ospiti per la gentilezza e la generosità con cui i monaci difesero i loro predecessori nella fede.
Il gruppo era formato da circa 60 persone, guidate da padre Makoto Onchi. La visita al monastero buddista di Houonji faceva parte delle visite annuali della Chiesa a luoghi collegati alla persecuzione religiosa subita dai cristiani dall’inizio del XVII secolo in Giappone.