Haiti: a sei mesi dal sisma, situazione ancora drammatica

Scarso accesso all’acqua e rischio di diffusione di malattie

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ROMA, venerdì, 9 luglio 2010 (ZENIT.org).- A sei mesi dal sisma del 12 gennaio scorso che provocò ad Haiti oltre duecentotrentamila morti, 300.000 feriti e un milione di senza tetto, la maggior parte della popolazione vive ancora in piena emergenza in alloggi di fortuna, con scarso accesso all’acqua e alto rischio di diffusione di malattie.

Secondo quanto denunciato questo venerdì in un rapporto di Medici Senza Frontiere (MSF), la situazione per molti haitiani “è ancora enormemente precaria, mentre fra la popolazione cresce la frustrazione, a causa della lentezza della ricostruzione”.

I quasi due milioni di persone colpite dal sisma – un milione e 200.000 ospitate in campi provvisori e 600.000 senza tetto lontane dalle aree di residenza – continuano a dipendere dalle agenzie umanitarie.

Un dato positivo è però il miglioramento della fornitura di assistenza medica. Nei cinque mesi successivi al disastro, il personale di MSF ha trattato più di 173mila pazienti e ha realizzato oltre 11mila interventi chirurgici. Più di 81mila haitiani hanno ricevuto supporto psicologico.

Finora, invece, secondo quanto reso noto l’8 giugno, la rete internazionale delle Caritas ha fornito aiuti alimentari, ripari, cure mediche, acqua, servizi igienici, assistenza psicologica pari a 37,4 milioni di euro, raggiungendo complessivamente più di 2,3 milioni di persone.

Riguardo all’impegno della rete Caritas, in questi sei mesi ha fornito aiuti alimentari a 1,5 milioni di persone a Port-au-Prince, Léogâne e in nove diocesi, mentre altre 400.000 persone hanno beneficiato di cure mediche.

Sono stati distribuiti ripari d’urgenza a circa 160.000 persone, a Port-au-Prince e nelle zone rurali. Ma oltre un milione di persone vivono ancora nei campi in alloggi di fortuna e altre 600.000 hanno lasciato la capitale per cercare lavoro nelle zone rurali. La mancanza di alloggi, secondo la Caritas, rimane ancora oggi la sfida maggiore.

La caritas ha installato strutture di approvvigionamento di acqua e 726 servizi igienici a beneficio di 170.000 persone, e fornito kit igienici per 280.000 persone. In ambito sanitario, oltre alle cure mediche per 400.000 persone, sono stati distribuiti 4000 vaccini contro malattie endemiche e sono stati approntati, nella fase d’emergenza, 480 sale chirurgiche e cure d’urgenza in 21 ospedali.

Nel rapporto il Cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Arcivescovo di Tegucigalpa e Presidente di Caritas internationalis, ha sottolineato la necessità di “ricostruire le scuole, le case e la vita delle persone”.

L’Arcivescovo di Tegucigalpa ha quindi lamentato la scarsa attenzione dell’opinione pubblica internazionale sulla situazione di Haiti prima del sisma: “Prima, questo Paese e la sua estrema povertà – ha detto il porporato – erano ampiamente dimenticati. È deplorevole che ci sia voluto un terremoto di questa portata perché il mondo si accorgesse dello scandalo rappresentato dalla situazione di Haiti”.

La Caritas ha elaborato un piano di reinserimento sociale e ricostruzione per i prossimi cinque anni, identificando alcune priorità: case, educazione, riduzione dei rischi di catastrofi, salute e ristabilimento dei mezzi di sussistenza.

“Anche se può sembrare contraddittorio – si legge nel rapporto – le persone non hanno mai avuto così tanto accesso alla cure sanitarie come dopo il sisma, poiché prima non potevano permettersi nessun tipo di trattamento. Ora è necessario stabilizzare la situazione per assicurare a tutti l’accesso alla sanità”.

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ZENIT Staff

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