Il Cardinal Martino ha dato voce a chi non ce l'ha

Lodata in tutto il mondo la sua opera di difesa di vita e famiglia

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di Edward Pentin

ROMA, giovedì, 25 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Molti si ricorderanno del Cardinale Renato Raffaele Martino, che dal 2002 fino a poco tempo fa ha ricoperto l’incarico di presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.

Prima di arrivare a Roma, è stato per 16 anni Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York. In quel periodo, il diplomatico vaticano ha guidato molte campagne in cui la Santa Sede ha esercitato con successo pressioni su questioni come il sostegno globale all’aborto e la ridefinizione della famiglia. Ed è per queste azioni che il 12 febbraio scorso si è tenuta a Roma una serata in suo onore.

“Le sue istruzioni per i negoziati possono essere derivate da Giovanni Paolo il Grande”, ha sottolineato Austin Ruse, la cui organizzazione, il Catholic Family and Human Rights Institute, ha ospitato l’evento. “Ma mettere in pratica queste istruzioni è spettato a lei e alla forza e alla guida che ha dato ai suoi notevoli negoziatori, alcuni dei quali siedono a questo tavolo stasera”.

“E’ difficile, quasi impossibile sostenere qualcosa che a volte sembra grande come il mondo intero, ma lei non ha mai ceduto”, ha spiegato Ruse. “A testimoniare la sua determinazione c’è il fatto che negli anni i nostri oppositori non hanno mai ottenuto ciò che volevano. Volevano un diritto internazionale all’aborto e hanno perso perché lei li ha fermati. Volevano una ridefinizione della famiglia e hanno perso perché lei li ha fermati. Volevano dire che il genere era una costruzione sociale e non un aspetto basato sulla natura e hanno perso perché lei li ha fermati. Sarebbe stato facile e perfino plausibile rinunciare, ma lei non l’ha fatto mai, e per questo siamo qui stasera”.

Ruse, che non è riuscito ad arrivare all’evento a causa delle condizioni meteorologiche, ha affermato nel suo messaggio che la sua organizzazione ha ricevuto più di 2.000 tributi al Cardinale da tutto il mondo. “Grazie Cardinal Martino a nome di tutti i bambini che ha salvato opponendosi all’aborto e al diritto universale all’aborto alle Nazioni Unite”, si legge in uno di essi. “Dio la ricompenserà abbondantemente per le croci che ha dovuto portare”. In un’altra nota si legge: “Lei è fonte di ispirazione per tutti noi, è un eroe, è veramente il cuore di Gesù, la sua volontà, le sue mani e i suoi piedi su questa terra”.

Uno dei negoziatori del Cardinal Martino, Christine de Vollmer, ha ricordato come l’allora Arcivescovo “abbia davvero inserito la Santa Sede nella mappa alle Nazioni Unite”, trasformandola da “mero osservatore” in “un vero attore dell’ONU”. La storia, ha detto, dirà “che questo è stato un uomo veramente buono mandato da un Papa veramente grande”.

Un’altra negoziatrice, Jean Head, si è riferita a una famosa citazione del politico pro-vita americano Henry Hyde, dicendo che quando il Cardinal Martino arriverà al Giudizio Universale ci sarà un coro di voci “che non si sono mai sentite in questo mondo” che dirà a Dio: “Risparmialo, perché lui ci ha amati”.

Il Cardinal Martino, che sta scrivendo le sue memorie, ha ricordato come si siano compiuti costanti sforzi per bandire il sostegno all’aborto come metodo di pianificazione familiare da quando lui e i suoi negoziatori hanno svolto un’azione decisa alla Conferenza Internazionale su Popolazione e Sviluppo al Cairo nel 1994. Ogni volta, ha detto, la lobby pro-aborto ha cercato di includere formule che avrebbero aperto la porta all’aborto, “e non è riuscita a farlo”.

Il Cardinal Martino ha anche sottolineato che non avrebbe potuto raggiungere questi successi senza l’aiuto dei suoi esperti negoziatori, e soprattutto senza l’aiuto di Dio. “L’abbiamo fatto”, ha detto, “ma come strumenti del Signore”.

In nome della diversità

In questo momento, i cattolici in Inghilterra potrebbero gradire qualcuno del calibro del Cardinal Martino.

