SAN SALVADOR, giovedì, 28 gennaio 2010 (ZENIT.org).- La Conferenza Episcopale di El Salvador (CEDES) ha chiesto a Papa Benedetto XVI la “rapida conclusione” del processo di beatificazione dell'Arcivescovo Óscar Arnulfo Romero, di cui il 24 marzo ricorreranno i 30 anni dalla morte.
Monsignor Romero, Arcivescovo di San Salvador, venne assassinato il 24 marzo 1980 da un cecchino mentre celebrava l'Eucaristia nell'ospedale per i malati di cancro della Divina Provvidenza.
I Vescovi salvadoregni hanno adottato questa decisione nella loro prima riunione annuale, celebrata di recente, come ha reso noto il Vescovo ausiliare di San Salvador Gregorio Rosa Chávez attraverso una pubblicazione della sua parrocchia.
“Una decisione importante (dell'incontro dei Vescovi) è stata quella di scrivere una lettera al Santo Padre per esprimere l'interesse dei nostri pastori per la rapida conclusione del processo di canonizzazione di monsignor (Romero)”, afferma monsignor Rosa Chávez.
Questa domenica, l'Arcivescovo di San Salvador José Luis Escobar ha annunciato che la Chiesa inizierà gli atti commemorativi del 30° anniversario dell'assassinio del presule con alcune giornate di riflessione.
Ha anche raccomandato ai salvadoregni di pregare e promuovere il “culto privato” per favorire la beatificazione di monsignor Romero, chiedendo inoltre rispetto per la figura del presule assassinato per non ostacolare il processo.
“Vorrei lanciare un appello alla preghiera”, ha dichiarato. “Se qualcuno viene canonizzato, è perché Dio lo vuole”.
Nel corso di una conferenza stampa, ha ammesso che la causa “è in fase avanzata”, ma ha detto di non sapere “quanto tempo manca” a che monsignor Romero sia dichiarato beato.
“Avremmo desiderato che in una data come questa si fosse data la notizia gradita a tutti che monsignor Romero veniva dichiarato beato, ma non abbiamo alcuna notizia”, ha affermato.
In questo contesto, ha invitato i fedeli “a raccomandarsi a Dio per intercessione di monsignor Romero” e a far giungere testimonianze di grazie, favori e miracoli ricevuti.
“Per la verità abbiamo visto poca devozione privata, e su questo punto è necessario un cambiamento. Non ci può essere un culto pubblico per una persona il cui caso è all'esame del Vaticano, ma ci può essere in forma privata e deve esserci sempre più”, ha aggiunto.
A suo avviso, è bene che il processo di canonizzazione si svolga in un ambiente “sereno”, lontano da qualsiasi “manifestazione di carattere sociale e politico”.
“Abbiamo chiesto in molte occasioni un estremo rispetto per la causa di monsignor Romero”, ha spiegato.
La Commissione per la Verità, che ha indagato sui crimini commessi durante la guerra civile salvadoregna (1980-1992), ha stabilito in un rapporto divulgato nel marzo 1993 che l'assassinio di Romero è stato presumibilmente ordinato da Roberto D'Aubuisson, fondatore del partito Alianza Republicana Nacionalista (Arena).
L'Arcivescovo, in cui onore si celebrerà quest'anno una giornata della gioventù organizzata dalla Chiesa, denunciava dal pulpito le ingiustizie contro la popolazione e gli omicidi perpetrati dagli “squadroni della morte”.
“L'obiettivo che ci spinge quest'anno, trentesimo anniversario (...), è favorire uno spazio di incontro, convivenza, riflessione, devozione e mistica del Servo di Dio monsignor Óscar Arnulfo Romero”, ha dichiarato monsignor Escobar.
Il presule ha invitato i giovani a partecipare alle giornate di riflessione che inizieranno nei prossimi giorni e culmineranno con una celebrazione eucaristica di fronte alla Cattedrale il 20 marzo.