Anche in vacanza, pensare a Dio

ROMA, martedì, 6 luglio 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito un post tratto dal blog “Cartoline dall’Algeria” (www.missionline.org) di padre Silvano Zoccarato del Pime, missionario in Camerun dal 1971 e dal 2006 nel deserto dell’Algeria (a Touggourt), che quest’anno celebra i suoi 50 anni di sacerdozio.

 

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Per il mio 50° di sacerdozio mi è stato regalato un viaggio a Tamanrasset dove visse e morì Charles de Foucauld. Rileggo nel mio diario:  “Viaggio verso l’Assecrem. Sassi, sassi e poi sassi tra montagne di ogni forma: picchi, altipiani, e valli che non finiscono mai, qualche rigagnolo e piccolo lago. Una giornata intera tra i sassi. Charles ha voluto andarvi perché è lì che vivevano i Tuareg dove pioveva e crescevano i pascoli. E’ con loro che voleva vivere. Proprio in alto, a circa 2600 metri, vedi il suo eremitaggio”.

Il Beato De Foucauld aveva scritto: La vista è la più bella che non si possa dire, né immaginare. Nulla può dare l’idea di foresta di picchi e di guglie rocciose che si ha ai propri piedi. E’ una meraviglia. Non la si può ammirare senza pensare a Dio. Mi è difficile distogliere lo sguardo da questa vista ammirevole, la cui bellezza e impressione di infinito ci ravvicinano a Dio, mentre questa solitudine e questo aspetto selvaggio ci fanno sentire che cosa sia essere soli con Lui: una goccia d’acqua nel mare”.

Charles, come altri eremiti, ha saputo rendere importante e conosciuto questo angolo della terra, diventato luogo di incontro con Dio e coi fratelli. Ma c’è voluto un po’ di pazzia. I Tuareg dicono in proverbi: La verità è nascosta  tra le sabbie del deserto, affinché chi la scopre sia considerato un pazzo, la mente bruciata dalla solitudine e dal sole”.

Dio ha creato i luoghi ricchi di acqua perché l’uomo vi possa vivere ed ha creato il deserto perché l’uomo vi possa trovare la propria anima…”. “Non è l’uomo che attraversa il deserto. E’ il deserto che attraversa l’uomo”.

Il Piccolo Fratello Ventura mi accompagna al mio eremitaggio: a circa un km dall’eremitaggio di Fr. Carlo e di quello dei Piccoli Fratelli. In questa stanza di sassi ho passato due notti e un bel tempo di solitudine. Non manca niente, niente è di più, tutto è pura semplicità. Li, solo, guardi, pensi, mediti. Dio parla ancora, comunica mostrando il creato. Continua a dire le sue prime parole di Creatore: “Tutto è buono. Tutto è bello!”. L’uomo, creato ad immagine di Dio percepisce il linguaggio di Dio.  

Ho raccolto questo, sfogliando il quaderno delle testimonianze che i visitatori  scrivono all’interno dell’eremitaggio.  Vedi i caratteri delle lingue del mondo. Ogni scritta ti fa sentire chi è musulmano, cristiano, indù, buddista, ateo, in ricerca, ecc. Ma in tutti senti una sola cosa: La gioia di sentirsi lì e la sorpresa di avvertire una grande novità nell’esistenza. Ne trascrivo solo due

Non sono credente, ma oggi sono arrivato qui all’Assecrem. Ho letto qualche parola di Charles de Foucauld. Mi sento vicino a Dio e all’anima, alla grande anima, all’uomo, al santo. All’Assecrem ho toccato con mano la grandezza dell’universo. Ne sono affascinato.” H.H.

Come non pensare al Creatore universale davanti a tanto splendore. Un paesaggio lunare, una vista magica che porta all’umiltà. Sufficiente per ricordare all’uomo che non è polvere e che deve tutto a Dio. Sufficiente per vivere felice”. M.

Al turista che vantava le gioie della città, il vecchio Tuareg rispose: Preferisco restare qui nel deserto, dove il cielo è sempre puro… La notte, quando alzo la testa, posso contemplare il cielo stellato… e medito”.

Ha ragione. E’ la meditazione che dà senso alla vita.

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ZENIT Staff

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