Questa settimana, il Parlamento britannico ha votato per approvare un emendamento che, secondo il Governo e un’agenzia della Chiesa cattolica, permetterà alle scuole religiose di impartire l’educazione sessuale in base al loro credo religioso.

Le organizzazioni pro-vita e molti cattolici affermano che l’emendamento è deludente e fuorviante, perché obbliga tutte le scuole, incluse quelle cattoliche, a dare informazioni sulla contraccezione, l’aborto e i rapporti omosessuali in nome dell’uguaglianza e della diversità. Il Ministro dell’Istruzione, Ed Balls, ne ha parlato in un programma radiofonico della BBC il giorno della votazione.

“Possono spiegare il punto di vista della loro fede”, ha detto, “ma non possono dire che non insegneranno ai bambini la contraccezione, come accedervi o come usarla”. Ciò che il disegno di legge modifica, ha aggiunto, è che per la prima volta “queste scuole non possono ignorare questi argomenti o insegnare solo un aspetto della questione”.

Gli insegnanti delle scuole religiose, ha dichiarato, dovranno affrontare i “diversi punti di vista sull’omosessualità, non potranno insegnare l’omofobia, dovranno spiegare le unioni civili e dare una visione bilanciata sull’aborto. Dovranno spiegare entrambi gli aspetti dell’argomento e come accedere all’aborto. Lo stesso vale per la contraccezione”.

Le scuole religiose, quindi, saranno ora costrette a educare le ragazzine su dove uccidere il bambino che portano in grembo, sostengono le organizzazioni pro-vita, per le quali ci sono molti altri aspetti di questa legislazione che “pubblicizzeranno” agli occhi dei giovani messaggi pro-aborto e porteranno a un’ulteriore “sessualizzazione dei bambini”.

Come ha sottolineato un osservatore, le scuole cattoliche d’ora in poi saranno costrette dal concetto statale di “neutralità” a presentare come “scelta” quella che finora “non è stata una scelta; dare ai bambini le opzioni come se fossero tutte moralmente equivalenti; promuovere quello è stato tradizionalmente ritenuto un ‘peccato’. E’ una facilitazione mascherata da informazione”.

Il Catholic Education Service, l’agenzia che ha lavorato con il Governo sul disegno di legge ed è guidata dai Vescovi di Inghilterra e Galles, sostiene la legislazione. Insiste sul fatto che l’insegnamento di tutti gli aspetti del curriculum nelle scuole cattoliche “riflette il loro ethos religioso” e che l’educazione sessuale “sarà radicata nell’insegnamento della Chiesa del profondo rispetto della dignità di tutte le persone”.

Ciò non ha calmato le organizzazioni pro-vita, alcune delle quali si sentono “completamente tradite” dalla posizione dell’agenzia. Un gruppo ha detto che il nuovo curriculum “metterà gli insegnanti, i genitori e i giovani cattolici in una posizione molto spiacevole”. Finora solo il Cardinale Keith Patrick O’Brien, presidente della Conferenza dei Vescovi scozzesi, ha parlato a nome della Chiesa contro il voto di questa settimana sul disegno di legge. Si pensa che i Vescovi di Inghilterra e Galles commenteranno la questione dopo aver raggiunto un accordo sulle azioni future, ma alcuni sospettano che volevano che l’emendamento passasse solo nel caso in cui il disegno di legge non potesse essere battuto.

Alcuni sacerdoti e laici considerano questa legislazione il frutto di decenni di dissensi all’interno della Chiesa cattolica in Gran Bretagna. Sia fuori che dentro la Chiesa, il disegno di legge viene visto come palesemente opposto alla legge morale naturale che i Governi dovrebbero sostenere.

All’inizio di questo mese, Benedetto XVI ha ricordato ai Vescovi di Inghilterra e Galles che una legislazione simile che restringe la libertà religiosa “viola veramente la legge naturale su cui si fonda l’uguaglianza di tutti gli esseri umani”. Ha quindi esortato i presuli ad assicurare che l’insegnamento morale della Chiesa “sia sempre presentato nella sua interezza e difeso in modo convincente”. La fedel
tà al Vangelo, ha dichiarato, “non limita in alcun modo la libertà di altri. Al contrario, è al servizio di quest’ultima perché offre loro la verità”.

Il provvedimento passerà ora alla Camera dei Lords, dove si pensa che si dovrà lavorare molto perché il disegno di legge sia sconfitto.

[Traduzione dall’inglese di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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