Tony Blair: no a un cattolico come ambasciatore britannico? È ridicolo

Commento dell’ex Primo Ministro britannico alla BBC

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LONDRA, venerdì, 19 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Tony Blair ha criticato la politica del Governo britannico di proibire ai cattolici di rappresentare il Paese presso la Santa Sede definendo il divieto “la cosa più ridicola che abbia mai sentito”.

E’ quello che l’ex Primo Ministro, convertitosi al cattolicesimo, rivela in un documentario diffuso questo mercoledì dalla BBC dell’Irlanda del Nord.

Nel reportage, intitolato “Il nostro uomo in Vaticano”, Blair commenta la sua sorpresa nel venire a conoscenza di questo retroscena che aveva fatto sì che nel 2005 il posto di ambasciatore rimanesse vacante.

“Ho detto: ‘E’ il Vaticano, il Papa, è cattolico. Vuol dire che noi attualmente come politica… non possiamo avere un cattolico?’. Ho detto: ‘Che significa? E’ la cosa più ridicola che abbia mai sentito’”, ha commentato Blair secondo quanto riporta la BBC.

“Può immaginare che abbiamo detto per anni che l’unica categoria di persone che non possiamo avere come ambasciatore presso la Santa Sede è quella di chi ne condivide la fede?”, ha aggiunto.

“Oltre ad essere discriminatorio, quanto può essere stupido?”, ha chiesto.

Le relazioni diplomatiche formali tra l’Inghilterra e la Santa Sede sono state stabilite per la prima volta nel 1479; di fatto, l’incarico di ambasciatore presso la Santa Sede è il più antico nel servizio diplomatico del Regno Unito.

Sotto Enrico VIII i rapporti dell’Inghilterra con il Vaticano si sono interrotti per poi riprendere nel 1914.

La BBC ha fatto sapere che un memorandum del Foreign Office del 1917 stabilisce che la rappresentanza della Gran Bretagna presso la Santa Sede “non dovrebbe essere svolta con irragionevole timore del Papa”.

La scelta dell’Amministrazione Blair ricaduta su Francis Campbell, ancora ambasciatore britannico, ha invertito finalmente questa tendenza.

L’ambasciata è ora considerata una “parte vitale della rete internazionale del Regno Unito”, come spiega il sito dell’ambasciata. “La missione lavora congiuntamente con la Santa Sede su sviluppo internazionale, dialogo interconfessionale e cambiamenti climatici. Lo stesso atteggiamento si ritrova nell’ecumenismo, nella prevenzione dei conflitti, nel disarmo e nei diritti umani, senza dimenticare il valore della Santa Sede come punto di ascolto globale”.

“In un’era in cui la religione emerge ancora una volta nelle relazioni internazionali, il Vaticano è fondamentale per il continuo dibattito politico sulla giusta relazione tra fede e politica – aggiunge –. Il Vaticano ha un’influenza stabilizzatrice chiave nel dibattito fede-politica globale, e aiuta a mantenere una discussione razionale”.

Il ruolo di Campbell come ambasciatore sarà di importanza vitale in quest’anno di preparativi per il viaggio di Benedetto XVI in Gran Bretagna, che avrà luogo a settembre.

Il Santo Padre ha già suscitato delle proteste in Inghilterra quando nel ricevere in udienza i Vescovi di questo paese, il 1° febbraio, ha detto che una legislazione progettata per difendere l’uguaglianza impone “limitazioni ingiuste alla libertà di agire secondo il proprio credo a comunità religiose”, e a volte “viola veramente la legge naturale”.

Il Governo britannico sta discutendo una Legge sull’Uguaglianza, la cui finalità è quella di tutelare le persone contro le discriminazioni per sesso oppure per orientamento sessuale.

I critici avvertono che questo provvedimento potrebbe restringere la libertà della Chiesa di selezionare le sue équipes o anche sacerdoti che vivano in base agli insegnamenti e alla moralità della Chiesa.

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ZENIT Staff

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