Il Papa al nuovo ambasciatore del Guatemala: no a povertà e corruzione

Lo sviluppo democratico, un passo imprescindibile per lo sviluppo integrale della persona

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ROMA, domenica, 7 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Lotta alla povertà diffusa e alla corruzione, e riforma della giustizia: sono solo alcuni dei temi al centro dell’udienza che Benedetto XVI ha concesso questo sabato al nuovo ambasciatore del Guatemala, Alfonso Alberto Matta Fahsen, in occasione della presentazione delle Lettere credenziali.

Nel suo discorso il Papa ha apprezzato le azioni portate avanti in Guatemala per il rafforzamento della democrazia, richiamando tuttavia la necessità di “applicare in modo giusto le leggi” e di “sradicare la sensazione di impunità rispetto a coloro che esercitano qualsiasi forma di violenza o disprezzano i diritti umani fondamentali”.

Nel suo indirizzo di saluto al Santo Padre, l’ambasciatore del Guatemala ha raccontato come il suo Paese, nel corso della storia, sia stato segnato da diversi cambiamenti culturali, politici, sociali ed economici, che hanno portato con sé un progresso in molteplici settori.

“Hanno però comportato anche un aumento delle disuguaglianze sociali e della povertà esistenti in Guatemala”, ha continuato l’ambasciatore – secondo quanto riferito da “L’Osservatore Romano” – accennando anche ai cambiamenti climatici che hanno portato all’acuirsi di alcuni problemi e a situazioni di emergenza in quelle zone già colpite dalla siccità.

Per non parlare poi, ha continuato il diplomatico, del conflitto armato che ha insanguinato il Guatemala per quasi trent’anni ha provocato l’esodo di intere famiglie nei Paesi vicini.

Lo sviluppo democratico e la stabilità politica, ha sottolineato a questo proposito il Pontefice, sono essenziali per “un autentico sviluppo integrale della persona che si rifletta in maniera positiva in ogni ambito della società”.

Benedetto XVI ha quindi sottolineato il diritto fondamentale di ogni persona a disporre del cibo necessario, che deve essere dunque un obiettivo prioritario. Di qui l’invito del Papa a lavorare affinché i più vulnerabili ricevano una adeguata alimentazione.

“Operare in questa direzione – ha affermato il Papa – significa promuovere e rendere degna la vita di tutti, specialmente quella delle persone più vulnerabili e indifese, come i bambini che, senza un’adeguata alimentazione, vedono la loro crescita fisica e psichica compromessa”.

Tra le varie iniziative portate avanti nel Paese, l’ambasciatore aveva menzionato poco prima che “nell’aprile del 2008, il Governo del presidente Colom ha avviato un programma che ha come obiettivi specifici l’educazione, la salute e la nutrizione, messo a punto soprattutto per aiutare le famiglie più povere”.

“Nel 2009 – ha spiegato – ne hanno beneficiato circa 480.000 famiglie ed è stata offerta assistenza medica e sanitaria a circa 500.000 bambini da 0 a 5 anni. Circa un milione di bambini in età scolare ha potuto inoltre ricevere un’istruzione”.

Nel suo discorso, il Papa ha poi lodato la Costituzione guatemalteca che garantisce la vita umana dal concepimento alla morte naturale ed ha esortato i rappresentanti del popolo e le istituzioni legislative “a mantenere e rafforzare questo elemento base della cultura della vita”.

I valori umani ed evangelici, come l’amore per la famiglia e la fede in Dio, ha evidenziato il Pontefice, rappresentano i veri motivi di speranza per il futuro del Guatemala.

Da questo patrimonio spirituale, ha concluso, i guatemaltechi possono trovare le forze necessarie “per contrastare quei fattori che deteriorano il tessuto sociale guatemalteco come il narcotraffico, la violenza” e ancora “l’insicurezza, l’analfabetismo, le sette o la perdita di riferimenti morali nelle nuove generazioni”.

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ZENIT Staff

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