L'Assemblea Europea rimanda il voto sui “diritti dei gay”

Per un esperto, la risoluzione minaccia le libertà fondamentali

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STRASBURGO, giovedì, 28 gennaio 2010 (ZENIT.org).- L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha deciso questo mercoledì di rimandare la votazione su un documento relativo alla cosiddetta discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale.

L’Assemblea riprenderà l’analisi del documento, intitolato “Discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere”, nella sua prossima sessione di aprile.

Il rinvio è stato provocato dal “gran numero di emendamenti sul rapporto”, ha spiegato lo European Center for Law and Justice.

Una dichiarazione di questo gruppo sottolinea che il documento “ha incontrato forti opposizioni soprattutto perché diminuisce notevolmente e addirittura minaccia diritti fondamentali come la libertà d’espressione, la libertà religiosa e di coscienza, l’interesse dei bambini e l’interesse e il diritto sovrano degli Stati di difendere la moralità pubblica, la famiglia e il migliore interesse del bambino”.

Grégor Puppinck, direttore dello European Center for Law and Justice, ha detto a ZENIT che la risoluzione “tende a forzare opinioni e coscienze, imponendo l’idea che ogni tipo di relazione – eterosessuale, omosessuale, bisessuale o transessuale – sia uguale dal punto di vista della natura e della moralità”.

Puppinck ha spiegato l’errata filosofia sottostante alla risoluzione: “La sessualità umana, come ogni attività volontaria, ha una dimensione morale: è un’attività che coinvolge la volontà dell’individuo al servizio di un fine; non è un”identità’”.

“In altre parole, appartiene all’agire e non all’essere, anche se le tendenze omosessuali potrebbero essere profondamente radicate nella personalità”.

L’attività sessuale, ha indicato, viene paragonata a elementi come la razza, l’età o l’essere maschio o femmina, ma questi criteri, sottolinea, appartengono all’“essere”, non all’“agire”.

Quando la sessualità viene rimossa dalla sfera della moralità, ha aggiunto Puppinck, la “giustificazione morale di una differenza di trattamento – di una discriminazione – diventa impossibile: i vari tipi di comportamento sessuale sono presentati in astratto come neutri ed equivalenti tra loro”.

“Esprimere un’opinione sul tema è impossibile se non proibito”, ha segnalato.

Il Centro si oppone anche a un’altra misura che verrà dibattuta in Assemblea: venerdì si dovrebbe infatti votare su una strategia per ridurre la popolazione, che promuoverà l’aborto.

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ZENIT Staff

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